La Ru486 è un argomento complesso e lo abbiamo trattato già in passato (qui trovate la serie “Aborto in pandemia”). Dopo le nuove linee guida di questa estate, sono tornate a farsi sentire le critiche, mai veramente sopite, alla pillola (anzi due). In questo caso però parliamo delle critiche mediche e non quelle politiche e di propaganda, che abbiamo riassunto qui.
La Ru486 è un medicinale e come tale ha delle controindicazioni. Dalle dichiarazioni di alcune donne, sembra che le informazioni in merito alla Ru486 non siano chiare. Qui potete trovare alcune importanti informazioni.
Diverse esperienze
Sembrò andare tutto bene finché, dopo circa 40 minuti cominciai ad avvertire un po’ di nausea […] Il giorno dopo tutto normale eccetto per dei dolori al basso ventre in serata […] Arrivò il terzo giorno e il momento di prendere la prostaglandina: dopo un’ora le contrazioni cominciarono a diventare dolorose […] e cominciai a contorcermi e sì, anche ad urlare. La dottoressa alternativa mi disse: “poverina… te l’avevo detto che era doloroso, ma non mi hai voluto ascoltare, la tachipirina purtroppo non serve a niente, stringi i denti e vedrai che passa…”
L’esperienza, che rimane anonima, sottolinea alcuni errori e mancanze. Non c’è stata denuncia da parte della donna, ma nel suo racconto aggiunge particolari sul disinteresse da parte delle infermiere, alcune gravi e che possono aver provocato i dolori provati e descritti. La dottoressa citata alla fine conferma che “qui ci sono obiettori, non lo sapevi?“.
Altra testimonianza, in questo caso sulla conseguenza psicologica: lo stigma sociale.
In questa prima fase ho incontrato operatori abbastanza disponibili e non colpevolizzanti, ad esclusione dell’ostetrica che, durante il colloquio, mi ha sgridata –facendomi sentire incapace di fare delle scelte nella mia vita. Mi sono sentita, in quel momento, deprivata della mia responsabilità come Individuo, Persona e Mamma che cerca, con fatica di prendere una decisione sul futuro del* propri* embrione/bambin*- affermando che questa scelta non si sarebbe più dovuta ripetere e che se non volevo figli avrei dovuto utilizzare maggiori precauzioni.
Accanto a queste esperienze, dobbiamo dare voce anche a chi invece dice di averla superata senza dolore fisico:
Per la mia esperienza, posso dire che non c’è stato niente del genere. Il sangue è simile al mestruo solo di durata maggiore e, è vero che si espellono (giustamente) delle parti, ma non sono molto diverse dall’endometrio che di solito si espelle nel mestruo mensile.
Nel 2018, nel 96,5% dei casi non sono state riportate complicanze e solo nel 2,4% dei casi è stato necessario completare l’intervento.
Ru486 o aborto chirurgico?
Una volta presa la decisione di abortire, che sarà diversa per motivazione ed emozione, ci sono due metodi attuabili: farmacologico e chirurgico.
La sostanziale differenza è che l’interruzione di gravidanza chirurgica è a tutti gli effetti un intervento, con rischio di traumi all’utero, sterilità e infezione ect. L’IVG con la RU486, ora in day-hospital, permette di non subire un intervento. Molte donne si dicono però spaventate nel dover affrontare a casa e da sole l’esperienza. (Qui potete leggere della soluzione telematica)
Questo è il motivo per cui entrambi i metodi sono attualmente disponili. La possibilità di scegliere una valida alternativa apre la libertà di scelta a tutte quelle donne che erano frenate dal subire un’operazione.
Una giusta informazione
L’aborto è un argomento discusso. Tutti hanno una loro opinione in merito, consigli e considerazioni sul valore della vita. Non è scontato dire che in Italia si pensa e parla di aborto come se fosse o un dolore immenso per la donna, o la soluzione “per uno stile di vita incivile” (M. Salvini, 16 febbraio 2020).
La giusta informazione in merito all’aborto, in particolare all’uso della tanto discussa Ru486, è al centro di dibattiti che vedono pro-life da un lato e persone dall’altra. Da un lato un’ideologia, dall’altro una donna che non ha nulla da dimostrare. Non ha bisogno di essere giudicata, ma tutelata.
Due facce della stessa medaglia: ideologia
A questo proposito arrivano le critiche di Emanuela Lulli, ginecologa e medico generale di Pesaro (ma anche consigliera nazionale di Scienza & Vita): “Dal mio osservatorio di ginecologia […] posso affermare che queste linee guida sono prive di scientificità e nemiche delle donne”. Scienza & Vita ritiene che la scienza abbia avuto delle ricadute antropologiche. Lulli parla di dare alle donne un’educazione al valore della vita.
In entrambi i casi si critica l’ideologia delle nuove linee guida sull’interruzione di gravidanza.
La soluzione? Scegliere liberamente. Se affrontare un’operazione con anestesia, oppure se prendere una pillola, con la possibilità di avere dolori e perdite. Dopotutto non è questa la libertà? Decidere sul proprio corpo è un diritto.
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Articolo di Giorgia Bonamoneta.