“Fiore”: stasera in TV il delicato racconto di due giovani lasciati a se stessi

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Di Redazione Metropolitan

Gli ultimi, i dimenticati, tornano ad essere raccontati sul grande schermo nel terzo lungometraggio di Claudio Giovannesi, “Fiore” (2016), stasera in seconda serata su Rai 2, alle ore 00,30. Il regista del più famoso “La paranza dei bambini”, ci parla ancora una volta dei giovani attraverso uno stile per niente retorico. Il film racconta una storia di giovani abbandonati a se stessi, che si ritrovano a quel punto a fare le scelte sbagliata per necessità. Si tratta di una narrazione sicuramente piuttosto scarna e delle dinamiche già viste, questo è certo, ma “Fiore” è la dimostrazione del grande talento registico di Claudio Giovannesi, che racconta la storia della protagonista con misura e delicatezza, evitando di cadere in un eccessivo didascalismo.

Il film parla di Daphne (Daphne Bonori), una giovane detenuta con un passato difficile alle spalle. La ragazza è giovane e ribelle, ma ha anche una sensibilità fuori dal comune. Un giorno conosce Josh, un altro detenuto che si trova nell’ala maschile, e tra i due scatta subito una scintilla. I ragazzi, che si trovano in reparti diversi del riformatorio, iniziano una relazione clandestina fatta di sguardi e lettere. Proprio questo legame porta Daphne, sempre cresciuta nell’indifferenza di un mondo che l’ha trattata da ultima, a credere che per lei possa esserci un lieto fine.

Trailer del film

Il tema e lo stile di “Fiore”

Giovannesi, classe ’78, è un regista a cui piace molto raccontare la realtà attraverso gli occhi degli adolescenti. Lo ha già fatto con successo, e si riconferma con questo film, che è una vera sfida per lui, perché non era semplice non essere banali con una trama del genere. Il suo scopo è quello di “osservare”, come un documentarista che segue il suo protagonista, e infatti è largamente presente nel suo film l’uso della camera a mano. Il regista romano non azzarda particolari o didascaliche indagini sociologiche, anche se ci mette di fronte a tutto ciò che scaturisce dai fenomeni della società. In questo caso, ad esempio, raccontandoci una ragazza abbandonata a se stessa, prima di tutto dai genitori ma anche dal sistema, ci fa riflettere sulla società e su quanto il bisogno di amore sia umano e anche l’unica fonte di salvezza per tutti.

Infatti, anche se apparentemente ribelle e noncurante, è proprio questo ciò che Daphne desidera: essere amata. Dunque Giovannesi imposta la sua ricerca sulla sfera emotiva, rispettando e sena mai giudicare i suoi protagonisti. La storia d’amore proibita è un classico sia della letteratura sia del cinema, e il regista italiano la racconta con una delicatezza d’altri tempi la crescita di questo sentimento attraverso lo scambio di bigliettini e sguardi che raccontano molto. Questi due giovani, nell’ambiente opprimente del riformatorio esprimono tutta la loro vitalità, e fioriscono. Così come il loro amore. In questo sono molto bravi gli attori, in particolare l’esordiente Daphne Bonori, che non aveva un compito semplice. Infatti il suo personaggio, seppur apparentemente duro, ha un universo emotivo non semplice da raccontare. Buona la prova anche del collega Joscua Algeri, che veste i panni di Josh. Nel cast sono presenti anche Valerio Mastandrea e Laura Vasiliu.

I protagonisti di "Fiore" - Photo Credits: Internazionale
I protagonisti di “Fiore” – Photo Credits: Internazionale

La sceneggiatura e l’accoglienza al film

Sicuramente si poteva fare di più in sceneggiatura, aggiungendo elementi di maggiore complessità nel passato della protagonista. Il rapporto difficile con i genitori è un classico, necessario seppur già visto. Però sviluppare e inserire qualche elemento di novità in questo personaggio per alcuni versi un po’ da manuale, avrebbe aggiunto qualcosa al film. Film che, nonostante questo, è stato accolto molto calorosamente, soprattutto all’estero. Al Festival di Cannes, dove era in concorso nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, la pellicola di Giovannesi ha ricevuto un applauso di dieci minuti al termine della proiezione. Vincitore di due Ciak d’oro e di un Nastro d’Argento con la sua protagonista Daphne Bonomi, “Fiore” è solo uno dei successi del regista, che è ancora all’inizio di una carriera che lo vedrà sicuramente ancora trionfare ai maggiori Festival internazionali, e che ci regalerà ancora uno sguardo sensibile sul mondo in cui viviamo.

Paola Maria D’Agnone

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