Draghi e Macron, si sono riuniti ieri sera a Marsiglia, per discutere sul futuro dell’Ue. L’asse Italia-Francia si trova sempre più nella condizione, di doversi assumere le maggiori responsabilità, sull’attuazione delle riforme essenziali.
Draghi e Macron: discussioni sul futuro dell’Ue
La scorsa sera, si è riunito a Marsiglia l’asse Italia-Francia, qui i vertici Draghi e Macron hanno discusso sul futuro dell’Ue. Al centro dell’incontro, la necessità di mettere a punto un piano, volto a risolvere l’urgente questione dell’accoglienza dei profughi afghani, a seguito dell’evacuazione da Kabul, su cui si è giunti ad una collaborazione. Draghi ha inoltre ricordato l’impegno italiano, i cinquantamila profughi giunti nella penisola, sono stati collocati in strutture diverse da quelle ordinarie, dando loro subito la condizione di rifugiato ed anche la possibilità di vaccinarsi contro il Covid.
Nonostante le difficoltà nell’individuare delle “strategie chiare”, confusione tutto sommato giustificata dalla situazione che vede un riassetto di tutte le relazioni internazionali, con la Merkel a fine mandato e il vuoto lasciato dagli Usa a seguito della politica di abbandono e isolazionismo (con cui il premier italiano dichiara di non essere concorde), Italia e Francia sembrano avere posizioni unite sul proteggere prima di tutto gli afghani.
Le altre questioni affrontate
Sono state valutate varie possibilità d’azione, tra cui l’idea un “combat group” di cinquemila uomini provenienti da eserciti degli Stati membri, pronti ad intervenire nei teatri di crisi. Un primo passo verso un fronte di difesa comune che ieri è stato al centro della riunione tenutasi a Lubjana, dai ministri della difesa Ue e la possibilità una “safe zone” intorno all’aeroporto di Kabul, proposta da Francia ed Inghilterra e ampiamente sostenuta dall’Italia.
E’ stata inoltre affrontata anche la problematica dei flussi migratori, questione non più rinviabile. Affinché si eviti il disastro del 2015, occorre che l’Europa abbia un piano d’azione sulla sua gestione, a giugno Draghi ha chiesto e ottenuto che si affrontare il problema nel Consiglio Ue, ma esistono ancora forti resistenze al riguardo da parte dei Paesi del gruppo di Visegrad. Fino alla fine dell’anno, la Francia ha manifestato la disponibilità a trovare un’intesa con l’Italia per la distribuzione dei migranti in arrivo, ma dopo il primo gennaio, con l’assunzione della presidenza dell’Ue e in vista delle elezioni francesi, c’è il rischio che Parigi assuma un atteggiamento più “neutrale”.
Italia e Francia hanno infine ritrovato un’unità d’azione sulle priorità necessarie alla stabilità della Libia, si teme però che non sarà facile raggiungere l’obiettivo di tenere le elezioni il 24 dicembre ed arrivare alla definitiva uscita dal Paese, di tutte le forze militari straniere (russi e turchi in primis).
Mentre l’idea di Draghi di un vertice straordinario del G20 sulla crisi afghana sta lentamente perdendo consistenza, si attende l’incontro tra il nostro presidente del Consiglio e il presidente cinese Xi Jinping.