Cutro, il dossier che accusa il governo sul naufragio

Foto dell'autore

Di Simona Alba

I legali delle famiglie delle vittime documentano i salvataggi avvenuti anche in assenza di richieste di soccorso. I documenti sulle comunicazioni nella notte del naufragio sono chiari, arriva l’accusa per il governo Meloni.

I legali accusano il governo

Spiaggia di Cutro con omaggio alle vittime del naufragio – Ph Credit tg24.sky.it

Un dossier accusa il governo Meloni per il  naufragio di Cutro, il documento firmato dal pool di avvocati che assiste alcune decine di famiglie delle vittime punta il dito sui precedenti. Sono 18 in 4 anni i salvataggi documentati anche fuori dalla zona Sar e in assenza di richieste di soccorso.

Le 18 barche intercettate da Frontex sono state tutte condotte in porto dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza. Senza richieste di soccorso. Con condizioni di meteo buone. E senza nessuna emergenza dichiarata. Grazie ai documenti rivelati da la Repubblica si evince la certezza che le istituzioni sapevano che in quella barca ci fossero migranti. L’avvocato Francesco Verri spiega come sono arrivati all’accusa:

Ora dai documenti rivelati abbiamo la certezza che sin dall’inizio c’era la consapevolezza che su quel caicco intercettato da Frontex ci fossero dei migranti. E ribadiamo che l’avviso di Frontex delle 23.03 di sabato 25 era inequivocabile. Una barca “con migranti” era diretta verso le coste della Calabria. Ora è certo che la Guardia di finanza l’ha decodificata correttamente

Ciò che smonta la ricostruzione deI soccorsi delle istituzioni è la nota, resa pubblica da la Repubblica, dell’ufficiale di turno al comando centrale che segnalava la sera del 25 febbraio “un natante di migranti”. Il dossier consegnato dagli avvocati riguarda 50 pagine di interventi avvenuti negli anni precedenti e l’avvocato verri spiega:

A Crotone, del resto, l’esperienza non manca. I salvataggi in mare, negli anni, sono stati centinaia. Li stiamo studiando tutti, abbinando i dati alle condizioni del mare e alle temperature. Tutte operazioni ineccepibili di cui i comunicati stampa vanno giustamente fieri. Ma perché, tre settimane fa, le cose sono andate diversamente?

I soccorsi in ritardo

Gli avvocati delle vittime si interrogano sul perché i soccorsi da terra siano arrivati così tardi nonostante le segnalazioni. Le prime pattuglie della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera sono arrivate dopo più di un’ora e mezza dal naufragio, i primi soccorsi sono stati effettuati dai pescatori del luogo. Secondo alcune testimonianze infatti Verri sostiene:

Un superstite ha riferito di aver nuotato mezz’ora nelle acque gelide. Quando è arrivato a terra non c’era nessuno. Solo un pescatore.

Da queste ricostruzioni è arrivata la richiesta delle opposizioni di accesso civico alle informazioni e ai documenti amministrativi sulla tragedia, appello rivolto alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Piantedosi e al ministro dei Trasporti Salvini. Il deputato di +Europa Roberto Maggi racconta al riguardo:

Rispetto a questi elementi nuovi, lo stesso governo dovrebbe approfondire e dare adesso altre risposte. Finora abbiamo ascoltato prima Piantedosi e poi Meloni dire: “Fidatevi, tutto è stato fatto come si doveva”. Purtroppo pare che non sia così. E io credo che anche l’onore e il rispetto dovuti alla Guardia costiera si tutelino facendo la massima chiarezza.

Simona Alba

Seguiteci su Google News