Filottete, il mito ri-scritto e ri-vissuto di Eugenio Sideri

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Di Redazione Metropolitan

Filottete è l’eroe di Orazione epica, opera in versi su musiche punk del regista e drammaturgo ravennate. L’influenza di Heiner Müller

“Il teatro è vita e parla sempre agli uomini e alle società del presente. Io quindi non interpreto, non attualizzo, non porto nessun costume d’epoca in scena, il teatro può essere solo il qui e l’ora”. Eugenio Sideri, regista, autore e drammaturgo ravennate, introduce così la sua Orazione epica. Una riscrittura del mito di Filottete, in 493 versi in rima baciata, edito da Fernandel nel 2019 e portato in scena dalla sua compagnia Lady Godiva Teatro.

FILOTTETE - DA SX MASSIMILIANO RASSU, ENRICO CARAVITA E MANUEL ZAPPATERRA(C)  MARCO PAROLLO  (C)  MARCO PAROLLO
FILOTTETE – DA SX MASSIMILIANO RASSU, ENRICO CARAVITA E MANUEL ZAPPATERRA, PROTAGONISTI DI ORAZIONE EPICA (C) MARCO PAROLLO

Primo appuntamento, su Metropolitan Magazine, per avvicinarsi alla tragedia greca attraverso la prospettiva di un autore contemporaneo che sceglie come chiave di lettura quella di un passato che in scena non conosce né celebrazione né omaggio. Solamente i versi accompagnati dal suono duro e cupo di basso e batteria, che richiamano le atmosfere punk anni Settanta, mentre le suggestioni della mitologia greca vengono filtrate dalla visione di Heiner Müller.

E’ infatti dall’incontro con l’opera Philocktet del drammaturgo tedesco che prende il via l’avventura sideriana in questa tragedia greca. Dove, spiega il regista, “Sofocle resta come ombra, e avanza la sua fabula. Piccole storie per parlare della Storia. La forza di questo autore, che opera per anni nella Ddr, considerato l’erede di Brecht, sta anche in questo.

FILOTTETE - EUGENIO SIDERI (C) 
MASSIMO MORRI
FILOTTETE – EUGENIO SIDERI (C) MASSIMO MORRI

Nella sua capacità di riprendere il passato per tramandarlo al presente, ri-scritto e ri-vissuto, in un’opera incessante in cui la scena e la scrittura non sono mai statiche, ma dinamiche e vive rispetto alla società che rappresentano”. Un’attrazione, quella verso l’opera di Müller, morto nel 1995, rinsaldata dall’anno di pubblicazione che coincide con quello della sua nascita, nel 1968. Coincidenza? Destino?

 FILOTTETE - ENRICO CARAVITA (C) MARCO PAROLLO
FILOTTETE – ENRICO CARAVITA (C) MARCO PAROLLO

Protagonista del recital-concerto Enrico Caravita accompagnato dai musicisti Manuel Zappaterra e Massimiliano Rassu. “Raccontiamo il mito e l’epos di un episodio che vede contrapposti, in un piano machiavellico, Ulisse e Filottete, la ragion di Stato e l’umanità”. Ma anche il tradimento, l’amicizia e la diversità come condanna sono temi dell’opera che continuano a renderla così vibrante anche se Sofocle l’ha scritta nel 409 a.C.

FILOTTETE - LA LOCANDINA DI ORAZIONE EPICA DI EUGENIO SIDERI (C) ENRICO RAMBALDI
FILOTTETE – LA LOCANDINA DI ORAZIONE EPICA DI EUGENIO SIDERI (C) ENRICO RAMBALDI

E’ il mito dell’eroe puro e maledetto. Ecco i versi iniziali:

C’è stato un tempo in cui cominciava/la guerra più grande che si ricordava/per essa quell’uomo era partito/e con sette navi guidava spedito.

Ma una volta arrivato, per Filottete, le cose non vanno bene. Morso da un serpente sacro che lo ha reso zoppo e infetto a vita, diventa un peso inutile per Ulisse che persegue l’utile sopra ogni cosa e lo lascia nell’isola di Lemno alle cure ormai inutili dei sacerdoti guaritori.

così bastò un momento di disattenzione/e rapido il morso giunse in direzione/ la gamba colpì provocando il disastro/ in un attimo il piede si fece nerastro

Ed è sempre a Lemno che Neottolemo, il giovane, e Ulisse, lo scaltro e senza scrupoli, dopo 10 anni, sbarcano. Cercano le preziose armi di Filottete: arco e frecce che gli ha donato Eracle, l’eroe defunto. Senza le quali la guerra di Troia non troverà fine. Eppure Ulisse ha tradito e condannato l’arciere, considerando quel morso del rettile una maledizione.

 La guerra si vince se torna in battaglia/di Eracle l’arco e la freccia mitraglia.

I due guerrieri, ora si ritrovano, uno davanti all’atro: l’opportunismo e la furbizia di Ulisse, contro l’ingenuità, il coraggio e la sofferenza di  Filottete.

Allora ti dico, prova a pensare/che Ulisse potrebbe diverso sembrare:/disposto a ingannare, disposto a mentire/come un infame disposto a tradire/disposto alle spalle un amico colpire/pur di vedere il suo piano riuscire

La vicenda narrata senza mediazione dalla voce ombrosa e amara di Caravita, sullo sfondo il suono martellante e ossessivo di batteria e basso  che rende greve e densa di lutto l’atmosfera sul palco.  Un’opera che, parafrasando Sideri “ è grido e denuncia, percussione e violenza, ma anche sussurro graffiante”.  E ancora: “una lectio che non ha la pretesa di insegnare, ma semplicemente il desiderio di mostrare raccontando”.

Di seguito una clip dello spettacolo

Anna Cavallo