Douglas Noël Adams, celebre scrittore, sceneggiatore e umorista britannico avrebbe oggi compiuto settantacinque anni. I suoi primi passi partono dalla radiocommedia, in cui prende vita la sua opera per la BBC, fino a quella che sarà la famosa “trilogia in cinque parti”: la “Guida galattica per gli autostoppisti” è una serie di romanzi che ha rivoluzionato il panorama letterario fantascientifico, e non solo.
Dopo il successo letterario, ha venduto circa 15 milioni di copie, l’opera è diventata anche una serie televisiva, un fumetto, un videogame, fino al 2005 in cui viene realizzato il film. Il ciclo dei romanzi è altamente complesso, ed è curioso come lo stesso autore si perda in contraddizioni ormai irreversibili.
Douglas Adams: guida galattica per gli autostoppisti
La storia inizia all’estremo limite Spirale Ovest della Galassia, intorno ad un piccolo insignificante sole giallo, a cui orbita attorno un “minuscolo, trascurabilissimo pianeta azzurro-verde”, abitato da forme di vita che discendono dalle scimmie, considerate arretrate e primitive: gli esseri umani. Questi, sono del tutto inconsapevoli del fatto che il loro pianeta sta per essere distrutto, per far posto a una gigantesca autostrada iperspaziale. Iniziano così le avventure di Arthur Dent, essere umano, e Ford Prefect, alieno inconsueto e del tutto atipico, che diventeranno i viaggiatori delle galassie.
«In molte delle civiltà meno formaliste dell’Orlo Esterno Est della Galassia, la Guida galattica per gli autostoppisti ha già soppiantato la grande Enciclopedia galattica, diventando la depositaria di tutto il sapere e di tutta la scienza, perché nonostante presenti alcune lacune e contenga molte notizie spurie, o se non altro alquanto imprecise, ha due importanti vantaggi rispetto alla più vecchia e più accademica Enciclopedia: Uno, costa un po’ meno; Due, ha stampate in copertina, a grandi caratteri che ispirano fiducia, le parole “NIENTE PANICO”. […] E, nel caso in cui ci fosse un’inesattezza tra quanto riportato nella Guida e la Vita, ricordate che in realtà è la vita ad essere inesatta.»
Douglas Adams in Guida galattica per gli autostoppisti
Giunti sul pianeta Magrathea, i due protagonisti incontreranno colui che ha progettato la Terra, ma il colpo di scena sarà scoprire chi l’aveva commissionata: i due “apparentemente” topi di Trillian, altra umana in salvo. I due sono alla ricerca di qualcosa: la domanda della risposta alla domanda fondamentale della vita, l’universo e tutto quanto.
Qual è la risposta? E perché proprio 42?
Un gruppo di scienziati si interroga sul senso dell’universo. Chi non l’ha mai fatto? Qual è il senso della vita? Quale il senso di tutto? Douglas Adams, molto ingegnosamente, affida la risposta ad un supercomputer, dal nome “Pensiero Profondo”. Ma la risposta non è così semplice, ci vuole del tempo per elaborarla: ben sette milioni e mezzo di anni per avere finalmente la rivelazione. Ciò che più incuriosisce sono le scelte dell’autore: molti si sono interrogati su questa fantomatica risposta, con tesi in contraddizione, altre estreme. In realtà la volontà di Douglas è senza alcun dubbio umoristica. Probabilmente, quello che vuole comunicare al lettore è proprio l’inesistenza di un senso universale della vita, e soprattutto, porre l’attenzione sull’ossessione umana di cercare e ricercare risposte che non potranno mai essere date.
– E sei pronto a darci la Risposta? – disse ansioso Loonquawl.
– Sì.
– Adesso?
– Adesso – disse Pensiero Profondo.
I due s’umettarono le labbra.
– Anche se penso che non vi piacerà – disse Pensiero Profondo.
– Non importa! – disse Phouchg. – Dobbiamo saperla! Adesso!
– Adesso? – chiese Pensiero Profondo.
– Sì! Adesso…
– Va bene – disse il computer, e tacque. I due uomini si misero a giocherellare con le dita. La tensione era insopportabile.
– Non vi piacerà davvero – disse dopo un attimo Pensiero Profondo.
– Diccela!
– D’accordo – disse Pensiero Profondo. – La Risposta alla Grande Domanda…
– Su..?
– Sulla Vita, l’Universo e Tutto… – disse Pensiero Profondo.
– Sì…?
– È… – disse Pensiero Profondo, e fece una pausa.
– Sì…?
– È…
– Sì…???
– Quarantadue – disse Pensiero Profondo, con infinita calma e solennità.
Douglas Adams in Guida galattica per gli autostoppisti
Evidentissima l’intenzione di Adams. Il lavoro di sette milioni e mezzo di anni a cosa porta? Questo è quanto. L’invito a interrogarsi sull’inutilità dell’interrogarsi stesso appare chiaro. Adams è un umorista brillante, che ha saputo cogliere i tormenti esistenziali del genere umano, e ne ha tratto una storia fantastica, divertente e mai banale, ma che non si priva e non priva neanche al lettore di uno spunto di riflessione profondo. L’impossibilità di raggiungere una risposta definitiva a tutti i dubbi dell’uomo è qualcosa che andrebbe accettato con una certa dose di ironia, leggerezza, e, perché no, anche con un pizzico di gratitudine verso quel mistero che mai saremo in grado di svelare.
“Quarantadue!” urlò Loonquawl. “Questo è tutto ciò che sai dire dopo un lavoro di sette milioni e mezzo di anni?”
Douglas Adams in Guida galattica per autostoppisti
“Ho controllato molto approfonditamente,” disse il computer, “e questa è sicuramente la risposta. Ad essere sinceri, penso che il problema sia che voi non abbiate mai saputo veramente qual è la domanda.”
Maddalena Barnabà
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