Epifania e Re Magi: ti hanno raccontato una favola e l’hanno dipinta per secoli

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Di Redazione Metropolitan

La più antica fake news è quella sui Re Magi

L’adorazione dei Re Magi, particolare – Gentile da Fabriano – 1423

L’epifania è vicina e presto arriveranno altre sorprese. Che siano doni, dolcetti o carbone, portati da una simpatica vecchietta o meno, devi sapere che la più antica fake news è quella sui Re Magi: prima di tutto, nessuno di loro era di sangue blu e oltretutto, c’è molto altro da scoprire.

Epifania e Re Magi: partiamo subito dicendo che nella storia dell’arte esistono molteplici versioni della scena “Adorazione dei Magi” e che i dipinti antichi dei più grandi artisti, sono oggi le più celebri rappresentazioni iconografiche di questa vicenda legata all’epifania cristiana. Le immagini delle opere in questione, probabilmente influenzate dalle diverse interpretazioni e dal mistero legato a chi fossero davvero i Magi, hanno loro volta contribuito alla divulgazione di quella favoletta che tutti noi conosciamo e tramandiamo: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre – i tre Re Magi di etnie diverse – seguono per giorni la scia della stella cometa e il sei gennaio, raggiungono il giaciglio di Gesù a Betlemme.

Per onorare la nascita del Re dei Giudei, ognuno di loro offre al piccolo un dono: oro, incenso e mirra – omaggi dal potente valore simbolico e terapeutico – erano gli unici degni di essere offerti al Re dei Re.

Nei dipinti di Gentile da Fabriano, Giotto e altri grandi artisti del passato, i Magi sono vestiti di abiti eleganti e preziosi. I tre, giungono al cospetto di Gesù con una corona in testa e sullo sfondo celeste di Giotto, si nota il bagliore di quella stella che ha indicato loro la strada. Eppure è avvenuta un’autentica elaborazione fantasiosa dell’unica narrazione evangelica che li riguarda. Partendo proprio dalla loro effettiva identità, vi segnaliamo gli aspetti che ancora oggi sono materia di studio di teologi, scienziati e critici d’arte.

Gaspare, Melchiorre e Baldassarre: tre nomi misteriosi, per tre Magi che non furono Re

Nel parlare dei tre, secondo tradizionale racconto occidentale, facciamo riferimento a Gaspare, Melchiorre e Baldassarre ma c’è da dire che i Magi non furono mai identificati per nome, non furono mai Re e nemmeno furono mai quantificati. Il testo del Vangelo secondo Matteo, unico documento cristiano che racconta la scena, resta molto vago e recita:

Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo” Vangelo secondo Matteo (2: 1;12)

Non vi è quindi nessuna traccia specifica riguardo la loro identità. I Magi, giunti da oriente, non vengono descritti in alcun modo e restano avvolti dal mistero ancora oggi. L’approfondimento che vi riportiamo di seguito, trova credito nei tanti riferimenti scientifici, storici e teologici che hanno via via identificato e analizzato i diversi “punti critici” di tutta la vicenda. Ma chi erano questi magi? Fuori dal Vangelo e da questa storia, erano sacerdoti dei Medi, avi degli attuali Curdi: un popolo montanaro che nel VI secolo a. C. fu sottomesso dai Persiani. Il greco Erodoto dice che interpretavano i sogni e studiavano gli astri. Ecco che si apre la seconda grande imprecisione: quella della tanto poetica stella, che scientificamente non è mai stata una cometa dalla lunga scia luminosa.

Una stella cometa mai esistita

Adorazione dei Magi. Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova
Adorazione dei Magi, Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova

La prima rappresentazione della cometa, inserita nel contesto dell’adorazione dei Magi, risale al medioevo: la dipinse Giotto con la sua grande coda, nella Cappella degli Scrovegni di Padova. L’artista fu suggestionato dalla visione del passaggio della cometa di Halley, avvenuto qualche anno prima (1301) e riportò la sua visione nell’opera.

Nessuno aveva mai accostato l’idea che una scia indicasse la strada ai Magi e l’espressione “stella cometa”, come apprendiamo dalla scienza e dallo studio dell’astronomia, è sbagliata: i due, sono corpi celesti molto diversi. Le stelle sono grandi masse fatte di elio e idrogeno in cui avvengono continue fusioni nucleari, mentre le comete sono pezzi di roccia e ghiaccio.

Ma c’è altro: uno studio dell’astrofisico e cosmologo americano Grant Mathews, (Università cattolica di Notre Dame) ipotizza che il fenomeno sia stato un eccezionale allineamento planetario accaduto nel 6 a.C. Questo evento celeste, visibile a est, spiegherebbe la direzione del viaggio dei Magi che scambiarono la sua luce per una stella.

Ma il testo di Matteo è attendibile?

Epifania e Re Magi: considerando l’analisi del testo evangelico di riferimento, si rende evidente quanto le interpretazioni popolari abbiano arricchito la storia di particolari e abbiano trasformato la visita dei Magi in una delle più antiche Fake news cristiane: ma la scarna versione di Matteo è attendibile?

“Tutto lascia pensare che la vicenda dei Magi sia solo un artificio letterario-propagandistico. Matteo scrisse intorno all’anno 80, quando la nuova religione si stava diffondendo fuori dalla Palestina. Probabilmente il suo vangelo volle lanciare un messaggio ai non-Ebrei, dicendo che Gesù si era rivelato anche e soprattutto a loro: infatti per gli Ebrei i magi erano “gentili”, cioè pagani; eppure, secondo Matteo, seppero dell’arrivo del Messia prima del clero di Gerusalemme” Mauro Pesce, docente di Storia del cristianesimo