Caccia alla volpe, campagne inglesi, un campionato nel 1913. Una competizione unica dalla quale, nel dopoguerra, sono nate molte discipline e molti alti tornei su due ruote. Alle origini dell’Enduro tra leggenda e storia: dai successi di pubblico alle divisioni nate nel dopoguerra.
La storia della disciplina è interessante, anche affascinante se vogliamo: come tutte quelle favole di nicchia, quelle che non arrivano al grande pubblico, è piena di aloni di mistero, di leggenda, di mito. C’è addirittura chi sostiene che queste moto siano state usate, in alcune delle loro prime apparizioni, come antagoniste del cavallo nella celebre ‘caccia alla volpe’ praticata, all’inizio del secolo, nelle campagne inglesi. A partire dagli anni venti, si vedevano pionieri anglosassoni della disciplina cavalcare pesanti quattro tempi e gareggiare su mulattiere di ogni genere.
Qualche dato storico, per questo maggiormente verificabile, testimonia la presenza di questo sport in Francia e Inghilterra ai primi del ‘900: la prima manifestazione del genere risale al 1913 quando, a Carlisle (Regno Unito), alcuni britannici e tre francesi scesero in ‘pista’ per competere al primo International Six Days Trial. L’iniziativa partì dalla British Cycle and Motorcycle Manufacturers, che donò alla Fédération Internationale de Motocyclisme un trofeo per premiare il pilota più abile e il mezzo più affidabile.
L’impatto e il successo che ebbe questa disciplina sportiva fu decisamente di grande spessore, tanto è vero che le competizioni divennero abituali. Solo uno di questi tornei fu annullato, quello disputatosi in Germania nel 1939: e non per un motivo strettamente bellico, ma per presunte irregolarità nella classifica da parte della nazione padrona di casa. Galles, Germania, Svezia, Francia, Belgio, Italia, Svizzera e (naturalmente) Regno Unito furono i teatri della ‘Sei Giorni’, fino alla sospensione per la Seconda Guerra mondiale.
Il grande conflitto, oltre a causare divisioni in seno al vecchio continente, portò a una riorganizzazione generale della disciplina. Sì, perché inizialmente il Country Cross (come era chiamato lo sport alla nascita) era riservato unicamente a moto strettamente di serie e si svolgeva solo su strada, anche se le condizioni dei percorsi erano generalmente pessime. Fu solo nel dopoguerra che si videro le prime differenziazioni sostanziali: il motocross, con moto che possono non rispettare il codice della strada; il motorally, con tracciati in ‘campo aperto’; il Superenduro, con solo tracciati indoor e ostacoli artificiali.
Un mondo che ha vissuto scossoni e che lo hanno portato e lo porteranno, come tutte le cose, ad evolversi continuamente. La prossima settimana il focus si sposterà sulle sostanziali differenze tra le diverse discipline e sulle denominazioni che, via via, l’Enduro nel corso della sua secolare storia.