Dalla goffa Bridget Jones alla maestosa Judy: Renée Zellweger è un’attrice che attraverso la sua versatilità, ha saputo incarnare al meglio i panni di ogni suo personaggio. Renée ha infatti costruito delle icone, destinate a rimanere per sempre nella memoria collettiva cinematografica. Un paradosso, per chi desiderava recitare per ampliare il proprio curriculum scolastico.

Renée Zellweger, l’aspirante giornalista diventata attrice

Renée Zellweger in "Il diario di Bridget Jones" (2001, Sharon Maguire) - Photo Credits glamour.com

Renée Zellweger non desiderava diventare attrice, anzi. L’attrice si diploma nella piccola città di Katy, un piccolo sobborgo di Houston nel Texas. Dopo aver frequentato l’High School Bengal Brigade, dove dedica il suo interesse alla ginnastica e alle cheerleader, la ragazza decide di laurearsi in Letteratura inglese.

L’aspirazione di Renée era quella di diventare una giornalista. Infatti, il suo primo approccio al mondo dello spettacolo era puramente indiretto. Decise di frequentare un corso scolastico di recitazione unicamente per il suo curriculum. Renée rimane affascinata dal mondo della recitazione. Inizia quindi a fare audizioni per spot pubblicitari e piccoli film girati in Texas.

Renée esordisce come attrice nel thriller televisivo Il Sapore Dell’Omicidio(1992, Lou Antonio). Il suo primo aggancio è nel 1994 da parte di Ben Stiller per la commedia anticonformista Giovani, Carini e Disoccupati (1994, Ben Stiller).

Sempre nello stesso anno, viene chiamata per recitare al fianco di Matthew McConaughey nell’horror Non aprite quella porta IV(1995,Kim Henkel). La ragazza si fa notare, e due anni dopo veste i panni della fidanzatina di Tom Cruise in Jerry Maguire (1996, Cameron Crowe).

Successivamente, recita in La voce dell’amore (1998, Carl Franklin), al fianco di Meryl Streep. In questo film, Renée ha la possibilità di farci assaporare l’altro lato della medaglia: interpreta infatti una giornalista in carriera.

Da Betty Love a Bridget Jones: il successo degli anni 2000

L’inizio del millennio è sicuramente il periodo fortunato di Renée Zellweger. L’attrice ha infatti fornito molteplici interpretazioni che ci sono rimaste nel cuore, e che hanno delineato quell’immagine di lei, a cui oggi siamo ancorati.  Il nuovo millennio inizia infatti con un Golden Globe, per la sua interpretazione in Betty Love (2000, Neil LaBute), il curioso ibrido tra il pulp e la commedia.

La sua carriera decolla definitivamente con l’interpretazione di Irene, la dolce ragazza del bizzarro Io, Me & Irene (2000,Bobby Farrelly, Peter Farrelly). Al fianco di Jim Carrey, Renée riesce a catturare l’affetto del pubblico grazie alla tenerezza del suo personaggio e alla sua incredibile capacità di misurarsi al fianco dell’altro attore, al tempo all’apice del successo.

Se con Io, Me & Irene, Renée inizia a dominare lo schermo cinematografico, sarà con Il diario di Bridget Jones (2001, Sharon Maguire) che l’attrice forgerà un’intera generazione.

Coperte, divano, sigaretta, un bicchiere di vino rosso e Celine Dion di sottofondo: questo è il materiale per superare il post-relazione.

Un’icona per tutte le single goffe e demoralizzate, che ancora oggi, si coccolano seguendo il modus operandi dettato da Bridget e che sperano di trovare il loro Mark Darcy (Colin Firth). Un film che le è vale la candidatura come Miglior Attrice per il premio Oscar, e che ha dato il via ad un vero e proprio circuito sulla vita della giovane casinista.

Renée interpreterà Bridget Jones anche nei sequel Che pasticcio, Bridget Jones! (2004, Beeban Kidron) e Bridget Jones’s Baby, (2016, Sharon Maguire)

Renée Zellweger: un’attrice in continuo cambiamento

L’anno seguente all’uscita del primo Bridget Jones, Renée Zellweger si cimenta in un altro genere cinematografico: il musical. Nel 2002 è infatti Roxie Hart, la diva di Chicago (2002, Rob Marshall). Plasmata dalla maschera goffa di Bridget, Renée stupisce ancora una volta il pubblico, ballando e cantando in maniera superlativa, in perfetto stile anni ’20.

Dal musical, Renée passa ad altri generi cinematografici. La sua immagine, viene continuamente rinnovata: l’attrice si dimostra estremamente versatile ed in grado di passare da un genere ad un altro, nell’arco di poco tempo. 

Nello stesso anno recita nel dramma White Oleander (2002,Peter Kosminsky), nella commedia Abbasso l’amore (2003 Peyton Reed) e nel dramma in costume Ritorno a Cold Mountain (2003, Anthony Minghella), per il qualesi aggiudica un premio Oscar come miglior attrice non protagonista.

Successivamente, l’attrice riceve la sua sesta nomination al Golden Globe per la sua interpretazione della scrittrice Beatrix Potter nel film Miss Potter (2006,Chris Noonan). Gli anni successivi, sono dominati da una lunga pausa, che vede la Zellweger recitare in ruoli minori.

In parallelo con il suo personaggio, torna sotto i riflettori nel 2019, grazie alla sua maestosa interpretazione di Judy Garland nel biopic Judy (2019,Rupert Goold).

Le doti dell’attrice donano una perfetta fedeltà all’immagine di Judy Garland alla fine della sua carriera, commovendo ed appassionando il pubblico all’immaginario della sfortunata vita della piccolo talento.

Judy è un film che non solo permetterà a Renée di ottenere numerosi premi, tra cui il premio Oscar come Miglior attrice protagonista. Ma prima di tutto, è un film che regala a Renée la possibilità di misurarsi con la sua storia di attrice, maschera e icona.

Martina Capitani

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Ph: Renée Zellweger in “Il diario di Bridget Jones” (2001, Sharon Maguire) – Photo Credits glamour.com