Lady Violet Crawley, Contessa Madre di Grantham, è Downton Abbey: senza la sua arguzia e il suo sarcasmo, oltre a un femminismo forse acerbo ma di impatto, la serie inglese di successo non sarebbe stata la stessa. Interpretata da una iconica Maggie Smith, recentemente scomparsa, l’esilarante cinico eloquio della Contessa Madre di Grantham è uno dei tanti motivi per cui il suo personaggio è adorato dai fan delle serie.

Downton Abbey, il sarcasmo di Lady Violet

Downton Abbey Lady Violet
Photo Credits: Pinterest

La recente dipartita di Maggie Smith ha fatto sì che la memoria degli appassionati di serie tv facesse riemergere un gioiello come Downton Abbey, serie televisiva britannica ideata da Julian Fellowes e ambientata fra il 1912 e il 1926. Fra lo stuolo di personaggi, anche secondari, che caratterizzano la serie l’interpretazione più emblematica resta quella di Lady Violet Crawley, Contessa Madre di Grantham, interpretata proprio da Maggie Smith. Il sarcasmo e l’arguzia di Lady Violet l’hanno resa, nel corso del tempo, uno dei punti di forza dell’intera serie nonché filo narrante della storia.

La trama di Downton Abbey origina da un evento che ha come fulcro centrale la disparità di genere: il Conte di Grantham non ha avuto eredi maschi per cui nessuna delle tre figlie, Mary, Edith e Sybil, potrà ereditare direttamente il titolo che invece passerà al parente di sesso maschile più prossimo. Durante i primi anni del ‘900 una donna era naturalmente vittima di una società che, automaticamente, la relegava ai margini. Tuttavia, le donne di Downton Abbey fra trine, merletti e servizi da tè non subiscono passivamente il loro destino e, anzi, risultano abili strateghe capaci di trovare modi diversi per rendersi protagoniste, pur adattandosi agli eventi.

Se nella famiglia Crawley Lady Mary è il personaggio pragmatico, Cora quello diplomatico, Sybil la pasionaria e Edith la risoluta, Lady Violet è paziente, sarcastica, mai scomposta e reale protagonista dell’intera vicenda. Humor inglese, eloquio dissacrante e arguzia sono le sue caratteristiche peculiari. Nonostante il legame con gli schemi della passata tradizione aristocratica, Lady Violet non solo possiede picchi acuti di modernità ma scompiglia le certezze di diversi protagonisti maschili con la sua dialettica venata di sarcasmo: il grande protagonista della trama. Memorabili alcune scene rese vivide proprio dalle battute fulminanti della Contessa.

Misoneismo e ironia in perfetto humor inglese

Lady Violet è una donna terribilmente legata all’etichetta: snob, tradizionalista, ai limiti del misoneismo ma dissacrante, provocatoria e spiritosa anche verso le convenzioni che pure sembra difendere. Una delle sue battute memorabili ne svela il temperamento:

”Se cercassi logica, non tenterei di trovarla nell’alta società inglese”.

La figura più prestigiosa del casato è figlia del suo tempo; conservatrice, difende un’aristocrazia ormai in declino pur non investendo di particolare importanza i contesti nobiliari e le gerarchie. In un mix di acume e ironia, Lady Violet incarna il perfetto humor inglese e alcune delle sue battute più note ne sono l’esempio. Passatista e nostalgica, la Contessa Madre affermerà davanti all’installazione del telefono:

“Prima l’elettricità, adesso questo telefono: a volte mi sento come se stessi vivendo in un romanzo di Wells” .

Un’espressione emblematica ma che conferma la natura del personaggio volto all’essere conservatore senza perdere mai il consueto sarcasmo. Numerose affermazioni di Lady Violet sottolineano, poi, un altro prominente lato del suo personaggio: la propensione alla difesa assoluta delle gerarchie, oltre al suo essere deliziosamente snob:

”Non essere disfattista, mia cara. Fa molto ceto medio”.

Lady Violet incarna il puro spirito dell’aristocrazia inglese ma la sua figura cela dei risvolti poco frequenti nelle donne di quell’epoca. Se le sue freddure pungenti hanno incantato gli spettatori della serie, c’è anche da non dimenticare come un certo tipo di femminismo rivoluzionario si insinui, spesso e volentieri, nei discorsi della Contessa Madre di Grantham, specialmente quelli rivolti alle tre nipoti.

Downton Abbey, Lady Violet e i parallelismi letterari

I lettori amanti dell’epoca regency e delle atmosfere di Jane Austen troveranno automatico procedere con un parallelismo. Tuttavia Downton Abbey si proietta già al mondo moderno e alcuni elementi chiave nell’intera serie lo confermano: dall’uso dei telefoni, alle auto – basti pensare a Lady Edith, prima della famiglia che impara a guidare – un passato non troppo lontano, quindi, che aiuta lo spettatore a immedesimarsi nel passaggio fra epoche.

Fra i parallelismi calzanti, però, c’è l’immagine della tenuta inglese a reggere l’intera narrazione proprio come accade spesso nei romanzi della Austen. Pemberley, Hartfield, Mansfield Park: in queste ambientazioni amore e tenuta si intrecciano in un’intersezione in cui dominano sentimenti e praticità. E in effetti il mondo di Downton Abbey, sin dall’inizio della storia, ruota attorno all’eredità della tenuta; solo dopo, le micro -trame porteranno allo sviluppo del sentimento. Nell’articolo Downton Abbey & Jane Austen; Or, in Praise of Lady Mary si legge:

Forse i personaggi più importanti che legano  Downton Abbey e le trame di Austen (in particolare le trame provate nel mezzo visivo del film) sono le tenute attorno alle quali ruotano queste storie. […] Norland, Pemberley, Hartfield, Mansfield Park, Kellynch e persino Northanger Abbey non sono solo ambientazioni nei romanzi di Austen, sono la  ragion d’essere delle storie […] Le trame amorose di Austen sono sempre legate a questioni relative a queste tenute, poiché i personaggi di Austen navigano sul delicato confine tra praticità e amore. […] Si allineano molto con le serie questioni di eredità e amore attorno alle quali ruota il mondo di  Downton Abbey .

– Journal of Victorian Culture, ”Downton Abbey & Jane Austen; Or, in Praise of Lady Mary”, February 17, 2013

Nei parallelismi letterari circolanti, spesso Lady Violet è stata associata alla temibile e altezzosa Lady Catherine di Orgoglio e pregiudizio. Tuttavia, per il suo carattere teneramente scontroso, sembra quasi accostarsi alla Zia March di Piccole Donne della Alcott; donna burbera e pungente che cela una copiosa dose di generosità nel suo intimo e un’estrema amorevolezza per le nipoti, Jo e Amy in particolare.

La Contessa Madre di Grantham potrebbe essere anche la perfetta personificazione della figura femminile all’interno del teatro di Oscar Wilde, in particolar modo Lady Bracknell de L’importanza di chiamarsi Ernesto donna simbolo della società vittoriana inglese intrisa di perbenismo ma decisamente ipocrita: obiettivo di Wilde è proprio scardinare il modello morale fittizio dell’epoca, criticandone le ipocrisie attraverso l’ironia. A differenza di Lady Bracknell, aristocratica che bada moltissimo all’etichetta e all’apparenza ma non ai sentimenti, Lady Violet è capace di amorevolezza, soprattutto con la nipote prediletta Mary:

Lady Mary Crawley: «Immagino che pensiate che mi sia comportata molto male prima».
Violet Crawley Contessa Madre: «Mia cara, non m’importa molto se ti comporti bene o male».
Lady Mary Crawley: «No?».
Violet Crawley Contessa Madre: «No. Non sono la tua istitutrice. Sono tua nonna».
Lady Mary Crawley: «E qual è la differenza?».
Violet Crawley Contessa Madre: «La differenza è che… ti voglio bene».

Femminismo pungente e moderno

Se il sarcasmo, la dialettica, le freddure condite di ironia, l’attenta osservazione ai dettagli, le stilettate verbali presentate con raffinata eleganza salvano una donna in un mondo di uomini agli inizi del ‘900, anche il pensiero libero e slegato dalle convenzioni sono un punto cardine sul quale Lady Violet è maestra. Il personaggio ha vissuto a pieno l’epoca vittoriana, colma di moralismi ed etichette da seguire, e nella serie pur rimanendo radicata all’antico fulgore dell’aristocrazia inglese non sconfina nel bigottismo né nella recriminazione. Un paio di espressioni esilaranti evidenziano come Lady Violet non sia mai stata davvero guidata dalle idee dominanti di quella precisa epoca storica.

”Se fossimo sempre moralmente ineccepibili, che ne sarebbe dei preti?”

Stessa cosa per la libertà di pensiero, anche sessuale; nel corso della trama dimostrerà una visione libera che ben può essere resa da un’altra delle sue espressioni argute e irridenti:

”Io penso davvero che il focolare domestico sia il posto ideale per una donna, ma non ci vedo nulla di male se si diverte un po’ prima di arrivarci”.

La sua fiera indipendenza e il suo amabile cinismo non risparmiano nemmeno il figlio, Lord Robert Crawley:

”Robert è un uomo. Gli uomini non hanno diritti”.

Emblematica la scena in cui il Conte sembra quasi preoccupato nel dover dividere l’eredità con la prima figlia, Mary:


Violet Crawley Contessa Madre: «Stai cercando di nasconderti dalla verità?».
Lord Robert Crawley: «Quale verità?».
Violet Crawley Contessa Madre: «Ovvero che preferiresti essere da solo a capo della tenuta, senza dividere la corona con Mary».
Lord Robert Crawley: «Non dite stoltezze! Questa lettera non farà alcuna differenza a riguardo. E’ lei a non voler essere coinvolta».
Violet Crawley Contessa Madre: «Quando ti esprimi in questa maniera, sono tentata di chiamare la tata e mandarti a letto senza cena».

Altre espressioni rendono pienamente la natura femminista di Lady Violet ma soprattutto la fiducia che la Contessa Madre nutre nei confronti di sé stessa – e in generale nell’universo femminile – in quanto donna:

”Una donna della mia età può affrontare la realtà meglio di tanti uomini”.

E, ancora:

”Sono una donna, Mary, e posso avere tutte le contraddizioni che voglio”.

La serie ha avuto un successo clamoroso grazie al cast spettacolare, ma è anche vero che la magistrale interpretazione di Maggie Smith e la figura di Lady Violet hanno contribuito a rendere  Downton Abbey così amata dal pubblico. Grazie alla Contessa Madre di Grantham quello stesso pubblico, fra pizzi e merletti, ha imparato quanto può essere divertente reagire alle avversità attraverso un eloquio elegante e sarcastico, rivoluzionario in ogni epoca essere schietti e dalle libere visioni e appagante essere sé stessi, nonostante tutto.

Stella Grillo

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