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ESCLUSIVA: un aperitivo con Gianluca Iacono

Vi è mai sfiorata l’idea di poter prendere un aperitivo con Vegeta? Come vi sentireste a fare una lunga e divertentissima chiacchierata con Marshall Eriksen? Ma soprattutto, siete sicuri che sareste capaci di rimanere impassibili di fronte alla voce del Principe dei Saiyan?

Se la risposta è no, allora potete avere una vaga idea della nostra reazione nel trovarci di fronte Gianluca Iacono, l’incredibile doppiatore che ha contribuito a rendere indimenticabili personaggi come Marshall di How I Met Your Mother, Gordon Ramsay e ovviamente il più famoso di tutti: Vegeta.

Nel disperato e fallimentare tentativo di tenere a freno il nostro animo fangirl più nascosto, abbiamo fatto quattro chiacchiere con Gianluca. Un’esperienza unica e singolare, atta a ripercorrere alcune tra le tappe salienti della carriera di un mito. Tonante tanto nella sua personalità, quanto nella sua inconfondibile voce, l’inarrestabile artista ci ha onorate di un paio di chicche esclusive da tramandare ai nostri già fortunati posteri. Volete assaporare il medesimo privilegio?

Mettetevi comodi e godetevi il video, allora. Stolti se non lo farete!

Tu vieni dal mondo del teatro e so che all’inizio della tua carriera il doppiaggio era un’attività piuttosto saltuaria per te. Cosa ti ha portato poi a rimanere in questo mondo?

“Ni, è vero fino ad un certo punto nel senso che ho iniziato le cose contemporaneamente. Però quando io ho iniziato, che avevo in testa di fare l’attore, l’idea del doppiaggio proprio non esisteva. […] Quando ho iniziato a studiare recitazione quindi, è ovvio che ho fatto più teatro, ma ho iniziato anche subito con la voce. Il mio allora insegnante di dizione a Torino, che era un attore e aveva una scuola di fronte alla rai, mi fece fare subito delle cose. Quindi una volta imparato a parlare un po’ meglio […] ho iniziato a fare le cose contemporaneamente. Diciamo che prima ho fatto mooolto più teatro di quanto poi ne abbia fatto dopo, […]. Il doppiaggio però l’ho fatto quasi da subito: 1983 io ho fatto il mio primo turno di doppiaggio. Un po’ l’uno, un po’ l’altro e poi il doppiaggio sempre di più perché a volte boh… le cose succedono. E poi da un punto da un punto di vista economico, fare l’attore solamente di teatro è veramente dura […].”

 Quanto conta per te, nonostante la natura del tuo ruolo, “metterci la faccia” davanti al pubblico? Credi che dare un volto alla tua voce crei un tipo di legame col pubblico che abbia un valore aggiunto non trascurabile?

“Si, si, questo è un po’ legato al fatto ovviamente che non mi reputo solo un doppiatore ma mi reputo un attore che fa doppiaggio. Poi c’è magari il fottuto egocentrismo che hanno un po’ tutti gli attori, quella parte che può essere più sana o meno sana, la voglia di apparire, di comunicare col viso col corpo[…] mi porta a cercare di farmi vedere un po’ di più. Mentre prima non ero così presente. Man mano, non so se avete notato ma lentamente ho iniziato a fare sempre più cose e credo che ne farò sempre di più. Anche perché facendo anche l’attore magari  faccio un cortometraggio, faccio uno spettacolo e quindi oltre al fatto che doppio faccio vedere anche quest’altro lato.”

Il doppiaggio italiano ha pochi rivali al mondo, con una tradizione lunga e per lo più impeccabile. Qual è secondo te la forza dei doppiatori italiani, rispetto a quelli di altri paesi, dove spesso preferiscono proporre direttamente i prodotti in lingua originale, sottotitolati?

“Il doppiaggio italiano credo che sia forse il più vecchio in assoluto, perché nasce nel periodo del fascismo. Ormai sono almeno ottant’anni che esiste il doppiaggio italiano. E’ nato prima a Roma, anzi è nato ancor prima in America quando i primi immigrati italiani, i primi attori, hanno iniziato a doppiare dei film perché venissero poi portati sul mercato italiano. E quindi poi questa tradizione si è sviluppata sempre più nel tempo. Il punto di forza è che facendolo da così tanto tempo, e così nel dettaglio credo che siamo riusciti a raggiungere dei livelli di sfumature nella recitazione con la voce che non mi sembra francesi, spagnoli abbiano. Ad orecchio mi sembrano un pochettino più quadrati. Anche io quando insegno, ai miei allievi dico “voi vi dovete muovere col corpo”, devi esserci con tutto te stesso, perché sennò diventa uno speakeraggio, una roba un pochettino più fredda […].”

Durante la sua lunga carriera da doppiatore, costellata di innumerevoli personaggi a cui ha prestato un’identità, Gianluca è in grado di individuare un momento preciso in cui gli sia capitato di pensare “quasi quasi mollo tutto e vado a cercare le sfere del drago”?

 “Mah mi è successo la settimana scorsa… No ahahah, nel senso che a volte si è rotti e non si rompe. Magari più per le condizioni in cui si lavora, per il fatto che le richieste dei committenti sono a volte sproporzionate rispetto al tempo che uno ci può mettere e quindi la qualità se ne va a benedire ogni tanto […]. Quindi a volte mi è sfiorato il pensiero. Ad un certo punto tu dici “che faccio”? Andare all’estero mi piacerebbe un sacco, però dovrei veramente rivedere tutta una serie di cose. E’ vero che recito, però recito anche tanto con la voce, per cui la lingua è molto attaccata alle cose che faccio. E poi vabbè, una volta negli anni Novanta, in Merak, prima di doppiare Dragon Ball. All’epoca facevo anche un sacco di teatro cabaret, quindi andavo in giro con un’altra ragazza, un’altra attrice, e andavamo in giro per locali e per le piazze in Italia a fare gli scemi. Ed era il periodo in cui stavano un po’ venendo fuori anche Ficarra e Picone, Ale e Franz, insomma bazzicavamo le sesse realtà. E all’epoca avevo detto “No basta, io mollo il doppiaggio, mollo tutto e mi butto soltanto afare teatro cabaret, nel teatro”. E quindi mi sono preso tre mesi di pausa […]. Dopo tre mesi ho capito che non era cosa, e sono tornato. Sennò non avrei mai doppiato Dragon Ball tra l’altro e magari Vegeta avrebbe avuto tutta un’altra voce […].” 

 

Hai dato la tua voce a decine di personaggi, da Gordon Ramsey a Marshall di How I Met Your Mother, passando anche per il mondo dei videogiochi. Il più iconico di tutti però è indubbiamente Vegeta, e noi siamo curiose di sapere: qual è stato il primo impatto con il principe dei Saiyan? E soprattutto che rapporto c’è con un personaggio al quale hai prestato la tua voce per così tanto tempo?

“Allora, la prima volta me la ricordo anche. Sai ci sono quei momenti nella vita che tutti noi ci ricordiamo e ci ricorderemo per sempre. Quello me lo ricordo, chissà perché. E mi ricordo quando quello che è conosciuto come Paolo Torrisi, ma che in realtà per noi era Maurizio Torresan, mi fece vedere per la prima volta Vegeta, che scende con la navicella insieme a Nappa, mi ha detto “Mah è arrivato questo personaggio”. Ma non si sapeva che evoluzione avrebbe avuto, non si sapeva niente e quindi mi ha detto “Ti va di farlo?”. E mi ricordo la prima volta che l’ho fatto, perché poi l’ho riguardata a distanza di anni e ho detto “Ma come ho fatto?”. Perché l’ho fatto con questa voce un po’ così, antipatico… Perché anche fisicamente era diverso, era meno macho quando è arrivato la prima volta. Per cui non sapevo per quanto l’avrei fatto, non sapevo niente di Dragon Ball, non sapevo niente di Vegeta […]. Il rapporto poi negli anni è cambiato nel senso che c’ho lavorato un sacco, l’ho fatto, quindi una bella esperienza. Però era semplicemente un lavoro per me. Nel tempo siete stati VOI i colpevoli di tutto questo casino intorno al personaggio e a Dragon Ball, perché fino ai primi anni 2000 ogni tanto sì, qualcuno era interessato ma poco. Però la rete era anche molto meno presente, non c’era Facebook, non c’era internet con la fibra come adesso, quindi i rapporti erano diversi. Da quando i rapporti con i fan e con gente in rete sono diventati più assidui, tutti mi hanno fatto capire il valore che aveva sia Dragon Ball sia Vegeta, sia l’apporto che ho dato al suo personaggio con la mia voce. E quindi lentamente ho accettato. Perché prima pensavo “Ma che c’avrà sta roba qui di esaltante” e poi invece diciamo che sono riuscito, in una sorta di compromesso con me stesso, a capire il valore della cosa e anche a divertirmici di più. E ci scherzo molto, perché non mi piace prendere troppo sul serio il mio lavoro e quello che faccio. Mi piace molto scherzarci, perciò io e Vegeta ormai ci prendiamo per il culo a vicenda. E infatti quella famosa cosa che ho messo della foto con l’action figure di Vegeta, in realtà è una sorta di pre-pubblicità di una cosa che farò. Quella famosa roba di “Vegeta è morto, l’ho ucciso io”, sono 10 anni che ne parlo, all’inizio volevo fare uno spettacolo teatrale, però era troppo complicato, poi volevo fare una cosa in video, però come? Con disegni animati fatti da zero? E con i diritti della Toei come si fa? Insomma, nel mentre è passato il tempo. E invece pare che quello che voglio fare, forse lo faccio. Per cui presto ci saranno delle novità. Insomma, io e Vegeta interagiremo nella vita di tutti i giorni, che poi l’idea divertente per me era quella, di fare una cosa anche comica. E a breve pubblicherò un video che ho fatto nove anni fa, nel quale c’è anche Maurizio Merluzzo, che era un quarto di quello che è adesso, con Jacopo Calatroni, con Omar Maestroni e avevamo fatto una giornata nella quale volevamo fare la locandina di questo spettacolo “Vegeta è morto, l’ho ucciso io”. Quindi ho fatto il backstage di quella giornata in cui abbiamo fatto la foto, presa dall’alto, con Maurizio Merluzzo vestito da poliziotto, c’è Bulma con la coda. Lui da la coda di Vegeta a Bulma che è in lacrime, ma insomma, non vi faccio troppi spoiler perché poi lo vedrete quando lo pubblico.Quindi questo è un po’ il rapporto che c’è ora tra me e il buon vecchio Veggie.”

 

Foto dal web

Domandone sadico e spietato: la volta in cui hai rosicato tantissimo per l’assegnazione, ad un altro, di un personaggio che avresti voluto doppiare intensamente?

“Sì, mi è successo. Avrei voluto doppiare il protagonista de “il Pianista”, interpretato dal bravissimo Adrien Brody (grazie, google). Se devo pensare a quando, invece, mi è capitato di rosicare per un personaggio “mio”, sicuramente è successo quando Vegeta è stato mandato al cinema con un’altra voce. All’epoca, per prendere un po’ per il culo la situazione, realizzai un video che girò su youtube in cui ridoppiavo una scena di Dragon Ball. Ho fatto un po’ di divertita polemica, nonostante ci fu chi la prese malissimo. In quell’occasione mi diede un po’ fastidio il modo in cui era stata fatta questa cosa, in quanto, solitamente, ci si sente nella considerazione “ah, questo qui ha sempre doppiato tizio, proviamo a vedere se vuol venire a farlo”. Non andò così. Certo è che, se non avessero fatto Dragon Ball Super qui a Milano, un po’ mi sarebbero girate”.

 

 La soddisfazione più grande per un doppiatore?

“Dal punto di vista artistico, la consapevolezza che quella roba lì sia venuta veramente bene. Per me, in più, la soddisfazione arriva quando mi dimentico di essere io, mentre guardo il film in questione. Anche perché il miglior doppiaggio è quello che non si vede, quando ti dimentichi chi hai doppiato e ti godi il film per quello che è. Poi sicuramente è soddisfacente se ti capitano personaggi interessanti, nei quali mettere in azione le tue capacità. Vegeta, ad esempio, perché lo è? Perché è complesso e contorto! E’ cattivo ma non è cattivo, è incazzato ma non lo è sempre; tutte queste contraddizioni rendono un personaggio interessante. Se è lineare, invece, dopo un po’..du palle!”

 

Ti è mai successo di dar voce a qualcuno che, per carattere, nella vita reale avresti sputato in un occhio per dirittissima facendo, quindi, fatica ad interpretarlo?

“Guardate, su due piedi non riesco a trovarne effettivamente uno che mi sia stato “antipatico”. Questo perché mi è capitato di doppiare il pazzo, lo psicopatico..tutti personaggi che sì, se li incontrassi nella vita di tutti i giorni, oltre a starci molto lontano, mi farebbero schifo. Per questo non ne saprei identificare uno, anche perché poi a me spesso danno i cattivi, con questa faccia e questa voce d’angelo, non so proprio perché! (te possino, Gianlu ndr)
Ma se devo pensare, al contrario, a personaggi simpatici che mi hanno fatto divertire parecchio, dico spesso: Lapino di Fur Tv, un Kermit per adulti, che aveva l’accento portoghese. Poi, Acciugo Paciugo in Space Goofs – Vicini troppo vicini, che andava in onda su Italia 1 e che hanno tagliato abbondantemente. Il motivo? Si scoprì che non era proprio una serie per bambini, il mio personaggio infatti era un alieno transessuale con un misto di cose. Per esempio aveva pure il ciclo, e c’era un episodio incentrato sul fatto che non avesse gli assorbenti! In questo caso tirai fuori tutta la parte femminile che avevo (vi consigliamo vivamente di vedere il video in cui la mette splendidamente in evidenza ndr) e mi sono divertito un sacco”.

Foto dal web

 

Quando sei in sala doppiaggio e ti appresti a dare personalità, con la tua voce, al personaggio che ti viene assegnato, quanto metti di te, di Gianluca, in questa operazione?

“Una bella domanda. E’ spesso lo “sparti-acque” dell’attore in generale, no? Distaccarsi o mettere del proprio. Nel mio caso, io ci metto molto del mio. Anche quando devi doppiare qualcuno che ha fatto una strage di bambini, vai a cercare la parte malvagia di te, in quel momento, nonostante non lo faresti mai nella vita reale. Conta moltissimo anche la tecnica, un aspetto che faccio notare spetto ai miei allievi; se non ce l’hai, non puoi farlo. Puoi avere anche delle cose bellissime da dire ma se non riesci ad esprimerle, diventa tutto più complicato. Nel 1996, per esempio, nello spettacolo teatrale “Aspettando Godot”, ho interpretato un personaggio che parlava una volta sola e poi, per tutta la durata della recitazione, stava zitto. In quel caso, essendo surreale, che vai a pescare di tuo? Dovresti inventartelo un po’ di sana pianta. L’obbligo è sempre essere veri e lasciarsi andare, soprattutto”.

 

Di recente, in occasione dell’uscita fresca fresca di Battle for Azeroth, hai prestato il tuo bel vocione a Bwonsamdi: il loa della morte in World of Warcraft con l’accento di Pulcinella. In primis: quanto ti sei divertito in questo ruolo. E, da buona redazione nerd che si rispetti, ti chiediamo: quanto lo sei tu, nel senso più generico del termine.

“Diciamo che quando avrei avuto la possibilità di essere nerd, non esistevano quelli che oggi sono i nerd. All’epoca si usava questo termine per riferirsi a chi seguiva molto l’informatica e stava sui primi computer, quando io in pratica avevo 20 anni, intorno al 1990. Intrippati con i doss e il commodore 64. Sicuramente da ragazzino andavo alla sala giochi, ovvio. Non ero comunque parecchio attratto dall’elettronica, ma guardavo molti cartoni animati: l’Uomo Tigre, Capitan Harlock ecc. Ero già preso dal teatro, avevo anche un gruppo in cui cantavo e strimpellavo le tastiere, ero un bel darkettone col ciuffo e la matita nera sotto agli occhi. (Signori, ci ha mostrato la prova fotografica di questa rivelazione, è caldamente suggerita la visione di questa fantastica esclusiva ndr)
Per quanto riguarda Bownsamdi invece, mi sono divertito parecchio. L’accento campano in generale lo so riprodurre, anche perché diversi anni fa avevo fatto Pulcinella in una sorta di pre-film che avevano fatto di Totò Sapore e la pizza. Poi Pulcinella lo doppiò Lello Arena, napoletano DOC, e in quello sceneggiato c’erano i fratelli Bennato che avevano fatto la colonna sonora di questo film d’animazione. E poi, come ho anticipato prima, ho una madre salernitana e quindi ho avuto modo di ascoltare molto, per anni, la parlata tipica dei napoletani quando andavo in vacanza.

Rimanendo in tema videogiochi, a breve uscirà un altro personaggio di cui non posso dire assolutamente niente altrimenti vengono qua, mi portano via e mi gambizzano. Ricordo con piacere comunque Alarak (Starcraft II), uno cattivissimo e senza pietà.. quelli divertenti da fare, insomma.”

Bwonsamdi- Word of Warcraft

 

Ringraziamo Gianluca con tutto l’AMMORE e la spropositata stima che possiamo radunare. Restiamo in fremente attesa di captare nuove e succulente anticipazioni. Lunga vita a Vegeta e ad un illustre professionista. Ad Maiora!

 

Ps: Non dimenticate di fare un salto su Dragon Ball – Pagina Italiana, la community nazionale più grande dedicata a Dragon Ball!

ALESSIA LIO
ANTEA RUGGERO

 

 

 

 

      

 

 

 

 

 

 

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