Cinema

Fellini e Sordi negli scatti di un paparazzo

All’ombra del Cupolone, che in bellavista sormonta i tetti. Che improvviso, in tutta la sua maestà si erge a ricordare che siamo a Roma capitale. Proprio sotto la sua protezione, a due passi dal colonnato, va in scena la mostra “FelliniSordi, 100 anni per i protagonisti del cinema italiano“. Un inno alla bellezza della città eterna e al suo cinema mai dimenticato.

Fino al 30 Agosto, presso Spazio 5 in via Crescenzio 99/d, dal Lunedì al Venerdì dalle ore 16-20, l’appuntamento è con le foto di Carlo Riccardi. Quest’anno i due protagonisti famosi nel mondo, Fellini e Sordi, avrebbero compiuto 100 anni. E il loro talento incommensurabile, pari al vuoto che hanno lasciato, si celebra con 70 scatti, patrimonio dell’Archivio fotografico Riccardi.

Federico Fellini - ph Carlo Riccardi
Federico Fellini – ph Carlo Riccardi

100 anni racchiusi in foto

Si ripercorrono momenti della loro carriera. Scatti rubati dietro le quinte. Con le loro espressioni giocose, pensose, catturate da chi il mestiere di fotografo lo esalta ad arte. Foto come fossero quadri, dove si potrà cogliere lo stupore dei loro occhi mentre ricevono premi. Grati, e con l’ingenuità pura di chi non si abitua mai al successo. Due grandi rimasti “veri” negli anni a venire. Loro hanno incarnato i sentimenti di rinascita dell’Italia del dopoguerra. La speranza, il desiderio, l’audacia, espresse nei personaggi e raccontate nei film. Sentimenti che, anche oggi, sono monito di forza per la ripresa dai difficili tempi odierni.

Alberto Sordi, romano nato a Trastevere, è stato la maschera, unica, comica e grottesca, in cui tutti si sono rispecchiati. La rappresentazione dei difetti dell’italiano sotto la veste ironica. Allegorie e caricature le sue doti vincenti, tra umiltà e vanagloria. Mentre tutti in America veneravano Marlon Brando, con un giubbotto di pelle saldo sulla motocicletta, Sordi faceva vergognare gli “americanizzati”. Con Un americano a Roma, aveva messo in ridicolo quella generazione che copiava gli oltreoceano, e da quelle imitate sembianze, tornavano a parlare come erano cresciuti.

Dalla mostra Fellini-Sordi, Foto Archivio Riccardi
Dalla mostra Fellini-Sordi, Foto Archivio Riccardi

Personaggi eterni come Roma

Federico Fellini, di madre romana e romano d’adozione, è stato simbolo dell’Italia nel mondo. Esempio per tutti i cineasti. Ha raccontato la capitale con l’impronta magica delle sue visioni. A volte malinconiche, eccessive, ma avvincenti, di quella fantasia interiore che non si può domare. Rendendo questa città, già immensa per splendore, la culla dell’arte cinematografica. Con quel tocco d’immortalità che il cinema, generoso di sogni, sa donare.

La gloria è impressa nei vicoli, nelle piazze, nei sampietrini, tutti pezzi romani enfatizzati dalla pellicola. Per Fellini si inventò l’aggettivo “felliniano”, che entrò di diritto nel vocabolario cinematografico. Ad indicare tutte le volte che un’idea o un’immagine, si vestivano di fasto, di inventiva, di inconscio. E gli si devono anche altri termini coniati: “vitelloni”, “bidone”, e l’internazionale “dolce vita”.

Dalla mostra Fellini-Sordi, foto Archivio Riccardi
Dalla mostra Fellini-Sordi, foto Archivio Riccardi

Uno scrigno, l’Archivio Riccardi

Le foto inedite di questi due amici, sono il risultato, ambito e faticato, di 70 anni di lavoro di un paparazzo per eccellenza. Un signore elegante per stile e portamento, che ha regalato il suo tempo a questa attività. Carlo Riccardi, un simbolo, l’unico fotografo che aveva l’automobile. Una Topolino impegnata nelle corse con destinazione via Veneto. Un sorriso contagioso il suo, per nulla sbiadito dal tempo. Il cui inesorabile trascorso si vede solo nel passaggio dal bianco e nero della pellicola, al colore delle foto.

Aneddoti e racconti non si risparmiano in compagnia del fotografo. Ha immortalato gli ultimi 60 anni di storia italiana. Scrupolosamente catalogati in un archivio che è Patrimonio di Interesse Nazionale. Tra i ricordi di una vita appena passata, le lunghe passeggiate che Sordi e Fellini facevano insieme. Sognavano, parlavano delle loro aspirazioni. Meditavano di diventare celebri. Un grande attore, nei desideri di Alberto. E il più grande regista del mondo, certezza piena di orgoglio, nella fantasia mista a profetica verità, di Federico.

Dalla mostra Fellini-Sordi, Foto Archivio Riccardi
Dalla mostra Fellini-Sordi, Foto Archivio Riccardi

Nostalgia del mondo che fu

Guardare la mostra, tirando a far tardi nei pomeriggi estivi, in cerca di frescura, sarà come camminare al fianco dei due indimenticabili personaggi. Quasi prendendoli per mano. In un effetto di luci e spontaneità che fa apparire la foto reale, come se mani e braccia attraversassero la cornice per porgere una delicata carezza. Così tra un ammiccamento, una smorfia, un sorriso rivissuto in fotografia, si penserà ancora alla vecchia Roma, alla dolce vita, ai tempi che furono. A quelle due anime sognanti, inconsapevoli che avrebbero, loro, fatto sognare.

Federica De Candia Seguici su MMI e Metropolitan cinema

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