Nel mondo moderno delle piattaforme digitali un binomio importante è senza dubbio quello lega il mondo dei social all’editoria italiana. Il passaparola su TikTok, Facebook o X è l’evoluzione naturale di quello che facevano i blog di appassionati e giornalisti negli anni 2000. L’approccio alle piattaforme social è infatti ormai un fatto essenziale non solo per le grandi case editrici ma anche per quelle più piccole che cercano di emergere e guadagnarsi il loro posto nel mercato editoriale
Lo stato dell’editoria italiana nel 2023 e l’importanza dei social
Secondo il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia del 2023 di AIE(Associazione italiana editori) nei primi nove mesi del 2023 sono stati venduti 69,9 milioni di libri. Si tratta di un calo di un milione rispetto al 2022 ma anche una crescita di 9 milioni rispetto al periodo della prepandemia del 2019 . Bisogna inoltre considerare, come riportato in una ricerca presentata a Più libri- Fiera nazionale della piccola e media editoria che nel 2022 le segnalazioni e i consigli di acquisto di libri sui social sono il secondo fattore decisivo che determina l’acquisto di un libro. Un fattore superato solo da quello dello sconto presente sull’acquisto copie. Si pensi, ad esempio, al fenomeno Booktok che con video e condivisioni ha determinato non poco le classifiche editoriali tanto da spingere la piattaforma cinese a cercare di creare recentemente un proprio marchio editoriale.
Un dato quest’ultimo che ci fa riflettere su quanto il nuovo fattore delle piattaforme sia importante per determinare l’acquisto di un libro non solo grazie ad inserzioni pubblicitari ma anche a semplici consigli di amici e conoscenti o ad una buona discussione spontanea sorta su una determinata opera. In un’intervista rilasciata al Secolo XIX il presidente di Messaggerie Italiane Stefano Mauri ha dichiarato che i grossi successi editoriali “dipendono alla fine dai lettori e dal passaparola sempre più veloce e influente grazie ai social”. Mauri cita, ad esempio, il caso del libro “Il mondo al contrario” del generale Vannacci divenuto nonostante le critiche un buon successo grazie anche al dibattito suscitato dai social media.
Le piccole case editrici e i social
“La democratizzazione della comunicazione che i social network consentono ha permesso a molti piccoli e medi editori di raggiungere nuovi pubblici, coltivando nicchie di lettori e di mercato prima difficilmente raggiungibili”. È quanto aveva detto in un convegno intitolato “I social stanno cambiando il mercato”, come riportato da Primaonline, il vicepresidente AIE e presidente del gruppo dei piccoli editori Diego Guida. Un fatto confermato al Secolo XIX anche da Mauri per il quale “grazie ad internet un editore sconosciuto e neonato di qualunque parte d’Italia può andare in cima alla classifica dei libri più venduti”.
Un buon publishing, la scelta di argomenti vicini alle tendenze del momento possono suscitare l’interesse di un pubblico vasto. Ecco perchè parlando proprio di tendenze e interessi social posso essere non solo uno strumento per le piccole case editrici per vendere libri ma anche per attirare potenziali scrittori di successo che sempre di più si rivolgono alle piattaforme social per far conoscere non solo stessi ma anche per annunciare la fine della stesura di un libro, la ricerca di una casa editrice in cui pubblicare le loro opere oppure per coinvolgere direttamente il lettore nella creazione del proprio libro.
Il caso Wattpad
Su quest’ultimo punto si può citare ad esempio una piattaforma social molto famosa che sta influenzando non poco il mercato dell’editoria grazie ad alcune scelte di grandi editori ma che potrebbe essere un fattore di sviluppo anche per i piccoli. Si tratta di Wattpad, una piattaforma social che permetta allo scrittore di pubblicare i propri testi e condividerli con i lettori suscitando in molti casi anche l’interesse di molti editori. Diversi sono i fenomeni editoriali sfornati da questa piattaforma come ad esempio Erin Doom e il suo libro “Fabbricante di lacrime”.
Stefano Delle Cave
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