Elezioni comunali e referendum giustizia: come e dove si vota

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Di Redazione Metropolitan

Si sono aperti  i seggi elettorali per il voto per le elezioni comunali e per i referendum. I municipi in cui si aprono i seggi sono in tutto 971, per un numero complessivo di elettori che sfiora quota 9 milioni.

I comuni capoluogo sono 26, di cui quattro capoluoghi di regione.  Si tratta di Alessandria, Asti, Cuneo, Como, Lodi, Monza, Belluno, Padova, Verona, Gorizia, GENOVA, La Spezia, Parma, Piacenza, Lucca, Pistoia, Frosinone, Rieti, Viterbo, L’AQUILA, Barletta, Taranto, CATANZARO, PALERMO, Messina e Oristano.

Dei capoluoghi di provincia al voto quattro sono commissariati: Barletta e Taranto in seguito a un voto di sfiducia, mentre Messina e Viterbo a causa delle dimissioni del sindaco. I quesiti referendari – su cui potranno esprimersi 50.915.402 elettori, di cui 4.735.783 all’estero – sono cinque e riguardano la separazione delle funzioni per i magistrati, la legge Severino, i limiti per la custodia cautelare, le regole per le candidature al Csm e le valutazioni dei magistrati

Elezioni comunali e referendum giustizia: come e dove si vota

La platea dei candidati gareggia per conquistare uno degli oltre 12.600 posti da consigliere comunale nei 978 enti locali in ballo, una percentuale pari al 12,4% dei complessivi 7.904. Le modalità di espressione del voto cambiano in funzione della popolazione. Nei Comuni fino a 15mila abitanti si può tracciare un segno sul nominativo del candidato sindaco o sul contrassegno della lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco: in ogni caso, il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato. Viene eletto primo cittadino il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti si procede ad un turno di ballottaggio domenica 26 giugno tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti.

Sono possibili più soluzioni nei Comuni con più di 15mila abitanti. Tracciare un solo segno sul rettangolo recante il nominativo di un candidato sindaco, senza cioè segnare alcun contrassegno di lista: in questo caso il voto viene attribuito solo al candidato sindaco prescelto; tracciare un segno solo sul contrassegno di una delle liste oppure tracciare un segno sia sul nominativo del candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco: in entrambi i casi il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista collegata; esprimere un voto disgiunto, tracciando un segno sul nominativo del candidato sindaco ed un altro segno su una delle liste ad esso non collegata: in questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata. Diventa sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno); qualora nessun candidato raggiunga tale soglia si tornerà a votare domenica 26 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati.

Nei Comuni con popolazione inferiore a 5mila abitanti si può esprimere una sola preferenza per un candidato consigliere comunale. Sopra quella soglia, non più di due preferenze per i candidati a consigliere comunale, scrivendo il cognome nelle apposite righe tratteggiate poste al di sotto del contrassegno di lista. In caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. Le preferenze devono essere manifestate, esclusivamente, per candidati compresi nella lista votata