Continuiamo il nostro cammino nella Superlega, ascoltando la voce dei suoi attori principali, nonostante questo momento di fermo del campionato; questa volta abbiamo incontrato una “vecchia” e piacevole conoscenza del volley nazionale, il palleggiatore della Consar Ravenna, Davide Saitta.
Davide Saitta, vincente da subito
Davide Saitta, catanese, classe 1987, calca i campi della pallavolo tricolore da diverso tempo, avendo sin da giovanissimo mostrato doti e talento sopra la norma, tanto da vincere nel 2004 la Junior League con la Icom Volley Latina allenata dal suo concittadino Giovanni Bonaccorso, per essere poi promosso in prima squadra la stagione successiva. Diversi i traguardi raggiunti da Davide nella sua carriera, tanti i compagni di squadra che con lui hanno fatto la storia di questo sport e diversi gli allenatori di un certo calibro con la quale ha avuto il piacere di lavorare.
Abbiamo il piacere di parlare con lui proprio nel giorno della Festa del Papà, mentre è in casa come tutti noi, a giocare e passare il tempo con i suoi figli.
In questi giorni di fermo attività, il rovescio positivo della medaglia è che è davvero piacevole trascorrere molto più tempo con la famiglia e con i piccoli, divertirsi con loro, io che spesso sono fuori per allenamenti e trasferte.
Ravenna, la sua isola felice
A Ravenna hai trovato fino ad adesso una realtà di ambiente e di società che ti calzano benissimo, visto anche il campionato fatto finora, prima squadra subito dietro il treno delle “big”.
Si, mi trovo molto bene, siamo molto soddisfatti di quanto fatto finora in campionato, l’ambiente è sereno e ti permette di lavorare con tranquillità, impegno e senza pressioni particolari. D’altronde Ravenna è una piazza che da sempre ha masticato volley di un certo livello, stare qui in questo momento ed essere il capitano della squadra mi stimola molto di più a fare meglio.
Parliamo un po’ dei tuoi compagni di squadra: siete un roster particolarmente giovane, sei riuscito a trovare forse subito la palla giusta con l’opposto, Vernon e anche in banda hai degli elementi niente male, come i due nazionali, Lavia e Cavuto, oltre a Ter Horst.
In effetti si, l’intesa con Vernon è venuta in poco tempo, una palla dietro morbida per sfruttare le sue qualità tecniche ed atletiche, in quanto, pur giovane e al primo anno in Italia, sta dimostrando il suo valore ed ha un futuro roseo dalla sua parte. Oreste quest’anno ha giocato meno in quanto Daniele sta facendo davvero tante belle cose, ma ciò non toglie nulla al suo talento. Abbiamo molte soluzioni e risorse, per esempio anche nell’ultima gara contro Vibo, non stavamo andando bene, poi è entrato il giovanissimo Recine che ha spaccato il match e abbiamo vinto la gara.
Davide Saitta con i compagni del passato
Qualche anno fa, a Treviso, oltre ad avere dei compagni di squadra di un certo calibro, sei stato il vice di un palleggiatore dal talento immenso quale Ricardinho. Che ricordi hai di quel periodo e soprattutto, cosa ti ha insegnato lui.
Ah Ricardinho è stato qualcosa di meraviglioso e di unico, gli ho visto fare delle cose che a raccontarle non ci si crede. E’ stato un talento mostruoso, una velocità di palla incredibile, ma questo era dettato anche dal gioco che si attuava nella nazionale brasiliana, adatto a quel tipo di giocatori che c’erano. Da lui ho appreso molto, è stato un piacere enorme per un giovane come me all’epoca, stargli vicino e guardare, focalizzare e immagazzinare tutti i suoi trucchi.
Senti Davide, nella tua carriera non sei mai rimasto più di due anni in una squadra, questo tuo essere itinerante è semplicemente una tua scelta o dettata solo da esigenze contrattuali?
Hai ragione, mai oltre i due anni, solo ed esclusivamente per mia scelta. Mi piace fare tante esperienze ed una diversa dall’altra, ogni posto ti regala tanto, sia in termini sportivi che umani.
E’ successo lo stesso anche quando eri in Francia e soprattutto, dopo aver vinto il campionato?
Già, li ha prevalso la voglia di tornare a giocare in Italia, nonostante avessi vinto il campionato, nominato MVP dell’intera stagione e nessuno della società volesse che andassi via.
Il rapporto con Bonitta
Senti, ora stai lavorando con Bonitta che è passato dal volley femminile a quello maschile. Com’è lavorare con lui?
Mi trovo benissimo, e non sono solo parole di circostanza, visto che è il mio attuale allenatore. Ti dico di più: mi piace lavorare con lui e anche se mi sento e sono “giovane”, mi sarebbe piaciuto incontrarlo diversi anni fa, quando ero all’inizio della carriera, perché credo che mi avrebbe insegnato tante belle cose.
Chiudiamo Davide con un tuo pensiero: per te il campionato si chiude qui?
Bah, non so cosa dirti, noi restiamo alla finestra e attendiamo nuove disposizioni. Certo è che se anche dovessimo ricominciare a metà aprile o oltre, significherebbe ripartire dopo uno stop fisico di oltre un mese e non so cosa veramente accadrà. Purtroppo in questa situazione ci stiamo rimettendo tutti, in alcune parti d’Italia, come sentiamo, la situazione è davvero difficile, spero solo passi alla svelta, con meno danni possibili. Vogliamo tornare a vivere e giocare.
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