F1, la storia della Safety Car

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Di Redazione Metropolitan

Presente in ogni Gran Premio, spesso data per scontata, impossibile comunque da non notare; la Safety Car, la macchina della sicurezza, colei che quando entra in pista può cambiare le sorti di una gara che sembra già scritta. Ma qual è la storia della Safety Car, questa vettura che accompagna ogni weekend di F1?

L’inizio della storia della Safety Car in F1

L’idea originale della Safety Car arriva, come tante altre cose, dagli Stati Uniti; durante la corsa “Indianapolis 500” del 1911, fa il suo ingresso in pista una vettura, chiamata Pace Car in America, che guida le macchine nel giro di lancio per poi rientrare. Per le case automobilistiche è ovviamente un’opportunità di marketing imperdibile; negli anni poi la Safety Car diviene qualcosa di indispensabile alla sicurezza in primis, ma anche al divertimento delle gare di F1.

23 settembre 1973. Durante il GP del Canada fa la sua prima comparsa nella storia della F1 la Safety Car. L’uso della vettura fu preso in considerazione dopo l’incidente che coinvolse la Tyrrell di Cevert e la McLaren di Scheckter; come ogni novità però, il primo approccio della Safety Car fu parecchio disastroso. La vettura al posto di posizionarsi alla guida del gruppo, quindi davanti al leader della gara, sbagliò pilota; la Safety infatti si mise davanti alla monoposto di Ganley creando una confusione di cui approfittò Revson, dichiarato vincitore della gara anche se il risultato fin chiaramente falsato.

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Porsche 914/6, GP Canada 1973 – Photo Credit: F1 Twiter Account

Dalla prima idea all’accordo Mercedes

L’idea di mettere una macchina per la sicurezza venne all’ex pilota Herbert Linge che grazie all’aiuto di Bernie Ecclestone, ai tempi manager della Brabham, realizzò questo progetto. Lo scopo della Safety Car era quello di rallentare la velocità delle monoposto; in questo modo era possibile ripulire la pista da incidenti o detriti in tutta sicurezza o valutare le condizioni del circuito senza per forza sospendere la gara. Negli anni si sono visti tanti modelli di Safety Car diversi; solo nel 2000 la Federazione firmò un accordo per una fornitura unica targata Mercedes, sia per Safety che per Medical Car.

Fino a questo contratto infatti ogni Gran Premio poteva avere una sua Safety Car e questo negli anni risultò difficile da gestire; ogni vettura infatti aveva caratteristiche tecniche diverse e non sempre le macchine scelte potevano sostenere una velocità adatta a tenere dietro delle monoposto di F1. Con l’accordo firmato, oltre ad avere uno stesso modello in ogni gara valevole per il Mondiale, si ebbero anche delle regole precise sull’uso della vettura; guidata da un pilota professionista, affiancato da un osservatore della Federazione, la Safety Car entra in scena quando piloti e commissari sono in immediato pericolo. Spesso e volentieri Safety Car è sinonimo anche di divertimento; raggruppare i piloti in pista infatti vuol dire ripartenza, annullamento dei distacchi, nuova gara e forse finale diverso.

Le Safety Car negli anni

La Safety Car che debuttò al GP del Canada 1973 fu una Porsche 914/6; la vettura presentava una carrozzeria color giallo così come le due bandiere attaccate sul retro della macchina. A Montecarlo, tra il 1980 e il 1983, scese in pista una Lamborghini Countach; a partire da quegli anni esplose l’idea della Safety Car tra le case automobilistiche come grande occasione per farsi pubblicità. Nel 1993, al GP del Brasile vinto dal pilota idolo di casa Ayrton Senna, fece la sua comparsa come Safety Car una Fiat Tempra 2.0; nello stesso anno, in Gran Bretagna, era invece scesa in pista una Ford Escort RS Cosworth.

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Mercedes AMG GT, Safety Car 2020 – Photo Credit: Mercedes F1 Official Twitter Account

Nel tragico weekend di Imola, la Safety Car divenne la vettura tedesca Opel Vectra; sempre nel 1994, a Suzuka, debuttò invece una vettura di casa, una Honda Prelude. L’anno successivo, durante il GP d’Ungheria fece il suo ingresso in pista la Tatra 623; in quell’occasione la Safety investì, fortunatamente senza gravi conseguenze, l’ex pilota Taki Inoue impegnato a spegnere un incendio. Sempre nel ’95, a Spa, la Safety Car fu affidata ancora ad una Porsche, la 911 GT2; mentre in Canada si preferì adottare una Lamborghini Diablo. Al GP in Argentina nel 1996 si vide in pista una Renault Clio Williams; fu l’ultima Safety Car diversa da una Mercedes.

Dal 1997 infatti, in via non ufficiale, Mercedes prese il sopravvento sulle Safety Car; 3 anni dopo la FIA decise di firmare un accordo con la casa tedesca per la fornitura unica sia delle vetture di sicurezza che di quelle mediche. Il pilota ufficiale della Safety Car è, da allora ad oggi, Bernd Maylander; fanno eccezione le prime 3 stagioni, affidate a Gavin, e il GP del Canada 2001, dove Maylander fu sostituito da Fassler per infortunio. Per questi 20 anni, Mercedes è quindi padrona di mostrare i suoi modelli in pista grazie al contratto economico; un’unica eccezione, sempre in Canada ma nel 2007, quando al primo rientro della Safety Car seguì il terribile schianto di Kubica. La vettura non era pronta a rientrare immediatamente e viste le condizioni la direzione mandò in pista per qualche giro una Honda Civic.

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