“Favolacce”, l’atteso film dei fratelli D’Innocenzo ha debuttato ieri on demand. Sarà possibile assistere alla pellicola che ha conquistato l’Orso d’argento per la migliore sceneggiatura alla Berlinale in streaming su Infinity, Chili, Sky Primafila Premiere e Google Play. La decisione di proporre il film in streaming è stata presa a causa della chiusura delle sale cinematografiche imposta dal coronavirus.
Favolacce, la favola nera dei fratelli d’Innocenzo
Dopo il grande successo ottenuto a Berlino con la conquista dell’Orso d’argento alla migliore sceneggiatura, “Favolacce” dei fratelli D’Innocenzo , il film italiano più atteso dell’anno, debutta oggi in streaming. Si tratta di una favola nera ambientata nelle periferie di Roma. Un film scritto a soli 19 anni dai fratelli D’Innocenzo, che già ci avevano regalato un’altra perla come “La Terra dell’Abbondanza“. Un lungometraggio che, spiegano in un intervista, “sembra scritto ora e risulta attuale, con quei riferimenti alla convivenza forzata, una condizione comune a tutti in questo momento condizionato dall’emergenza Coronavirus”. Tra gli interpreti di questo film Elio Germano, premiato a sua volta alla Berlinale per la sua interpretazione in “Volevo nascondermi”. Lo ritroviamo nei panni di Bruno che è vittima insieme alla sua famiglia della solitudine e dell’inquietudine del mondo in cui vive.
L’esperimento dello streaming
“Una scelta dettata dalla volontà di continuare a incontrare il pubblico, nonostante le restrizioni imposte in questo periodo, che hanno richiesto la chiusura temporanea delle sale”. Con questa parole hanno spiegato la scelta dello streaming Vision Distribution, Pepito Produzioni e Rai Cinema.
Un esperimento importante che vuole riportare il grande cinema al pubblico che ne è stato privato a causa della chiusura delle sale cinematografiche imposta dall’emergenza coronavirus. Un pubblico che per i fratelli d’Innocenzo “deve essere parte integrante del film e quindi lo possa interpretare e non che sia un semplice spettatore”. Soprattutto se si tratta di un film “democratico” che “lascia tante finestre aperte”.