Si avvicina il quarantesimo anniversario della pubblicazione di Do They Know It’s Christmas?, singolo di beneficenza scritto da Bob Geldof Midge Ure nel 1984 per raccogliere fondi per combattere la carenza di cibo in Etiopia. Per celebrare lo spegnimento delle quaranta candeline della canzone, è in arrivo una riedizione. Do They Know It’s Christmas-2024 Ultimate Mix sarà presentato in anteprima dalle radio del Regno Unito il 25 novembre. Sarà poi disponibile in streaming su tutte le piattaforme digitali. Tra le fila dei cantanti coinvolti nel progetto figurano Chris Martin, Harry Styles ed Ed Sheeran.

La versione originale, prodotta da Midge Ure e pubblicata a nome del progetto Band Aid, uscì il 3 dicembre 1984. Da allora, sono state realizzate diverse cover, tutte a scopo benefico.In ognuna delle rielaborazioni, tantissimi artisti si sono riuniti, prestando la loro voce per una buona causa. Hanno mantenuto così lo spirito del primo gruppo, quello del 1984, in cui figuravano musicisti come David Bowie, Sting, Paul McCartney e Bono Vox. Quest’anno, però, Sheeran ha qualcosa da ridire.

Ed Sheeran contro Band Aid 40: il supporto al collega Fuse ODG

Ed sheeran
Il gruppo di Band Aid 1984. Ed Sheeran si è detto contrario alla nuova versione del brano

Con una storia su Instagram il cantautore inglese ha chiarito la sua posizione riguardo alla nuova iniziativa di Band Aid. «Non mi è stata chiesta l’approvazione per far parte del nuovo singolo per Band Aid 40», ha scritto sul suo profilo, «Se ne avessi avuto l’opportunità non avrei permesso l’uso della mia voce».

Sheeran ha approfondito quella che ha definito «solo una mia presa di posizione personale», ha ricondiviso quanto la dichiarazione di Fuse ODG. Il cantante di origini ghanesi aveva affermato: «Dieci anni fa mi sono rifiutato di partecipare a Band Aid perché riconosco che questo tipo di iniziative recano danno all’Africa. Mentre posso generare solidarietà e donazioni, queste iniziative perpetuano il dannoso stereotipo che soffoca la crescita economica, il turismo e gli investimenti verso l’Africa costando al continente trilioni di dollari distruggendone la dignità, l’orgoglio e l’identità».

«Mostrando questo immaginario de-umanizzato», continuava lo sfogo, «queste iniziative alimentano la pietà piuttosto che collaborazione, scoraggiando impegni più significativi. La mia missione è quella di reclamare la narrativa degli africani di raccontare le proprie storie, ridefinendo le loro identità, posizionando l’Africa come un hub per investimenti e turismo. Oggi è la diaspora a riportare i più grandi fondi nel continente, no Band Aid o qualsiasi altro ente».

A queste esternazioni, da lui supportate, Ed Sheeran ha aggiunto una riflessione: «A distanza di dieci anni la mia comprensione della narrazione associata a queste iniziative è cambiata». Si attende ora la risposta degli organizzatori di Band Aid 40.

Federica Checchia

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