Festa di San Giovanni, miti e tradizioni della notte più “magica” dell’anno

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Di Redazione Metropolitan

Oggi si celebra San Giovanni Battista, unico santo per il quale la chiesa Cattolica celebra sia la nascita, il 24 giugno che la morte, il 29 agosto. E’ una festa molto antica, carica di magia e di mistero. Vediamo insieme alcune credenze legate a questa antica festa prima pagana e poi cristiana.

Lanotte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, è forse la notte più incredibile dell’anno, celebrata da centinaia d’anni con riti ed usanze popolari. Di origine pagana è commemorata già dai romani dei primi secoli, dove culti ed  incantesimi si mescolano sotto la luce delle stelle. 

San Giovanni, l’inizio del periodo più fertile dell’anno

San Giovanni, Leonardo da Vinci_photocredit:arte-opere-artisti
San Giovanni, Leonardo da Vinci_photocredit:arte-opere-artisti

Il Cristianesimo integra con quella di San Giovanni la festa pagana del solstizio d’estate. La giornata più lunga dell’anno vede il Sole, simbolo del fuoco divino, entrare nella costellazione del Cancro, simbolo dell’acqua e dominato dalla Luna. Ogni popolazione in era precristiana festeggiava questa data. Questo dava luogo a cerimonie di ringraziamento verso le divinità e a rituali propiziatori e divinatori della nuova stagione.

E’ per questo che sono arrivate fino a noi alcune di queste tradizioni legate alla Luna, all’acqua purificatrice legata a San Giovanni Battista ed al battesimo, e al Sole, quindi fuoco ed energia, falò e riti legati alla natura con le sue erbe e piante. Della Festa di San Giovanni, parla già Sant’Agostino intorno al 400 a.C. nei suoi scritti sulla Chiesa africana latina. 

Tante le credenze legate al giorno prodigioso di San Giovanni

Decollazione di San Giovanni Battista, Caravagio_PubblicoDominio
Decollazione di San Giovanni Battista, Caravagio_PubblicoDominio

La più antica credenza, narra che non si può fare il bagno in mare prima del 24 giugno, quando scende dal cielo la trave di fuoco. Sulla trave si trovano Erodiade e la figlia Salomè che vagano e si lamentano disperate per la colpa di aver chiesto la morte di San Giovanni Battista. Gli anziani raccontano anche che quel giorno la sfera solare è più luminosa del solito e si può vedere un cerchio di fuoco che gira. 

Le leggende dicono che solo a mezzanotte avviene la fioritura di una pianta di felce. Chi riesce a coglierla acquista la fama di saggio e la capacità di leggere il passato e prevedere il futuro. Secondo la tradizione inoltre chi nasce in questa notte ha poteri speciali e sarà protetto dal malocchio e dalle potenze malefiche. La notte di San Giovanni è anche celebre e resa ancor più magica dai suoi mille fuochi, che si accendonoin tutta Europa. Tradizione antichissima tramandata dai Fenici che adoravano il dio Moloch.

Falò di San Giovanni a Torino_photocredit:guidatorino
Falò di San Giovanni a Torino_photocredit:guidatorino

Non si possono catturare le lucciole perché proprio in quelle ore incarnano le anime vaganti del purgatorio. Si può raccogliere la rugiada che nella magica notte acquista poteri miracolosi per curare ogni male. Concludendo con le feste del solstizio si assisteva alla glorificazione dell’acqua, simbolo della fecondità e della purificazione. San Giovanni, il primo battezzato,diventa così protettore dalle influenze malefiche, assicurando la rinascita della luce. 

Irituali” di previsione sentimentale

Chi, tra le ragazze da marito, riesce a vedere la testa di San Giovanni decapitato nel cerchio di fuoco, si sposa entro l’anno. La divinazione delle nubili era un rituale molto comune e avveniva anche con il sistema delle tre fave sbucciate diversamente tra loro, poste dalle ragazze sotto il cuscino. Usanza molto diffusa in Calabria.

Aglio ed erbe per la notte di San Giovanni_photocredit:eclpipsemegazine
Aglio ed erbe per la notte di San Giovanni_photocredit:eclpipsemegazine

In Veneto, invece, la notte di San Giovanni, le ragazze che avevano più di un pretendente scrivevano su dei bigliettini i nomi dei loro spasimanti. Piegavano i biglietti e li gettavano in un catino d’acqua. Il bigliettino che a contatto con l’acqua si apriva per primo, conteneva il nome dell’uomo “giusto”. I maschi, invece, dovevano cogliere delle foglie di maggiorana  verbena e valeriana, farle seccare al sole, ridurle in polvere e, al momento propizio, gettarle addosso alla donna desiderata.

Chi non prende aglio a San Giovanni, è povero tutto l’anno”.

spina solstitialis_photocreit:sardegnaflora
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A San Giovanni è usanza intrecciare le teste d’aglio, da consumare l’inverno successivo, per tenere lontani gli spiriti maligni. Mangiare le lumache fritte o in umido purché raccolte nella notte, portano invece fortuna e felicità coniugale. In Calabria è tradizione (soprattutto femminile) raccogliere anche altre piante officinali per conservarle e utilizzarle durante l’anno. Usanza che discende direttamente dalla spina solstitialis dei Romani. Venivano raccolti mazzetti di fiori spinosi ed erbe con cui si chiedeva il favore degli Dei. Inviare dei mazzi d’erba e fiori nel giorno di San Giovanni era anche segno di buon augurio e voleva essere un gesto di pace e di fratellanza.

Il giorno di San Giovanni è anche legato alle pratiche dell’ “affascino”, utilizzato per combattere il malocchio. In tutti i paesi un tempo c’erano donne, in genere le più anziane, che conoscevano i segreti dell’erba di San Giovanni. Queste avevano il potere di allontanare i demoni, ma anche di evocarli. Potevano insidiare i bambini nelle culle, eccitare l’odio o l’amore, produrre malattie, gettare il malocchio su uomini e animali.

Ilaria Festa

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