Ex Ilva: il rifiuto della proposta di trasferimento dei fondi

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Di Redazione Metropolitan

Vanno alla detronizzazione dell’ex Ilva di Taranto 150 milioni di fondi inizialmente destinati alle bonifiche delle aree inquinate esterne ed interne alla fabbrica. Il trasferimento di fondi è stato votato nelle commissioni Attività produttive e Finanziarie del Senato nell’ambito del DL Energia.

Il voto ha però spaccato la maggioranza: contro il trasferimento dei fondi si sono schierati Pd, M5S e Leu; mentre a favore abbiamo Lega e Forza Italia. Al contrario, si sono astenuti Fratelli d’Italia ed Italia Viva. La questione nasce comunque dall’annuncio del Premier Mario Draghi che l’Ilva, a fronte della crisi provocata dalla guerra in Ucraina, andava messa nelle condizioni di produrre.

Le due misure intraprese

Con il nuovo DL sono state quindi intraprese due misure: i 150 milioni per decarbonizzare e la garanzia pubblica Sace al 90% sulle linee di credito che l’azienda avrebbe eventualmente attivato. In particolare il M5S si è subito schierato contro il trasferimento dei fondi ed ha anche provato a sbarrare di nuovo il passo, parlando di centralità delle bonifiche per Taranto e di mancanza di chiarezza sui piani dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. L’operazione non è però riuscita.

In Senato si sono avuti 14 si sul trasferimento e 14 no. Per il regolamento del Senato, il voto pari vuol dire che la proposta non è accettata. Salvini commenta: “errare è umano, perseverare è diabolico. È la seconda volta che votano contro le misure per l’ex Ilva. Non ora, ma mi aspetto da Draghi che prenda posizione al rientro dagli Usa perché poi arriva in aula. Sono stati estremamente scorretti”. Per il capogruppo in commissione Finanze per Italia Viva Mauro Marino invece “la verità sul blitz dell’emendamento Ilva del M5S è che i grillini hanno provato a mandare sotto il Governo. Su quell’emendamento c’era il parere contrario del Governo, l’accordo era di non ripresentarlo, ma la smania elettorale è troppa e punta a far fibrillare un governo autorevole come quello di Draghi pur di risalire nei sondaggi”.

I commenti sul rifiuto della proposta

Il vicepresidente M5S Mario Turco ha proposto l’emendamento per far restare i 150 milioni sulle bonifiche e sostiene che il rifiuto della proposta sia “l’ennesimo schiaffo alla città di Taranto. Lo ribadiamo: questa acciaieria – rileva Turco – può avere un futuro produttivo soltanto se si chiudono le fonti inquinanti e viene resa eco-sostenibile, e se si introduce un sistema di valutazione preventiva dell’impatto ambientale e sanitario come la valutazione integrata dell’impatto ambientale e sanitario”.

Per il sindaco uscente Melucci “le forze di centrosinistra e progressiste avevano dato un’indicazione chiara al Governo. Noi non siamo contrari alla decarbonizzazione. Lo riteniamo un passaggio fondamentale ma deve avvenire in un quadro di chiarezza e certezza. Che sul futuro dell’ex Ilva mancano. Torniamo perciò a chiedere con urgenza un tavolo per l’accordo di programma che stabilisca che sarà dell’ex Ilva e riporti le relazioni con l’azienda in un quadro di civiltà e rispetto”.

Ginevra Mattei