Dominique Ingres, pittore vissuto in Francia, attivo a cavallo tra Settecento e Ottocento, è considerato uno dei principali artisti del Neoclassicismo. Brillante esponente oltre che del neoclassicismo anche della pittura orientalista. Nasce oggi, 29 Agosto e per questo lo ricordiamo dedicandogli un focus, selezionando dieci dei suoi capolavori.
Ingres interpreta i temi più romantici in chiave classica. Non segue le mode, non copia la natura, non imita i maestri. Seleziona e compone i vari elementi per creare un linguaggio ideale, ispirato all’antico. Il poeta francese Charles Baudelaire nel 1848, lo descrive come un “talento avaro, crudele, collerico, sofferente, straordinario miscuglio di qualità in contrasto“.
Dominique Ingres, vita di un pittore amante del bello

Jean-Auguste-Dominique Ingres nasce a Montauban il 29 agosto 1780. Il padre lo avvia fin da giovanissimo al disegno e l’artista dimostra fin da subito il suo talento artistico. Insieme alla pittura, Ingres coltiva anche la passione per la musica, diventando un abilissimo suonatore di violino. Diventa presto noto come pittore ritrattista dell’aristocrazia.
I due soggiorni di Ingres a Roma, il primo, dal 1806 al 1820, come studente vincitore del secondo premio del Prix de Rome (una prestigiosa borsa di studio) all’Accademia di Villa Medici e poi, dal 1834 al 1841, come direttore dello stesso istituto, lo avvicinano ancora di più al classicismo di Raffaello. La permanenza a Firenze poi, dal 1820 al 1824, gli consente di studiare Bronzino e i capolavori conservati agli Uffizi.
Nel 1846 Ingres, partecipa, con grande successo, all’esposizione nelle Galerie des Beaux Arts, tanto che l’anno seguente diventa membro della commissione, trovandosi a lavorare insieme al suo concorrente Delacroix. Il pittore ha una vita lunga, muore infatti ad 87 anni, nel 1867.
Dominique Ingres: “In arte si arriva a un risultato notevole solo piangendo. Chi non soffre non crede”
Purezza della linea di contorno, riduzione all’essenziale degli elementi della composizione, equilibrio della scena e studio dell’arte antica sono le norme essenziali dello stile neoclassico. Viene criticato per mancanza di vivacità e per l’ostinazione nei confronti dei suoi modelli, Raffaello e Jacques-Louis David. Raffaello era per Ingres la sintesi perfetta di grazia, bellezza e armonia. Ingres, infatti persegue per tutta la vita l’ideale di bellezza assoluta, il principio ideale degli artisti neoclassici.
Dieci opere, periodo giovanile

“Studio di un nudo maschile”: realizzato nel 1801, rappresenta un esempio chiarissimo della ricerca e dello studio della perfezione delle forme, tipica del neoclassicismo e tipica di Ingres.

“Mademoiselle Caroline Rivière”: olio su tela, realizzato nel 1806. Raffigura la quindicenne Caroline Rivière, figlia del Consigliere di Stato Philibert Rivière. Viene rappresentata l’innocenza del soggetto ma allo stesso tempo la sua sensualità. Il bianco dell’abito spicca sul fondo scuro, mentre la pelle di porcellana della ragazza è esaltata da capelli ed occhi scuri.

“Napoleone I sul suo trono imperiale”: uno dei lavori più celebri di Ingres. Opera del 1806, rappresenta Napoleone Idipinto come un essere onnipotente in abiti sontuosi, come un sovrano divino.

“La bagnante di Valpinçon”: dipinto del 1808, rappresenta una giovane donna seduta su un letto e rivolta di schiena. è un primo esempio di nudo femminile rivolto di schiena verso l’osservatore che dipinse Ingres. La figura esprime un ideale di bellezza femminile classico.

“Raffaello e la Fornarina”: realizzato nel 1813, Rappresenta Raffaello Sanzio, il massimo ispiratore di Ingres, nel proprio studio con Margherita Luti, la più famosa delle sue modelle, soprannominata “La Fornarina“.

“La Grande Odalisque”: senza dubbio il più famoso nudo di Ingres, realizzato nel 1814, rappresenta una donna che posa su tessuti lussuosi in cima ad un divano. Massima espressione della sensualità.
Periodo della maturità

“Venere Anadiomene”: realizzato tra il 1808 e il 1848, mostra l’episodio della nascita della Dea Venere. Iniziato durante il soggiorno a Roma è stato poi completato, quasi 40 anni dopo a Parigi. La Dea, circondata da angeli, si tocca i capelli con un’espressione che altro non esprime se non sensualità.

“Giovanna d’Arco all’incoronazione di Carlo VII”: il dipinto, realizzato nel 1854, raffigura la santa francese Giovanna d’Arco all’incoronazione di Carlo VII di Francia nella cattedrale di Reims. La donna guerriera alza lo sguardo verso il cielo.

“La sorgente”: olio su tela di canapa, iniziato nel 1820 ma completato solo nel 1856. Nella posa simile alla Venere Anadiomene, il dipinto raffigura un sinuoso nudo artistico femminile in piedi, in posizione perfettamente verticale, Tra le mani una brocca da cui sgorga dell’acqua cristallina. Rappresenta quindi una delle Naiadi o ninfa della fonte o sorgente.

“Il bagno turco”: probabilmente uno dei dipinti più noti dell’artista. Realizzato nel 1862, è considerato fra le sue opere più mature. Raffigura un harem dove numerose odalische completamente nude si rilassano. Monumentali ed emotive, contribuiscono a generare un’atmosfera intima, sensuale, ed evocativa.
Ilaria Festa
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