Eugène Delacroix, è stato un artista e pittore francese, considerato il principale esponente del movimento romantico del suo paese. I temi dei suoi dipinti sono la politica, il fascino dell’esotico ed il racconto del mito. É considerato un vero maestro nell’uso del colore, impiegato per mettere in risalto i movimenti e la drammaticità della scena. Il vero capolavoro dell’arte di Delacroix è rappresentato infatti da “La Libertà che guida il popolo” del 1830. Non smise mai di dipingere sino alla sua morte, il 13 agosto 1863.

È il principale rappresentante del Romanticismo e l’autore dell’opera che incarna l’ideale rivoluzionario francese. La reputazione di Eugène Delacroix va di pari passo agli sconvolgimenti che la sua pittura provocava sulla scena artistica del tempo. Baudelaire, suo amico ed estimatore di lui disse: “Delacroix era fortemente innamorato della passione, e freddamente determinato a cercare i mezzi per esprimerla nel modo più visibile”.

Delacroix, l’incontro con Géricault e il suo instancabile amore per la pittura

Delacroix, Il massacro di Scio (1824)
Delacroix, Il massacro di Scio (1824)

Eugène Delacroix nasce il 26 aprile 1798 in una località vicino Parigi. Sua madre era figlia di un ricco commerciante e aveva sposato Charles-François Delacroix, un importante avvocato con una fiorente carriera politica. A soli 8 anni però, perde il padre e la famiglia si trasferisce a Parigi dove il pittore frequenta il liceo imperiale ed inizia ad approfondire lo studio per le materie artistiche. Una delle esperienze più significative della vita di Delacroix fu senza dubbio l’incontro e la successiva amicizia con il pittore francese Théodore Géricault.

Lo incontra all’Ecole des Beaux-Arts e rimane fortemente colpito dalla “Zattera della Medusa”. Fa numerosi viaggi in Africa settentrionale e nell’Europa meridionale, dove rimane incredibilmente affascinato dalle diverse culture. Per la sua prima commissione pubblica Delacroix dipinge la “Vergine delle messi” per la chiesa di Orcemont. Nel 1822 la carriera di del pittore prende brillantemente il via quando viene ammesso per la prima volta al Salon.

I grandi capolavori di Delacroix

Eugène Delacroix, La barca di Dante (1822)
Eugène Delacroix, La barca di Dante (1822)

La barca di Dante“, una scena melodrammatica dell’Inferno dantesco, diventa il centro di discussione della mostra e viene addirittura comprato dallo stato. Due anni dopo ebbe un altro successo al Salon con il “Massacro di Scio“, ispirato alle recenti atrocità turche durante la guerra d’indipendenza della Grecia.

Delacroix - La Mort de Sardanapale (1827)
Delacroix – La Mort de Sardanapale (1827)

Nel 1827, Delacroix subisce però un grande insuccesso al Salon quando presenta “La morte di Sardanapale“, un dipinto che fu unanimemente respinto dalla critica e che provocò persino imbarazzo tra i suoi amici più cari. Fu così che al Salon del 1831, con “La Libertà che guida il popolo“, il pittore sperava di cancellare il suo fallimento e di ottenere il favore del potere dominante del re Luigi Filippo I.

Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo (1830)
Eugène Delacroix, La Libertà che guida il popolo (1830)

Nel 1832 Delacroix compie un viaggio in Nord Africa, da cui trae ispirazione per nuovi soggetti. I dipinti di questa serie mostrano la particolare attenzione con cui l’artista osserva i costumi locali, e rivelano la sua abilità nel riprodurre i colori brillanti e la luce dorata del Mediterraneo. Tra i più noti, “Donne d’Algeri nelle loro stanze”, esposto al Salon del 1834 e acquistato dal re in persona. Negli anni fra il 1833 e il 1843 Delacroix riceve commissioni di importanti lavori. Negli anni ’40 torna a soggetti ispirati alla storia antica e alla mitologia. La produzione di Delacroix è però enorme. Dopo la sua morte gli esecutori testamentari trovarono più di 9000 diversi lavori nel suo studio, tra cui alcune centinaia di dipinti e 6000 disegni.

Eugène Delacroix, Le donne di Algeri (1834)
Eugène Delacroix, Le donne di Algeri (1834)

A volte i nudi sensuali, le immagini scabrose e crude di cadaveri, fecero scandalo. C’era anche chi non capiva la sua pittura così moderna, fatta di piccoli tocchi, pennellate in apparenza approssimative, che lui chiamava “flochetage”. Nonostante il successo infatti, e la fiorente carriera artistica, Delacroix vive una vita quasi in completa solitudine e non si sposa mai. Come spesso accade nel campo dell’arte, la bravura di Delacroix fu veramente riconosciuta a pieno solo in tarda età, quando gli furono commissionati degli importanti cicli di affreschi al Luxembourg, sede del Senato francese, a Saint-Sulpice, al Louvre e a Palais Borbon.

“Se non sei capace di fare uno schizzo di un uomo che cade dalla finestra prima che dal quinto piano arrivi a terra, allora non sarai mai capace di produrre lavori monumentali”

Ilaria Festa

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