Emilia-Romagna: allarme peste suina, sospesa caccia al cinghiale

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Di Redazione Metropolitan

Emilia-Romagna: allarme peste suina, sospesa caccia al cinghiale. Blocco totale dell’attività venatoria nei comuni di Zerba e Ottone, e un blocco della caccia collettiva al cinghiale (braccata e girata), la caccia vagante con l’ausilio di cani e l’attività di controllo del cinghiale in forma collettiva nel restante territorio delle province di Piacenza e Parma.

Inoltre, su indicazione del Ministero della Sanità, la sorveglianza dell’animale verrà intensificata, anche attraverso l’esecuzione di battute di ricerca attiva delle carcasse di cinghiale, ma soprattutto controllo e verifica delle condizioni di biosicurezza degli allevamenti.

Queste sono le disposizioni della Regione Emilia-Romagna, in via precauzionale, in merito all’evoluzione legata alla peste suina africana. La malattia, che colpisce suini domestici e cinghiali e non è trasmissibile all’uomo, rappresenta un pericolo enorme, in quanto, se non fermata, potrebbe arrecare un grave danno economico per le aziende emiliano-romagnole del settore della zootecnia.

La situazione è seria per una regione come l’Emilia-Romagna, per la quale il settore suinicolo è un reparto fondamentale della propria economia, con valore di oltre 300 milioni di euro.

Tutto è partito da Piemonte e Liguria, e a seguito dei primi casi, l’Emilia-Romagna decide che non c’è tempo da perdere, quindi stipula un accordo con le due regioni confinanti. Un primo provvedimento, sulla base delle indicazioni dell’Unità di crisi nazionale del Ministero della Salute e firmato del presidente Stefano Bonaccini, sospende la caccia al cinghiale sia a Piacenza che a Parma. La Regione, nel frattempo, ha convocato per i prossimi giorni la Consulta Venatoria regionale e la Consulta agricola regionale, per informare cacciatori, imprese agricole, rappresentanze professionali e cittadinanza delle disposizioni prese per ragioni di tutela.

Ma da dove è cominciato tutto? Il 6 gennaio scorso, nel comune di Ovada (AI) in Piemonte, viene confermato un caso di Peste Africana in un cinghiale, seguito subito da un altro a poche decine di chilometri di distanza. Ciò che allarma, dunque, l’Emilia-Romagna è il fatto che questi luoghi di ritrovamento sono confinanti con il territorio piacentino.

Massima attenzione e occhi aperti. La regione infatti ha istituito un servizio telefonico per segnalare eventuali carcasse di cinghiale che potrebbero essere infette. Nel caso in cui ci si imbatta nei resti di un cinghiale, i cittadini sono invitati a telefonare il numero 051 6092124, segnalando la propria posizione geografica e scattare una foto.

Il materiale cartaceo della campagna informativa è disponibile nelle sedi dei servizi veterinari dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Asl, nelle sezioni provinciali dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lombardia e Emilia-Romagna e nei centri visita di parchi e aree protette. 

Per maggiori informazioni, consultare il sito regionale https://www.alimenti-salute.it/salute-animali/psa-peste-suina-africana.