Gli eventi cardiovascolari non devono mai essere sottovalutati, infatti richiedono un intervento tempestivo e il ricovero immediato presso una struttura ospedaliera.

In caso di infarto e arresto cardiaco il trattamento efficace viene realizzato in ambito ospedaliero, ad ogni modo è essenziale che la persona che entra in contatto con i soccorsi rimanga vicino al sofferente.

Spesso, è possibile dare un contributo significativo seguendo le indicazioni della centrale operativa, ad esempio realizzando se richiesto un tentativo di rianimazione cardiopolmonare. Conoscere questi eventi consente di avere maggiore consapevolezza in tali situazioni, un aspetto che in alcune circostanze può fare la differenza.

Infarto e arresto cardiaco: di cosa si tratta esattamente

Per capire la differenza tra infarto e arresto cardiaco la dottoressa Martina Briani, cardiologa presso Humanitas, propone un interessante approfondimento sull’argomento.

Humanitas, in particolare, oltre ad essere un ospedale ad alta specializzazione e sede di insegnamento universitario, è anche un importante centro di Ricerca attraverso la Fondazione Humanitas per la Ricerca, in cui una delle attività è incentrata proprio sulla ricerca cardiologica.

Come riportato anche dalla dottoressa Briani, l’infarto si manifesta per l’occlusione di una coronaria, ostruzione che può essere parziale o totale, a causa di un coagulo o trombo sulle placche aterosclerotiche. Tra i fattori di rischio conosciuti ci sono il fumo, un livello elevato di colesterolo nel sangue, il diabete mellito e l’ipertensione arteriosa, oltre alla predisposizione familiare, condizioni che possono favorire le lesioni aterosclerotiche.

L’arresto cardiaco, invece, è una situazione in cui il cuore si blocca, in quanto viene meno l’attività elettrica cardiaca. In questo caso le possibili cause possono essere diverse, ad esempio un infarto che provoca delle lesioni piuttosto ampie, un’aritmia o una miocardite grave.

Altre origini per un arresto cardiaco possono essere uno scompenso cardiaco terminale, le conseguenze di un trauma nella zona toracica con successivo tamponamento cardiaco, alcune condizioni genetiche oppure un’insufficienza respiratoria.

Quali sono i principali sintomi dell’arresto cardiaco e dell’infarto

L’arresto cardiaco è un evento estremamente serio, poiché in pochissimo tempo la persona perde coscienza, ad ogni modo prima di tale condizione si possono manifestare alcuni sintomi in base alle cause dell’arresto cardiaco.

Ad esempio, l’evento potrebbe essere preceduto da dolore nella zona toracica quando l’arresto cardiaco è provocato da un infarto, da difficoltà nella respirazione se l’origine è legata a un’insufficienza respiratoria, oppure da palpitazioni in seguito a una tachiaritmia.

Tra i sintomi più frequenti e comuni dell’infarto ci sono sudorazione fredda, malessere intenso e stanchezza, tuttavia a differenza dell’arresto cardiaco la persona rimane di solito cosciente durante l’evento cardiovascolare.

Il segnale più comune è ovviamente il dolore toracico, con l’avvertimento di una sensazione di oppressione nella zona del torace, dolore che il più delle volte si espande anche ad altre zone limitrofe come il collo, il braccio sinistro e la mandibola.

Ad ogni modo, i sintomi dell’infarto sono numerosi e piuttosto complessi da riconoscere, qualora non si tratti delle situazioni appena descritte, rendendo particolarmente difficile riconoscere questo evento in presenza di segnali meno frequenti. Si tratta ad esempio del dolore addominale e della nausea, sintomatologie più comuni negli infarti che colpiscono le donne, tuttavia la manifestazione di questi sintomi non deve essere mai sottovalutata.

Cosa fare in caso di infarto e arresto cardiaco

La presenza di sintomi riconducibili a un infarto o un arresto cardiaco, quest’ultimo più semplice da riconoscere ma anche più pericoloso, richiede il contatto immediato con i soccorsi attraverso il servizio d’urgenza del 118.

Per ottimizzare l’intervento dei soccorritori è importante essere in grado di descrivere la sintomatologia, in questo modo gli specialisti possono eventualmente indicare alcuni interventi urgenti da realizzare sulla persona in pericolo di vita.

In caso di arresto cardiaco viene effettuata una rianimazione cardiopolmonare, per cercare di sostenere gli organi vitali e, se necessario, tentare di rimettere in funzione l’attività cardiaca del cuore. Il protocollo è specifico, partendo dalla compressione manuale del torace e dalla respirazione bocca a bocca, fino ad arrivare alla stimolazione attraverso defibrillazione.

Dopo un infarto viene effettuato un procedimento di coronarografia e angioplastica, allo scopo di riaprire la coronaria ostruita, oppure in alternativa può essere praticata una terapia farmacologica in alcuni casi specifici.

In entrambe le situazioni, arresti cardiaci e infarti richiedono l’intervento immediato dei soccorsi, con il successivo ricovero presso una struttura ospedaliera, per realizzare una diagnosi precisa e realizzare il procedimento più indicato in base alla condizione riscontrata.