Nell’appuntamento di oggi con ” Le cronache del mistero ” ricordiamo uno dei casi di omicidi irrisolti più famosi della storia. Hollywood, Los Angeles, mercoledì 15 Gennaio, 1947. La signora Bersinger passeggiando a Leimert Park, un quartiere meridionale di Los Angeles, scoprì il corpo di una giovane donna. Lo spettacolo fu scioccante. Il corpo era squarciato in due all’altezza dello stomaco e sfigurato sul volto. La vittima era Elizabeth Short.
Il corpo della giovane, di soli 23 anni, presentava diversi segni di violenza, oltre al taglio delle gambe e di parte dell’addome, aveva varie ferite sul cranio, sulla gola e sui seni. Come se tutto ciò non fosse stato già abbastanza orrendo l’assassino sembrò voler lasciare un indizio o forse la sua firma incidendo sul volto della bellissima Elizabeth il Glasgow Smile. Il taglio saliva dai lati della bocca fino alle orecchie, imprimendo su quel volto delizioso un macabro sorriso. L’autopsia in seguito rivelò che la morte sopraggiunse proprio in quest’ultima fase, che causò il dissanguamento della giovane donna.
Il delitto di Elizabeth Short soprannominata la Dalia nera
Soltanto in seguito, l’assassino avrebbe tagliato in due la ragazza, all’altezza dello stomaco, estraendo poi parte delle viscere nascondendole sotto le natiche. A tutto questo l’assassino aggiunse un ulteriore tocco perverso tingendo di rosso i capelli di Elizabeth. Queste erano le condizioni del cadavere al momento del ritrovamento, lasciato sull’erba del parco in bella vista.
La scena dell’omicidio dopo la tempestiva telefonata della signora Bersinger venne irrimediabilmente inquinata da una folla di curiosi e da uno stuolo infinito di agenti delle forze dell’ordine, escludendo così la possibilità di trovare qualche possibile indizio lasciato dall’assassino. L’eco di questa brutta vicenda ebbe un fortissimo impatto sull’opinione pubblica destando la totale attenzione dei media che soprannominarono la giovane Elizabeth “Black Dahlia“, binomio dato dalla sue due passioni; il colore nero e il titolo del suo film preferito “La dalia azzurra“.
Le indagini
Elizabeth Short nacque a Boston il 24 luglio del 1924 e nell’agosto approdò a Hollywood con la speranza d’entrare nel mondo dello spettacolo. L’ultima volta che venne vista viva fu la sera del 9 gennaio 1947 nel salone del Biltmore Hotel di Los Angeles. Le indagini sull’atroce omicidio furono condotte dal Dipartimento di polizia Los Angeles. Per l’omicidio vennero accusati e si auto-accusarono più di 60 persone, per la maggior parte uomini. Alla fine i principali sospetti risultarono 22.
A complicare il caso già compromesso fu il l’atteggiamento dei media e reporter vari che pur di fare scoop infamarono il nome di Elizabeth senza ritengo, arrivando persino, almeno da quanto emerse, a sottrarre documenti inerenti il caso, in alcuni dipartimenti di polizia. Col passare dei giorni questo aspetto mutò quando il presunto killer fece recapitare la prima di tante lettere ad una testata giornalistica, l’Examiner di Los Angeles, invitando i giornalisti a non perdere interesse per il caso, promettendo la restituzione, di alcuni effetti personali di Elizabeth. Il mistero si infittì con l’arrivo di queste lettere che portavano la firma di il “vendicatore della Dalia Nera“. Nonostante questo e gli interrogatori che riguardarono quasi mille persone, nessun elemento aiutò la polizia nel difficile compito di individuare il colpevole. Dal 25 gennaio Elizabeth Short riposa nel Mountain View Cemetery ad Oakland, California. Il delitto resta tuttora irrisolto.
di Loretta Meloni