Festa del papà, ecco 5 film da vedere

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Di Redazione Metropolitan

Oggi si celebra la Festa del Papà ecco cinque film per festeggiarla al meglio, guardando una di queste imperdibili pellicole sul rapporto padre-figlio!

Festa del papà, cinque film imperdibili

Ecco, di seguito, in occasione della Festa del Papà l’elenco di cinque film da non perdere:

1. Big Daddy – Un papà speciale

5 film per la festa del papà

Si tratta del più grande successo cinematografico per l’attore protagonista Adam Sendler, che in questa commedia interpreta Sonny Koufax, un ‘bambinone’ trentenne occupato a trascorre i suoi giorni a non fare nulla, e trascurando il problema stesso. Un giorno, però, suona alla sua porta Julian, un adorabile bambino di 5 anni, interpretato alternamente dai gemelli Dylan e Cole Sprouse, ai loro primi esordi. 

Julian viene affidato erroneamente a Sonny dagli assistenti sociali, e, sebbene le prime esitazioni, quest’ultimo decide di accogliere e prendersi cura del piccolo Julian, inizialmente per fare colpo su una ragazza, Corinne, poi ,però, si affeziona realmente, tanto che si dispera quando, ora, a bussare alla porta è l’assistente sociale, il quale, scoperta la vera identità dell’uomo, costringe Julian a salutare tra le lacrime  il ‘suo neo-papà’. Sonny, però, decide di non arrendersi, presentandosi in tribunale per richiederne la custodia. 

2. Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre

L’esilarante Robin Williams veste i panni (letteralmente) di Mrs. Doubtifire, una britannica signora settantenne, scelta come governante da Miranda Hillard, interpretata da Sally Field, per badare alla casa e ai suoi tre figli Lydia, Nathalie e Christopher.

Nel film, però, Robin Williams è anche Daniel Hillard, padre dei tre ragazzi e appena ex marito di Miranda, la quale gli vieta di badar lui ai figli ritenendolo inaffidabile. Daniel, intanto, soffre anche della sua disoccupazione di doppiatore che gli ha costato la possibilità di vedere i figli soltanto il sabato, tanto che, venuto a conoscenza della ricerca di una nuova governante, escogita un modo per candidarsi e farsi assumere da Miranda, proprio sotto mentite spoglie di Mrs. Doubtfire.

I ragazzi sono entusiasti del tempo trascorso con la “nuova signora”, fino a quando scoprono la vera identità, che, però, decidono di nascondere con la madre per proteggere l’amato padre.

Tuttavia, il segreto viene rivelato alla fine di una cena, in cui Robin Williams è costretto a mandare avanti un buffo doppio gioco: da una parte presiede a una cena di lavoro, finalizzata a un’importante assunzione nel mondo televisivo per Daniel, dall’altra si festeggia la cena di compleanno di Miranda a cui Mrs. Doubtfire è stata gentilmente invitata. È previsto, però, un epilogo dove si dimostra che l’amore tra padre e figli supera i confini del divorzio.

3. La vita è bella

Vincitore di tre Premi Oscar, miglior film straniero, miglior attore protagonista e migliore colonna sonora (Nicola Piovani), il film di Roberto Benigni vede come protagonista Guido Orefice, un uomo italiano di origine ebrea, interpretato dallo stesso Benigni, che, nel triste periodo bellico delle persecuzioni razziali, viene deportato insieme alla sua famiglia in un lager nazista. 

Lì cercherà di proteggere il figlio Giosuè dagli orrori dell’Olocausto, facendogli credere che tutto ciò che vedranno e vivranno sia parte di un fantastico gioco in cui verranno sottoposti a prove durissime a fine di vincere il meraviglioso premio finale, un vero carro armato.

Riduttivo sarebbe spiegare le strazianti dinamiche che si intrecciano nella pluripremiata pellicola, bensì, quando si parla di questo capolavoro, è bene riconoscere la maestria del nostro attore toscano che riesce a giocare con la storia in modo serio e leggero, conducendo ad un unico risultato: una commovente meraviglia cinematografica.

4. Beautiful Boy

Film del 2018 basato sui libri Beautiful Boy: A Father’s Journey Through His Son’s Addiction di David Sheff e Tweak: Growing Up on Methamphetamine di suo figlio Nic Sheff e che ci presenta Brad Pitt come uno tra i suoi produttori.

Vediamo Steve Carell, attore che ci ha abituato ai suoi ruoli comici, in un ruolo, al contrario, estremamente drammatico, quello di David Scheff, un padre che cerca di aiutare in ogni modo il figlio Nic ad uscire dal tunnel della tossicodipendenza. Il figlio è il non da meno bravissimo attore Timothée Chalamet, uno dei più amati negli ultimi anni che, sebbene la giovane età, conta già  notevoli interpretazioni nella sua carriera cinematografica.

David vive l’atroce esperienza di vedere il proprio figlio diventare dipendente dalle metanfetamine. Nic conduce, infatti, l’adolescenza tra le più oscure forme di abbrutimento mentale e fisico, alla continua ricerca di uno sballo sempre più forte e recando, con le sue continue bugie, sempre più dolore al padre, il quale è, invece, alla disperata ricerca di un sistema per capire la malattia del figlio chiedendo consiglio a tutti e nutrendo sempre grande speranza per il futuro di Nic, iniziando contemporaneamente a metabolizzare e ad accettare dentro di sé la dura verità.

5. La ricerca della felicità

Esordio americano per Gabriele Muccino scelto da Will Smith, produttore della pellicola, che recita, nel ruolo dell’aspirante broker Chris Gardner, vicino al figlio Jaden Smith, che sarà suo figlio Christopher anche nel film.

Chris Gardner, rimasto senza casa e senza lavoro nella città di San Francisco nel 1981, a seguito dell’ennesimo rifiuto della sua partita di scanner per rilevare la densità ossea, acquistata con i risparmi di una vita, decide di inseguire l’american dream addentrandosi in una serie di scelte professionali rischiose. 

Chris entra come stagista nell’azienda Dean Witter, che prevede un corso non pagato della durata di sei mesi prima dell’effettiva assunzione, che spetterà solamente a uno tra i 20 aspiranti broker. Il finale vede la realizzazione del sogno tanto ambito e l’inizio di una nuova vita lavorativa.

Al suo fianco sempre il figlio Christopher di otto anni, che crede fermamente nelle capacità del padre e gli riserva costantemente dolci incoraggiamenti, fulcro di commoventi scene e massime motivazionali che contraddistinguono il film.

Francesca D’Oriano

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