Covid, variante peggiore di Omicron: pericolo da Africa e Cina

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Di Serena Pala

C’è già allarmismo per la prossima variante Covid-19, in arrivo da Africa e Cina, che si pensa potrebbe essere ancor più violenta e pericolosa di Omicron.

Il pericolo per la nuova variante di Covid, i dettagli

Da tempo ormai l’argomento Covid è pressoché scomparso dalle prime pagine poiché fortunatamente si è lontani dai periodi più difficili della pandemia; ciononostante, secondo i dati trasmessi da Gimbe, nell’ultimo mese si sono registrati in media oltre 500 morti a settimana, un evidente campanello d’allarme da non sottovalutare.

A questo aumento dei contagi nel nostro Paese, si aggiunge poi il timore degli scienziati verso la nuova variante di Covid, che si pensa possa essere ancor più pericolosa e mortale dell’attuale ceppo dominante (Omicron) e l’attenzione è rivolta alla Cina e all’Africa. A conferma di ciò, uno studio condotto in Sudafrica dall’Health Research Institute, l’Istituto di Durban divenuto famoso proprio per i risultati delle sue ricerche su Omicron.

La ricerca è stata però condotta su un solo caso, in particolare su un paziente immunodepresso in quanto affetto da Hiv e i risultati hanno mostrato che: restando nel corpo più tempo a causa della condizione dell’individuo, il virus inizialmente è mutato in una forma più mite, divenendo – al termine di una serie di mutazioni – molto più aggressivo, in modo molto simile al ceppo originario di Wuhan.

L’attenzione si rivolge quindi maggiormente verso l’Africa, paese in cui sono molte le persone immunodepresse, esposte di più al rischio di contrarre la nuova minacciosa variante. Il virologo che ha condotto lo studio, Alex Sigal, spiega:

All’inizio il virus era più mite, tuttavia, in base ai parametri che abbiamo misurato, è diventato meno mite, dimostrando che l’evoluzione a lungo termine non sempre porta all’attenuazione.

La nuova variante Covid preoccupa anche la Cina

Oltre all’Africa, la nuova variante di Covid mette a rischio anche la Cina, Paese in cui la pandemia ha avuto inizio e che adesso, nonostante le ferree regole sanitarie, sta vivendo un’altra ondata di contagi record. I numeri si attestano attorno ai 40 mila nuovi casi al giorno, dati che per un Paese grande e popoloso come la Cina non dovrebbero allarmare, ma che invece stanno spaventando gli scienziati.

Si ricordi che nel paese asiatico sono stati somministrati solamente vaccini “made in China”, gli stessi che negli altri Stati in cui si sono utilizzati, hanno fatto registrare un tasso di efficacia assai minore rispetto a quelli prodotti da Pfizer e Moderna. Ciò significa che, se il virus dovesse diffondersi in maniera ampia ed incontrollata nel Paese, questo potrebbe generare nuove mutazioni del Covid potenzialmente più pericolose di Omicron – portando con sé una nuova ondata pandemica che proseguirebbe anche nel 2023.

Ricordiamo che il tutto avverrebbe mentre in Italia la campagna vaccinale, giunta alla quarta dose, è da tempo ferma con solamente il 25% delle persone che ha effettuato il secondo richiamo.

Serena Pala

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