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Settembre 7, 2024, sabato

“Finché notte non ci separi”: l’eterno mistero dell’amore nella città eterna

Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano sono due neosposi (già in crisi) alla loro prima notte di nozze nel secondo film alla regia di Riccardo Antonaroli. Finché notte non ci separi, remake all’italiana – o alla romana – dell’acclamata commedia “Honeymood” (Talya Lavie), arriva in sala dal 29 agosto: ve ne parliamo in anteprima.

Finché notte non ci separi: trama

Eleonora (Pilar Fogliati) e Valerio (Filippo Scicchitano) si sono appena sposati e sono pronti a passare la prima notte di nozze in un lussuoso hotel di Roma, ma il romanticismo e l’entusiasmo lasciano presto il posto a dubbi e litigi: una crisi scaturita da un anello, ultimo “regalo” di Ester (ex fidanzata di Valerio), che Eleonora trova all’interno di una busta nella sua tasca.

Nel non ricevere spiegazioni dal marito, Eleonora decide di andare a chiedere direttamente alla sua ex fiamma, ma rincorrere questa risposta si rivelerà più difficile del previsto. La serata dei due freschi sposini si trasforma in un viaggio tra taxi, autobus, infinite camminate e un giro in monopattino, in una magica e quasi surreale Roma notturna, che porterà la coppia faccia a faccia con amori passati, a fare i conti con i loro diversissimi caratteri, con i rispettivi difetti nonché con loro stessi, a separarsi e ritrovarsi per capire la questione più importante: come (e se) rimanere insieme. Quel fatidico “sì” che è sinonimo di promessa eterna rimarrà tale?

Non è la rom-com che ti aspetti

Più che una classica rom-com, Finché notte non ci separi è una commedia drammatica, con un tono romantico agrodolce, che dosa momenti intensi con la leggerezza comica conferita da alcuni personaggi, come i genitori di Valerio che fanno di tutto per spiarlo nella prima sera del matrimonio, o i siparietti affidati a colui che è un po’ il “personaggio jolly” della pellicola, un impiegato dell’albergo che compare furtivamente ogni volta qualcuno si trovi vicino alla Love Suite (la stanza d’hotel dove trascorrono – o dovrebbero – la notte i due protagonisti) per fornire una lista dettagliata di chi vi ha alloggiato.

Generazioni di sposi

Il tema del matrimonio nel film tocca diversi aspetti, a cominciare quello generazionale: alcune figure del film, come il tassista e gli stessi genitori di Valerio, fanno da riferimento/esempio di vita coniugale longeva. Ciononostante, questo velo di apparente perfezione cala immediatamente. Il tassista un momento parla del lungo matrimonio con sua moglie e quello dopo è al telefono con l’amante; allo stesso modo Valerio si confronta con suo padre per capire se, dopo tanti anni di condivisione della vita domestica e lavorativa con la moglie, si siano stancati l’uno dell’altra. E la risposta non è quella che si aspetta (o almeno, non quella che vorrebbe sentire una persona inguaribilmente romantica tra il pubblico), ma corrisponde molto spesso a verità e comune quotidianità.

Il confronto tra generazioni si divide su due livelli: se da una parte i due sposi vengono incoraggiati, per certi versi, per aver deciso di fare questo passo così giovani perché “oggi non si sposa più nessuno”; dall’altro si trovano di fronte alla realtà di una scelta che forse non hanno ponderato a sufficienza, e di un impegno che (già a poche ore dal matrimonio stesso) inizia a mostrare i primi segni critici, non sapendo se saranno in grado di portarlo avanti e a termine. Per entrambi si rivela complicato lasciare andare i propri ormeggi, la vecchie abitudini da persone “giovani e libere”, confrontarsi con i propri sogni.

Finché notte non ci separi: la notte (romana) porta consiglio

Il viaggio per le strade di Roma porta i protagonisti alla scoperta ancora più profonda l’uno dell’altra, dei loro lati e difetti peggiori, e poi singolarmente a un viaggio interiore che metterà sia Eleonora sia Valerio davanti ai propri “mostri”: lei che scappa di fronte all’amore per paura di soffrire ma non intende cambiare fino in fondo; lui che non è mai completamente onesto, aperto nelle relazioni.

Per farsi un esame di coscienza anziché continuare a scontrarsi i due devono prima allontanarsi, ed è in quel momento che inizia la ricerca di se stessi, che si compie attraverso incontri casuali, piuttosto irreali nel caso di Valerio, o completamente fittizi ed elaborati dal subconscio nel caso di Eleonora. Solo così si trovano faccia a faccia con tutte le loro incertezze e i loro “pattern” relazionali, solo così possono capire se vogliono tornare insieme.

Finché (un’altra) notte non ci separi

Il fantomatico “per sempre felici e contenti”, che è frequentemente il finale di molte commedie romantiche ma l’inizio di quest’opera, alla fine esiste? Com’era intuibile, a questa domanda non c’è risposta chiara, come accade anche nella vita reale. Entrambi devono sicuramente lavorare su se stessi (ma d’altronde chi non deve), e trovare la loro strada come coppia tanto quanto come singoli individui.


Intanto, affacciati al balcone della suite con una vista mozzafiato dell’alba su Roma, anche loro si chiedono la stessa cosa (“stiamo insieme? Per oggi o per sempre?”) e, poco dopo, riescono forse a dare senso, anche se solo momentaneamente, a questo grande ed eterno mistero dell’amore, quando Valerio dichiara: “per oggi stiamo insieme per sempre”.
Può darsi che sia questo il trucco, rinnovare le proprie promesse un giorno alla volta, o almeno fino a quando non si presenterà un altro ostacolo, segreto, o pretesto (come un anello o, chissà, magari un numero di telefono) che rimetta tutto ancora in dubbio. Insomma, finché non capiterà un’altra notte che può separare.

Michelle Quattrocchi

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