Diego Dalla Palma, il famosissimo truccatore, icona del make up Made in Italy, sarà ancora una volta tra gli ospiti de “La Pupa e Il Secchione & Viceversa” stasera a partire dalle 21:30 su Italia 1. Nato ad Enego in provincia di Vicenza, studia all’Accademia D’Arte di Venezia per poi trasferirsi a Milano dove intraprende la carriera di costumista e scenografo per il teatro.
Nel frattempo si specializza come truccatore, tanto che viene definito dal New York Times “Il profeta del make up made in Italy”: nel 1978 apre a Milano il laboratorio d’immagine Make Up Studio e successivamente crea la prima linea di cosmetici “Diego Dalla Palma Milano”. Ha pubblicato diversi manuali sul trucco e realizzato rubriche televisive sulla bellezza (L’Almanacco Del Giorno Dopo, Il trucco C’è), programmi radiofonici e collaborato con testate giornalistiche.
Diego Dalla Palma il grande amore con Anna Del Bene
Sulla sfera sentimentale della vita di Diego Dalla Palma abbiamo poche notizie, giunte tramite un’intervista ad “Il Corriere Della Sera”, nella quale il visagista ha raccontato di una lunga storia d’amore con Anna Del Bene e si è dichiarato pansessuale:
La predisposizione a sentire un fremito o un sentimento sia per donne sia per uomini è un patrimonio. A dire il vero, l’ho abbandonata dopo un grande amore con una donna, Anna Del Bene. Dopo, ho seguito un istinto che mi portava più verso l’omosessualità e di questa fase ho ricordi meno belli…Sono stato un erotomane dai 24 ai 40 anni, ma nessuno può pensare di rovinarmi: sono stato solo con adulti consenzienti“.
Il trauma dell’infanzia di Diego Dalla Palma
Nella vita del truccatore ed imprenditore c’è un drammatico episodio che ha segnato la sua infanzia raccontato nella trasmissione “La Strada Dei Miracoli”. Dalla Palma ha confessato nell’intervista realizzata da Safiria Leccese di essere stato abusato da un prete per due anni mentre frequentava un collegio:
“Io non ho denunciato perché la parola denuncia non mi piace. Con gli anni tutto si stempera, tutto si capisce e subentra anche il senso del perdono. Io non ho denunciato, ho raccontato perché mi sembrava giusto ma l’ho fatto troppo tardi, l’ho fatto dopo che il fatto è avvenuto. In collegio avveniva il tutto, quotidianamente. Tutte le sere alle 9 io avevo questo prete grasso, molliccio, bianco che veniva. Io sono convinto che molti di questi preti non si rendano conto. A me il prete diceva “Ti voglio bene” e anch’io restavo sbigottito”.
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