Il 17 Marzo, in contemporanea mondiale, è finalmente uscito l’ultimo album dei Depeche Mode: Spirit.
E’ il quattordicesimo disco in studio per la leggendaria band New Wave inglese e si presenta come il lavoro più “maturo” del trio.
Spirit, che esce a 31 anni esatti dalla pubblicazione di Black Celebration, arriva dopo Delta Machine e Sounds of the Universe, che nonostante gli ottimi successi di vendite, non sono stati proprio i migliori lavori di Gahan e compagni, due album che onestamente non ho apprezzato, in cui ho avvertito la mancanza dell’anima storica dei Depeche e che mi hanno portato a rimpiangere i vecchi successi, tant’è che con Spirit si saluta il produttore Ben Hillier che pure con Playing the Angel aveva fatto un lavoro fantastico.
Questa volta la produzione è stata affidata a James Ford dei Simian Mobile Disco, che ha collaborato con svariate band, tra le quali i Florence & The Machine e Arctic Monkeys.
Spirit non è il disco da ultimo, inutile sforzo di un gigante artistico morente, sensazione avvertita con i due album precedenti, ma un corposo e intenso Concept Album, in un certo senso “politico”: Dave, Andy e Martin sono grandi abbastanza per interrogarsi sul mondo e sulla coscienza degli uomini circa il loro ruolo nella società.
Ne viene fuori un album profondo, introspettivo, quasi filosofico; quel che si può dire un viaggio dentro e fuori l’individuo, alienato da un mondo che gira con le sue logiche in cui l’uomo è ridotto a ruolo passivo di spettatore. Incapace di uscire dalla sua gabbia di aridità emotiva, vittima tanto della società quanto della sua volontaria sottomissione ai poteri che governano il globo.
Where’s the Revolution allora? Il primo singolo è l’inno del disco, suona come un classico targato DM, col potente ritornello che invoca un risveglio delle coscienze, la ricerca di una rivoluzione non tanto reale e fisica quanto mentale, sveglia popolo non vedi che il mondo ti sta passando sopra?
Non vi accorgete che stiamo andando al contrario? Going Backwords è il monito che apre l’album: non ci siamo evoluti davvero, stiamo perdendo il controllo, stiamo regredendo, assuefatti dalla tecnologia e bombardati da media e informazioni non ci accorgiamo di essere vuoti dentro, involucri di carne senza più sentimenti, è la traccia che più rispecchia l’anima dei Depeche: chitarra dal ritmo incalzante alla Martin Gore su tappeto melodico di tastiere, per la perfetta voce di Dave.
Il non elevarci mentalmente, l’accettare passivamente la nostra condizione di schiavi terreni è forse il Worst Crime umano, e ancora più angosciante sarebbe scoprire che neanche su un altro ipotetico pianeta troveremmo di meglio, ce lo dice Cover Me: il cambiamento va attuato qui e adesso, con un sound magistrale come fosse l’intro di un’opera cinematografica che cresce lentamente su di una base che spazia dai Pink Floyd per finire ai Kraftwerk.
Per tornare padroni delle nostre esistenze è necessario, però, riscoprire il senso vero delle passioni e dell’amore, la struggente Eternal e l’amicizia tradita di Poison Heart tornano a ricordarcelo a metà disco, mentre So Much Love, che arriva spedita come una locomotiva accompagnata dalle note di una chitarra dall’accento western, conferma che è proprio l’amore la chiave dell’evoluzione, se solo non avessimo paura ad usarlo e capirlo.
Lasciare da parte chi non prosegue per questa via, freno nella nostra strada per la rinascita morale, No More (This is the Last Time) è il messaggio malinconico che viene pronunciato da una piattaforma musicale dal gusto New Retro Wave, con un assaggio, anche qui, di elettronica minimale mitteleuropea, dove la voce di Dave Gahan raggiunge l’apice stilistico, il risultato è una traccia con sopra impresso il logo Depeche Mode D.O.C.
I Depeche Mode non sono per niente finiti, invecchiati sì, ma come il buon vino che col tempo acquista maggior sapore e corpo, anche il trio inglese ha maturato, per l’ennesima volta, carattere e profondità sia musicale che concettuale.
Lo Spirit Globe Tour porterà la filosofia dell’album, insieme alle leggendarie hits del passato, anche in Italia: 25 Giugno Roma, 27 Giugno Milano e il 29 Giugno a Bologna;
i “devoti” di Dave & co. hanno già iniziato il conto alla rovescia: Reach out and touch faith!
MIRO PATERNO’
https://metropolitandotblog.wordpress.com/2017/03/19/depeche-mode-la-spirit-revolution/