Dior, Grazia Chiuri elogia la filiera “che ha sofferto molto”

Foto dell'autore

Di Redazione Metropolitan

Dior, le trame sono gli indiscussi protagonisti della nuova haute couture Dior di Maria Grazia Chiuri. Le trame dei tessuti in primo piano, mettono in risalto il filato dei tessuti. Lo show-sfilata si è tenuto al Museo Rodin a Parigi.

Al Museo Rodin, a Parigi, va in scena la sfilata di Dior. Curata dalla stilista italiana Maria Grazia Chiuri. Il lavoro su cappotti e mantelle, completi e abiti realizzati in tweed, cashmere, check rivela un’attenziona meticolosa alla trama del tessuto, messo in risalto. Ed è così anche per scarpe, boots e borse. Forte segnale del ritorno del coordinato. Tanti day-wear che sono l’anima indiscussa della couture Dior. Una rivisitazione delle giacche e poi una sera fatta di chiffon, plissé e sete dalle quali affiorano, ancora ricami improvvisi. 

Dopo 18 mesi, riecco le sarte nel back stage, come è tradizione della couture. Una scena che senza ombra di dubbio ha commosso in un periodo in cui il settore moda è stato duramente colpito dai postumi della pandemia. La stilista ha dichiarato di essersi ispirata dopo la lettura di  “I fili della vita“, di Clare Hunter. E dice:

“Penso a quella signora olandese che alla fine della Seconda guerra mondiale fece un appello chiedendo alle donne di confezionare una gonna patchwork con pezzi di abiti e stoffe che significavano qualcosa. Vorrei regalare ai politici italiani quel libro perché capiscano, finalmente, che ruolo sociale, politico e culturale ha un filo e quindi la moda”.

Continua poi affermando che  l’aiuto dei grandi brand sia l’unica soluzione per salvare le piccole realtà. E dice:

“Il piacere di fare lavorare una filiera che nella pandemia ha sofferto parecchio. Ci fermiamo troppo spesso alla forma: bene, è il momento della materia”

Ilaria Festa

Seguici su:
Instagram
Facebook
Metropolitan