Domenica, di Barbato: intervista per l’esordio del cantautore

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Di Rossella Papa

Carta, colla e acrilici sono gli ingredienti del lyric video di DOMENICA di Barbato, il singolo d’esordio del cantautore (Pioggia Rossa Dischi).

DOMENICA di Barbato è il riconoscimento della possibilità di essere tante persone pur restando se stessi, con le proprie molteplici attitudini e nessuna strada definita. È il prendere coscienza di poter essere anche “altro” in questa società, soprattutto dopo che una pandemia globale ha ridisegnato i bisogni e le aspettative di ognuno. L’invito a “buttare via la malinconia” è di tutti quelli che hanno sentito il peso di questo periodo e stanno provando a superarlo con maggiore consapevolezza.

Domenica, di Barbato: l’intervista al cantautore

BARBATO è il progetto cantautorale di Donato Barbato, cantautore campano già frontman e fondatore del progetto Godo’. Finalista al concorso Non è mica da questi particolari che si giudica un cantautore, oggi è in studio per ultimare il disco d’esordio. BARBATO intaglia piccole storie, personali e collettive, a partire dai sentimenti inaspettati che ramificano dentro e fuori di noi, rifiutando la stasi e l’immobilismo. In occasione di Domenica di Barbato, abbiamo intervistato il cantautore.

DOMENICA è il riconoscimento della possibilità di essere tante persone pur restando se stessi. Come la musica riesce a condensare le moltitudini?

Per chi scrive, e spesso anche per chi ascolta, la musica può essere lo strumento capace di tenere insieme tutte le sfumature della propria personalità. Un po’ come la “confederazione di anime” elaborata da Antonio Tabucchi in “Sostiene Pereira”. 
È la possibilità di “diventare ciò che si è”. Questo è frutto sicuramente anche del periodo che abbiamo vissuto (e che stiamo vivendo), che ci ha spinto a fare profonde riflessioni su noi stessi e su cosa volevamo davvero: da queste nasce Domenica. 

La canzone sembra intagliare piccole storie, personali e universali; il tuo intento è quello di puntare all’intimità di ciascuno o su un sentimento di collettività?

Diciamo che sono un amante delle storie individuali che si intrecciano con la storia collettiva. Un po’ perché penso che “la felicità è reale solo se condivisa”, un po’ perché nella storia così come viene raccontata non c’è molto spazio per i racconti legati alla quotidianità, ai piccoli gesti, alle ritualità personali. Mi piace pensare che dentro quello che scrivo possano trovare spazio queste due anime e convivere. 

Cosa aspettarci presto da Barbato? Prospettive e progetti in arrivo?

Dopo la bellissima partenza con Domenica non vogliamo fermarci più. In cantiere c’è già un secondo singolo, che a breve dovrebbe vedere la luce, e stiamo lavorando alla realizzazione del primo disco da solista, con la produzione artistica di Massimo “Blindur” De Vita e il supporto della mia label Pioggia Rossa Dischi, di Purr Press, 900B e Voolcano.

Il ritorno alla normalità nel settore musicale: spaventa ed eccita; cambierà davvero l’approccio da adesso in poi? E in che modo?

Dopo tanti sacrifici e un tour ridotto la scorsa estate non vedo l’ora di tornare a pieno regime. Sentiamo il bisogno di tornare a vivere questi spazi di aggregazione senza compromessi, nonostante non sia totalmente passato il periodo buio. Certo le condizioni restano ancora precarie… Ne saremmo dovuti uscire migliori, ma il comparto dell’arte e dello spettacolo resta sempre ai margini del “discorso pubblico” e ne hanno pagato le spese sia i musicisti, che gli operatori tecnici, che gli organizzatori degli eventi, soprattutto per le realtà medio-piccole. 
Spero davvero che a breve ci sia la possibilità per tutti di suonare e godere dei concerti.