Dalla FAO (organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) giungono notizie secondo le quali il prezzo del grano sia in lieve ribasso. Ma l’andamento del costo delle materie prime tra le quali il grano, è soggetto a variazioni. Si teme un nuovo rialzo dei prezzi che può portare a una crisi alimentare globale.

La crisi alimentare e i prezzi in aumento

La crisi alimentare è alle porte. Un rischio globale che lascia pietrificati. Gli effetti delle sanzioni alla Russia in un modo o nell’altro si sono fatti sentire e pesano particolarmente sul grano, uno degli alimenti più consumati al mondo dopo il riso. La Russia è il paese che tra tutti esporta maggiormente grano.

Tantissimi i paesi Europei, d’oltre oceano e di tutto il mondo dipendenti dal grano russo. Nonostante le nazioni dipendenti dal grano Russo abbiano e stiano tutt’ora attingendo alle proprie riserve, la paura di un nuovo rialzo dei prezzi porta a pensare che si vada incontro a una carestia. Se il prezzo del grano dovesse salire troppo, tutti i derivati da esso che rientrano nel consumo quotidiano della dieta di miliardi di persone, verrebbero a costare cifre esorbitanti.

Complice della crisi alimentare è una incombente recessione unita alla perdita di potere d’acquisto delle monete di quasi tutte le nazioni globali. Una famiglia potrebbe non avere un reddito sufficiente a garantire il proprio sostentamento.

La speculazione accelera il rischio di crisi

Quando una crisi si fa sentire e i prezzi aumentano, i produttori e distributori delle materie prime colgono senza dubbio l’occasione per massimizzare i profitti. Ma se il pensiero comune è orientato verso la guerra in Ucraina, responsabile dell’aumento dei prezzi, l’ISMEA dice il contrario. L’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) rivela che il prezzo del grano stava già salendo prima della guerra.

Conferma il report della FAO. Già dal 2016 i prezzi hanno cominciato a salire con una notevole impennata. A pagarne le conseguenze sono intere nazioni. L’aumento del prezzo causa l’impossibilità di acquistare i generi alimentari necessari. In testa all’infausta classifica ci sono Turchia, Egitto, Iran e Bangladesh che importano oltre il 60% del loro fabbisogno. Naturalmente, sono paesi dipendenti da Russia e Ucraina.

Analizzando i dati sull’andamento del prezzo, ci si rende conto che l’attività lobbystica ha alimentato l’aumento dei prezzi inasprito ulteriormente dalla crisi diplomatica nell’est Europa. Chi ha scommesso al rialzo dunque, non può far altro che sperare che la crisi continui così che i profitti aumentino, così come le nazioni che producono ed esportano. Si ritroverebbero ad avere letteralmente le chiavi dell’alimentazione globale non garantendo l’accesso alle risorse alimentari a meno di pagarle prezzi esorbitanti.

La crisi alimentare crea povertà assoluta

Secondo le stime della Banca Mondiale, a ogni aumento del prezzo degli alimentari anche di un solo punto percentuale, la povertà estrema cala come una ghigliottina sulla testa di 10 milioni di persone. Mentre secondo l’Economist, le sanzioni colpiscono il 15% dei beni alimentari a livello globale. Una zappa sui piedi che USA ed Europa forse non avevano considerato?

Agghiacciante pensare che soltanto un anno fa, circa l’8% della popolazione mondiale combatteva con una profonda denutrizione (828 milioni di persone). E le cifre salgono anno dopo anno portando a pensare che ci si trovi davanti a una vera e propria catastrofe globale che lascerà milioni se non miliardi di persone a stomaco vuoto. I report delle Nazioni Unite, lasciano intendere che purtroppo la situazione è destinata ad aggravarsi.

L’aumento del prezzo e l’agricoltura di convenienza

La terra è colei che garantisce la crescita delle piante. Gli agricoltori che se ne occupano, con i costi in aumento, potrebbero decidere di non seminare o di cambiare il tipo di alimento che precedentemente coltivavano. Il Ministero dell’agricoltura di Kyiv, ha portato a termine un’indagine, rivelando che circa il 50% dei campi di grano in Ucraina non verrà seminato quest’anno.

Una vera e propria catastrofe se si pensa che l’Ucraina è uno dei paesi che producono ed esportano maggiormente. Ad aggravare la situazione è stata anche la siccità. Il calo di precipitazioni potrebbe ridurre ulteriormente la produzione. Ma non è l’unico pericolo. A causa dell’aumento del prezzo, molti agricoltori potrebbero rifugiarsi nella produzione dei beni che portano a guadagni maggiori, smettendo di produrre altri alimenti di fondamentale importanza.

Lo riporta il Ministero dell’agricoltura degli USA. Molti agricoltori con l’aumentare del prezzo della soia potrebbero essere tentati e smettere di produrre mais in favore della leguminosa originaria dell’estremo oriente. Bill Gates, si è già fatto avanti riguardo l’alimentazione. Promotore della carne sintetica, starebbe probabilmente pensando di risolvere il problema dell’alimentazione con cibo artificiale.

Il tutto ci rimanda al film “Soylent Green”, in Italia uscito con il titolo “2022: i sopravvissuti”. Pellicola del 1973, dove la crisi alimentare globale ha portato alla produzione di cibo sintetico per combattere la carestia.