Secondo il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe, abbassando le misure previste per le regioni si rischia un nuovo incremento dei dati epidemiologici. Ad oggi l’allentamento anti covid è calcolato sul solo indice RT.

Il monitoraggio Gimbe

Come di consueto la Fondazione Gimbe, presenziata da Nino Cartabellotta, ha rilasciato il monitoraggio covid che guarda ai dati che vanno dal 25/11 al 01/12. Leggendo l’analisi si denotano “timidi segnali” di rallentamento dell’epidemia, “enfatizzati da ritardi di notifica e dati incompleti“. Ma si sottolinea anche come pur funzionando le restrizioni, “il colore delle regioni – come previsto dal governo – sbiadisce troppo in fretta. Secondo Renata Gali, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione, “non si intravedono risultati tangibili a 3 settimane dall’introduzione delle misure. Sbiadire troppo presto il colore delle regioni rischia di determinare una risalita prima dell’indice Rt, poi della curva epidemica e quindi dei tassi di ospedalizzazione”.

I dati covid non sono incoraggianti

Risale a ieri il triste record di morti per Sars-cov-2 da inizio epidemia (993 decessi). Da quanto si evince dall’indagine Gimbe il governo starebbe guardando al solo indice RT, che però non va a disegnare una mappa chiara della situazione del nostro paese. Il presidente della Fondazione spiega infatti che “se il calo dei nuovi casi da un lato è attribuibile alle misure introdotte, dall’altro risente dell’inspiegabile riduzione di quasi 106 mila casi testati. Il numero di tamponi infatti scende inspiegabilmente a 672.794 contro 778.765 della scorsa settimana. La pressione ospedaliera seppur diminuita è ancora molto alta. Secondo Cartabellotta, infatti, i dati incoraggianti sono dovuti alla diminuzione di casi testati che porta conseguentemente all’abbassamento sia dell’indice RT che dei dati ospedalieri. Tale situazione però è sostenuta dalle misure in atto che allentandosi potrebbero portare ad un tracollo totale.

La speranza è nel vaccino?

Secondo il Ministero della Salute la salvezza risiede nel vaccino. Il commissario straordinario Domenico Arcuri ieri ha fatto il punto proprio sul precetto, sottolineando che “la campagna vaccinale partirà dall’ultima decade di gennaio, entro settembre porterà le fiale “anti Covid” a tutti. Sarà gratuito e non obbligatorio. Saranno 300 i luoghi di somministrazione del farmaco Pfizer-Biontech, per poi passare a 1500 nella fase 2 in cui si punta ad un minimo del 60% di adesioni. C’è molto scettiscismo però dietro il vaccino per le scarse tempistiche di sperimentazione. Proprio il presidente di Gimbe qualche giorno fa in diretta tv sosteneva: Sui vaccini sappiamo ancora molto poco. Ci sono ancora tante incertezze”. Intanto il governo si prepara per Natale, tra Cashless, economia e poca salvaguardia di una possibile terza ondata.

Emanuele Battaglia