Dino Risi: il fotografo dei vizi e delle virtù umane

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Di Redazione Metropolitan

Dino Risi è il cinema italiano e il cinema italiano è Dino Risi; questa potrebbe una massima, summa di quello che ha rappresentato il mondo della settima arte. Padre della commedia italiana insieme al volto di Mario Monicelli, Dino Risi ha saputo raccontare i vizi e le virtù del popolo italiano. Un popolo fatto di “Mostri” appollaiati sotto l’Ombrellone delle loro spiagge preferite. Un popolo di intetti talvolta, di arruffoni, di sapienti e bugiardi, gli italiani. Dino ne ha saputo fotografare la verità, con affetto e facendo della realtà un affresco parodico.

Dino Risi
Dino Risi in una foto in bianco e nero sul set-photo credits: sito web rbcasting.com

Dove tutto ha avuto inizio

Dino Risi è nato a Milano nell’anno della Rivoluzione Russa e durante il Primo giro d’Italia. Figlio di un medico del teatro alla scala e capitano durante la guerra. Dino perde il padre all’età di dodici anni e come lui stesso ha dichiarato, in alcuni suoi scritti, da quel momento di è sentito un “ragazzo difficile”. Dopo aver frequentato il Liceo classico Giovanni Berchet, consegue la laurea in Medicina e Chirurgia. Ben presto però il giovane artista, si accorge che quella non è la sua strada. Rifiuta il futuro da psichiatra, come avrebbe invece desiderato sua madre, una donna dolce e premurosa. Risi intraprenderà il mestiere del regista ed entrerà nel mondo cinematografico.

Dino Risi
“Il Sorpasso”, nella scena memorabile, Dino Risi- photo credits

Ripensando e guardando tutte le pellicole di questo straordinario regista, non si può non notare la linearità e la coerenza della sua filmografia. Dino era un regista “abituato a parlare male degli altri” in quanto convinto che chiunque dovesse saperlo fare con se stesso. Parlare male per questo regista che solo apparentemente potrebbe apparire erroneamente spudorato e pungente. Risi era pungente ma nell’osservazione e nelle incoerenze psicologiche del popolo italiano. Non era a favore di osservazioni moralistiche, questa scelta ha portato l’artista a ben guardare, a un punto di svolta per la sua carriera.

Dino Risi
Uno degli Episodi de “I Mostri”-photo credits: web

Non lanciare messaggi di rimprovero, ma piuttosto esorcizzarli con l’educazione e fissando l’obiettivo della sua macchina da presa sul suo famoso cinismo, presente in tutti i suoi film. Il cinimo era la chiave meta cinematografica con la quale il regista ha sempre espresso il mistero della vita e del vissuto quotidiano. Dino Risi ha creato i film ad episodi, perchè le idee che aveva erano decisamente troppe! ha filmato la realtà dei suoi tempi, spesso deformandola ed esasperandola. Risi non ha mai preso le parti, nè dei buoni, tanto meno dei cattivi, nè dei giusti, ne di quelli in errore.

Nelle pellicole di Risi ritroveremo sempre uno stato di inquietudine, una malinconia filtrata da gesta esasperanti, dove il momento comico sposa la verità e viceversa e tutto finisce per farci sorridere con un ghigno amaro. Risi è dunque il regista che forse più di tutti ha saputo documentare la mostruosità della vita vera.

Filmografia indimenticabile

Pensando ai film che hanno segnato la storia della commedia all’italiana, non possiamo dimenticare: “Pane Amore e…“, sequel nel 1955 dei celebri e fortunati film “Pane, amore e fantasia” e “Pane, amore e gelosia“, di Luigi Comencini. Vittorio De Sica interpreta in queste pellicole il famoso maresciallo Carotenuto. Dino Risi è fatto definitivamente conoscere al grande pubblico con la pellicola “Poveri ma belli“, primo film della trilogia “Belle ma povere” e “Poveri Milionari“.

Dino Risi
“Poveri Ma Belli”- il film con i tre protagonisti-photo credits: web

Gli anni sessanta sono stati anni folgoranti per la carriera del regista milanese. Alcuni critici hanno paragonato infatti il nostro Dino al celebre Billy Wilder. Nel 1961, dirige Alberto Sordi insieme a Lea Massari in “Una vita difficile“. Il film che ovviamente rivoluziona la sua carriera e non solo sarà però “Il Sorpasso“. Si tratta del road movie forse più famoso nella storia del cinema italiano, che ha radicalmente stravolto il genere della commedia all’italiana, eliminando il classico lieto fine. Il Sorpasso resta una chicca cinefila senza tempo e ancora oggi rivedere lo sguardo di Vittorio Gassman che affianca l’attore Jean Louis Trintignant, ci emoziona come alla prima visione.

Il regista insieme al figlio Marco Risi- photo credits: web

Successivamente Risi ha fotografato altri importanti momenti del nostro bel paese, sia da un punto di vista storico (quello del boom economico), che socio-culturale; nel 1962 infatti dirige “La marcia su Roma” e poi nel 1963 “I Mostri“. Si tratta di due pellicole che vedono la magistrale interpretazione di Ugo tognazzi. Durante gli anni settanta, Dino dirige “In Nome del popolo italiano“, poi “Profumo di donna” e “Anima Persa“, quest’ultime, entrambe due pellicole che raccontano il male di vivere dell’epoca.

Negli anni ottanta e novanta, Risi si affianca ai suoi amici e collaboratori del set, Mario Monicelli ed Ettore Scola, nel 1977 dirigerà infatti “I Nuovi Mostri“, altro film ad episodi. Risi dirigerà anche la coppia Tognazzi-Gassman per il film “Telefoni Bianchi“, poi con Renato Pozzetto lavorerà sul set di “Io sono fotogenico” (1980). Negli anni novanta, il regista di Milano ha lavorato per l’ultima volta con Vittorio Gassman nella pellicola “Tolgo il disturbo“, (1990). Dino Risi lavora sul set fino a metà degli anni ’90 con: “Giovani e belli“.

Nel 2009 nella città di Trani è stato creato “Il circolo del cinema Dino Risi” a lui dedicato; nel gruppo sono presidenti onorari i figli Claudio e Marco Risi.

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Silvia Pompi