Demo e free-to-play: che differenza c’è?

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Di Redazione

Con il boom delle console, i personal computer che diventavano a portata di tutte le tasche e internet che iniziava ad entrare nelle case di sempre più utenti, nella seconda metà degli anni ’90 l’industria del gaming cominciava contemporaneamente a spingere verso la distribuzione massiccia dei propri videogiochi. Non solo tramite la vendita dei CD, ma anche con le famose accoppiate rivista specializzata/dischi demo. In questo modo tutti gli appassionati di videogiochi potevano informarsi su tutte le novità nell’ambito dei videogiochi e avere la possibilità di testare il gioco. Se di proprio gradimento, poi, potevano acquistarlo successivamente nei negozi. Questo passaggio, nella storia del gaming, è stato fondamentale perché ha permesso, in un’epoca in cui internet ancora non era così diffuso, di raggiungere il più ampio possibile pubblico e distribuire i propri giochi. Poi è arrivata per la rivoluzione del web e con essa l’arrivo dei formati digitali dei giochi e il gaming online. Questo ha comportato all’inizio la scomparsa graduale dei dischi demo in favore dell’acquisto completo e diretto del gioco e successivamente le offerte da parte delle case produttrici di esperienze di gioco free-to-play, se non addirittura gratis con gli acquisti in-game e poi in-app, con l’avvento degli smartphone e dei tablet. Ma cosa significano tutti questi termini? E qual è la differenza tra un formato e l’altro? 

I giochi demo

Si diceva prima che i dischi demo sono con il tempo spariti. In realtà non è proprio vero e le principali piattaforme di vendita permettono ancora di scaricare questo formato. Ma sempre più spesso avviene dopo l’uscita del gioco completo, in modo da spingere gli utenti ad acquistare il gioco. Tralasciando il discorso su cosa sia meglio tra comprare il disco fisico o scaricare dallo store il gioco, la strategia come si vede è l’opposta di quella di venti anni fa. Ma allora a cosa serve la demo? Demo è la contrazione della parola inglese “demonstration”, ovvero “prova”. Ecco, molto semplicemente è la versione prova di un gioco, un assaggio di quello che ci si può aspettare acquistando il gioco completo. Una versione estremamente ridotta che permette di giocare a un livello, un capitolo, a una sola parte di un gioco e senza possibilità di andare avanti nel medesimo. Un modo per entrare nello spirito del videogame, saggiarne la giocabilità, vedere come sono state sviluppate le grafiche, la trama e i dialoghi. I demo non riguardano solo il mondo delle console o dei giochi offline, come si può pensare, ma anche tutto quanto riguarda l’entertainment online come ad esempio l’iGaming. Un esempio di giochi disponibili in versione demo e totalmente gratuita sono le slot machine gratis usabili come passatempo presenti su alcuni portali a tema. Si tratta delle versioni di prova delle note slot disponibili anche nella loro versione completa a pagamento e con possibilità di vincita. Il formato demo è sicuramente vantaggioso sia perché non richiede alcun esborso economico, per questo sono definite passatempo, sia perché consentono di capire quale tipologia di slot faccia più al caso dell’utente, qualora stia pensando di provare anche la versione originale e completa. Questa strategia sta tornando di moda perché, effettivamente, in passato è stata più che vincente.

I giochi free-to-play

Successivamente all’esperienza delle demo, i produttori di giochi introdussero l’esperienza free-to-play per attirare un numero sempre maggiore di utenti. A differenza delle demo, che è un’esperienza limitata del gioco, qui i videogame sono scaricabili gratuitamente e completi, ma se si vuole personalizzare il proprio personaggio, ottenere accessori e bonus particolari sarà necessario pagare. Il pagamento avviene attraverso uno dei servizi di transazione digitale sicuri e testati, come ad esempio PayPal, Google Play o Apple Pay, direttamente collegati ad un conto o ad una carta di credito o ricaricabile. Per giocare ad un determinato titolo, dunque, non si è obbligati a pagare ma per evolvere nel gioco, raggiungere livelli più alti in un tempo minore o essere competitivi nelle modalità online, allora servirà investire qualche euro nell’espansione del proprio personaggio. Proprio sotto questo aspetto, dei tornei digitali, delle campagne online e dei giochi messi in rete, l’industria del gaming ha investito tantissimo in questi anni. E non è un caso che iniziano a spopolare e a diventare sempre più diffusi i giochi come eFootball, l’ex PES che ha segnato un’intera generazione di piccoli gamer, che oggi è appunto free-to-play e spinge sempre più all’esperienza online e alla possibilità di fare acquisti in-game per costruire il proprio dream team e affrontare qualsiasi avversario in giro per il mondo.