Il leader della Lega: “Chi perde tempo danneggia il paese e pensa solo alla poltrona”. Il premier non ne accetta le tempistiche, mentre la tensione in Europa sale.
Un vero e proprio fulmine. Non a ciel sereno, perché il temporale dura da mesi, ma di certo inaspettato. Ieri Matteo Salvini sembrava propenso ad accettare il rimpasto di ministri che i 5 Stelle stavano discutendo. E oggi, improvvisamente, il suo partito ha presentato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte per risolvere la crisi di governo.
“Troppi no (da ultimo il clamoroso e incredibile no alla Tav) fanno male all’Italia, che invece ha bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona”.
Questa la dichiarazione della Lega. Di certo Salvini ha i sondaggi dalla sua parte, e vuole capitalizzare questo patrimonio il prima possibile. L’approvazione della legge sul taglio dei parlamentari comporterebbe invece un rinvio di almeno sei mesi delle elezioni.
La risposta di Conte
Il premier non ha aspettato a rispondere al leader della Lega, del quale non ha apprezzato né le modalità né le tempistiche:
“Spetterà a Salvini, nella sua veste di senatore, spiegare al Paese e giustificare agli elettori che hanno creduto nella prospettiva del cambiamento le ragioni che lo portano a interrompere bruscamente”
E, come abbiamo scritto ieri, l’Unione Europea si aspetta entro il 15 ottobre di ricevere il disegno della legge di stabilità. Organizzare le elezioni e raggiungere un nuovo accordo di governo (sempre che la Lega stessa non riesca a raggiungere la maggioranza insieme a Fdi e Forza Italia) in così poco tempo è quantomeno improbabile.
Come se non bastasse, Salvini ha annunciato di voler convocare le Camere per verificare se stabilire o meno la crisi governativa a livello ufficiale. Peccato che questa sia una prerogativa del Presidente del Consiglio, e nessuno (meno che mai un giurista) potrebbe vedere di buon occhio uno scavalcamento simile. Nel frattempo lo spread ha raggiunto quota 240 punti, e quasi tutti i titoli italiani quotati in Borsa hanno segnato un valore negativo.
Insomma, quella di oggi pare essere la più grave crisi di governo dal 2011, quando Berlusconi si dimise e venne formato il governo tecnico guidato da Monti. E non è escluso che nelle prossime ore questa soluzione non venga discussa.