Doom Eternal: Gli anni 90 possono diventare innovazione?

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Di Redazione Metropolitan

20 marzo 2020, la terra è sotto l’attacco delle forze demoniache. Solo l’intervento di un prescelto space marine (Doom Slayer per gli amici) può mettere fine a questo incubo.
Con questo incipit Id Software e Bethesda ci introducono alla loro ultima fatica.
Doom Eternal rispecchia appieno lo spirito di quella che è sempre stata la fortunatissima, quanto mai intramontabile, serie “Doom“. Ma squadra che vince non si cambia…

Nata nel 1993 dalle “folli” menti di John Carmack, John Romero, Dave Taylor, possiamo considerarla come la serie che ha reso il genere sparatutto tra i più popolari al mondo. Nonostante i titoli di nuova generazione cerchino di “rivoluzionare” il genere, Doom Eternal sembra uscito proprio dagli anni 90 che, tecnologicamente ormai lontani, hanno creato le basi di quello che è l’odierno panorama globale videoludico.

A questo punto il dubbio che sorge è uno:
Nell’era della tecnologia avanzata, dove i produttori sembrano “guidare” il giocatore, rendere i giochi sempre più semplicistici, creare community di giochi online accantonando spesso il single player e l’hardcore gaming… può una formula vecchia 27 anni portare “innovazione”? Le nuove generazioni hanno bisogno di questo tipo di esperienza?

Doom Eternal
Photo Credits: web

27 anni e non sentirli

Parliamoci chiaro, anche Doom Eternal tecnicamente si è rinnovato; siamo lontani anni luce graficamente dal suo primo antenato. Propone anche una modalità online, ma qui non si parla di questo, piuttosto di ciò che è il gameplay, la sua essenza e la sua natura. Il tanto amato e ormai perduto single player.
Nella sua campagna principale, Doom rimane fedele a ciò è stato negli anni senza sostanzialmente creare una nuova formula. Ci sono migliorie, tutto è reso più fluido di un tempo, ma la sostanza non cambia e, nonostante ci siano ad oggi giochi che si sono evoluti, il nostro fidato rimane fedele a se stesso, propondendo così alle nuove generazioni un prodotto che forse neanche conoscevano.

Possiamo dichiarare che già dalle prime battute il titolo è truce, tamarro, spietato e sadico.
Ebbene si, il gioco non lascia spazio a quello che oggi cerca il casual gamer, ma si presenta come una vera e propria sfida, mettendo al centro il migliorare se stessi in un gameplay frenetico che non lascia spazio ad errori o a pause per riprendere fiato. Grazie alla sublime programmazione del titolo ci si rende conto che se si perde, è solo per errore nostro. La scelta di colori saturi e nemici continui a schermo, rende l’esperienza tra le più adrenaliniche e confusionarie degli ultimi anni. In tutto questo però l’ordine del level design e l’eccellente opera sul feedback di shooting ci fa sentire padroni del nostro “destino” e il sangue freddo diventa l’alleato più importante. Sprizza hardcore gaming da tutti i pori e, già alla difficoltà più bassa proposta, si perde, si muore, si ricomincia, si impreca.Tra sparatorie concitate, easter egg in ogni dove e autocitazionismo, il gioco come descritto potrebbe sembrare frustrante: il risultato finale invece è “puro divertimento”!!!

Doom Eternal
Photo Credits: web

Hardcore Gamer, questo sconosciuto

Da ciò si potrebbe percepire che Doom eternal sia un titolo dedicato a pochi, o a persone legate alla serie, il vecchio Nerd… niente di più sbagliato!
Id Software, oltre a dedicare un nuovo spazio ad una saga storica e aggiungerle un nuovo capitolo, vuole creare quel rapporto che c’era un tempo: Sei tu e il computer, nessun’altro. La tua manualità contro una programmazione che verte nel metterti in difficoltà.
In un era dove il mercato del settore (in particolar modo negli sparatutto) tende a portare sempre più utenti a connettersi tra loro, creare chat per avere un team con cui interagire, i nostri programmatori (pur non trascurando il lato online) vogliono ricordarci da dove siamo venuti, da dove tutto ha avuto inizio.

Lasciarci quel mondo magico dedicato solo a noi, quel piccolo spazio dove arrabbiarsi, gioire o addirittura commuoversi, da soli, senza nessun’altro.
Ecco l’innovazione: far conoscere alle nuove generazioni il divertimento e le esperienze che hanno accompagnato i loro predecessori. Creare una sfida con se stessi,cercando di migliorare quello che è il nostro record, migliorare sempre di più. Il concetto del videogioco anni 90.

E voi cosa ne pensate? In un panorama come quello odierno, questa scelta di rimanere attaccati alle radici e dedicarsi al single player per Id Software è stata una scelta azzeccata?
STAY TUNED

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