I Desiderantes erano soldati che aspettavano sotto le stelle il rientro degli altri compagni, commilitoni, dai campi di battaglia. Nel De Bello Gallico Giulio Cesare descrive in modo minuzioso il concetto di ‘desiderium’ che, secondo questa spiegazione, parrebbe derivare proprio dai Desiderantes.
Desiderantes, i soldati che aspettavano sotto le stelle il rientro dei compagni dai campi di battaglia: etimologia e genesi
La figura dei Desiderantes è strettamente legata all’etimologia della parola desiderio, ovvero, sostare sotto il cielo a osservare le stelle in un atteggiamento di attesa.
L’origine etimologica è fra le più poetiche e affascinanti di tutta la lingua italiana. Nello specifico, deriva dal latino dēsīderāre, infinito presente attivo di desidero. Il termine si compone dalla preposizione de- che in latino possiede sempre un’accezione negativa; il prefisso de- in questo caso ha una valenza privativa. Mentre sidus significa stella o costellazione. Desiderio, quindi, può rendersi come “condizione in cui sono assenti le stelle”, o ancora, ”mancanza di stelle”. Il de privativo indica, in questo caso, una impossibilità come quella di seguire la rotta tracciata dalle stelle ovvero una perdita di riferimenti che richiama un atteggiamento di vaghezza, attesa e nostalgia. Tuttavia può anche intendersi anche come accezione positiva considerando l’attesa come ricerca del proprio percorso o, per l’appunto, della propria stella.
Massimo Recalcalti spiega l’etimologia e l’origine del termine Desiderentes presente nel De Bello Gallico di Giulio Cesare:
«L’etimologia di questa parola viene da Giulio Cesare, il quale nel De bello gallico dice che “desiderio” viene da desiderantes. Chi sono i desiderantes? Sono soldati sopravvissuti al campo di battaglia: sotto un cielo stellato attendono i propri compagni ancora impegnati nella battaglia, a rischio di morte»
– Massimo Recalcati, La forza del desiderio – Edizioni Qiqajon, Magnano 2014 – pag. 7
Un’altra testimonianza proviene dal filosofo Umberto Galimberti ed è tratta da un resoconto di un intervento al Festival Filosofia 2003 di Modena:
«L’etimologia della parola desiderio ci rimanda al De bello Gallico: i desiderantes erano i soldati che stavano sotto le stelle ad aspettare quelli che dopo aver combattuto durante il giorno, non erano ancora tornati. Da qui il significato del verbo desiderare: stare sotto le stelle ed attendere.»
Il Dizionario etimologico della lingua italiana (DELI) riporta come significato letterale della parola: ‘‘cessare di contemplare le stelle a scopo augurale”. L’interpretazione di Galimberti, invece, rimanda all’attesa: non si parla di mancanza di stelle ma di rimanere sotto le stelle ad attendere, sperare e, quindi, desiderare.
Storia del termine desiderio
Desiderio deriva dal linguaggio degli antichi aruspici, sacerdoti noti per la pratica dell’aruspicina ovvero un’arte divinatoria che consisteva nell’analisi delle viscere degli animali sacrificati per trarne segni divini. Quando il cielo era coperto dalle troppe nuvole o le condizioni meteorologiche erano soggette a varie intemperie, gli aruspici non potevano esercitare la propria chiaroveggenza poiché profezie e premonizioni derivavano proprio dall’osservazione degli astri . Se il cielo non lasciava spazio al firmamento, negli aruspici si infiammava una forte brama di stelle che continuava finché nell’etere appariva di nuovo, serena e limpida, l’amata volta celeste.
Desiderantes, il concetto di desiderio spiegato da Giulio Cesare
Nel De Bello Gallico Giulio Cesare descrive il concetto di “desiderium” – da de sideribus, cioè “dalle stelle”- in un’accezione profondamente romantica che rimanda pienamente all’attesa. Rivolgersi alle stelle non è solo attendere ma anche sperare; in questo caso, definisce i soldati desiderantes proprio in virtù del fatto che, quest’ultimi, stavano ad aspettare, inquieti e trepidanti, i propri compagni battaglia: quei commilitoni che, dopo aver combattuto durante la giornata, ancora non erano rientrati. Il verbo desiderare deriva proprio da questa azione: attendere alla luce delle stelle, sentire la mancanza di qualcuno, trasalire nell’attesa nostalgica di un amico. La parola desiderare, quindi, riporta già insito nel suo etimo la dimensione della veglia, della speranza, dell’attesa ma soprattutto del buon auspicio; ovvero, augurarsi che chi non era ancora tornato potesse presto far ritorno e, quindi, desiderare e auspicare l’accadimento di un evento prospero e lieto.
Stella Grillo
Photo Credits: Viaggi.corriere.it
Foto in copertina: alfemminile
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