Fran Lebowitz, lo sguardo cinico della società newyorkese

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Di Redazione Metropolitan

Oggi la rubrica “Esseri Unici” accende i fari su Fran Lebowitz un personaggio contemporaneo che non smette mai di far parlare di se. Frances Ann Lebowitz è nata a New York il 27 ottobre 1950, è una giornalista, conduttrice e opinionista americana. Cresciuta a Morristown, New Jersey ha intrapreso la carriera scolastica collezionando non pochi fallimenti oltre che scarsi risultati.

Ha studiato alla Wilson School, una scuola episcopale femminile privata, a Mountain Lakes per poi approdare alla Morristown High School. Espulsa da entrambe a causa del suo carattere scontroso e ribelle, a 18 anni si trasferisce a Poughkeepsie, New York da una zia dalla quale rimarrà pochi mesi. Nel 1969 andò a vivere da sola a New York City. Seguendo il consiglio del padre, alloggiò al Martha Washington, un hotel per sole donne. Per mantenersi, lavorò come donna delle pulizie, autista, tassista e scrittrice di pornografia.

Immagine di Fran Lebowitz su Metropolitan Life  photo credit:amazon.it
Immagine di Fran Lebowitz su Metropolitan Life photo credit:amazon.it

Fran Lebowitz e il successo editoriale

Fran Lebowitz a 21 anni prese a lavorare per Changes, una piccola rivista “sulla politica e la cultura radical-chic”,  fondata da Susan Graham Ungaro. Col passare del tempo si dedicò alle recensioni di libri e film, fino al momento in cui Andy Warhol la assunse come editorialista per “Interview“,  dove scrisse una colonna intitolata “I Cover the Waterfront“. Poi lavorò per la rivista “Mademoiselle” dove col tempo ebbe modo di conoscere e stringere amicizia con molti artisti di quegli anni.

Nel 1978 pubblicò il suo primo libro dal titolo “Metropolitan Life” che arrivò a vendere 83mila copie. Una serie di saggi comici, principalmente tratti dagli articoli di  “Mademoiselle” e “Interview“, con titoli come “Success without college” e “A few words on pew words“. Nel 1981 pubblicò “Social Studies“, un’altra raccolta di saggi, fino ad arrivare al 1994 con la pubblicazione di “The Fran Lebowitz Reader“, che includeva entrambi i libri. 

Fran Lebowitz e Martin Scorsese  photo credit: dagospia.com
Fran Lebowitz e Martin Scorsese photo credit: dagospia.com

L’approdo dal piccolo e al grande schermo

Riflessioni al vetriolo. Uno sguardo cinico e implacabile sull’America, sulla società newyorkese risucchiata dagli smartphone. Dice la sua sul talento, che non si eredita e non si impara. Spara a zero sugli uomini politici, che proibiscono il fumo nei locali dove, a detta sua, si crea l’arte. Punta il dito contro le alte classi sociali, incapaci “a suo dire” di non essere un valore aggiunto, bensì li annota come “voraci consumatori del superfluo”. Tutto questo l’ha resa ben presto famosa riservandole un posto fisso nei salotti bene della grande mela. Questo le ha spalancato anche le porte delle più seguite trasmissioni tv. Ospite di studio 54 e del “David Letterman Show” è arrivata a prestare il volto per anni a serie tv come “Law &Order“.

Fran Lebowitz dal 1997 e ancora oggi, scrive articoli e lavora come redattore collaboratore e editorialista occasionale per Vanity Fair. Nel 2010 ha cominciato una sorta di collaborazione con Martin Scorsese, il quale ha realizzato su lei un documentario dal titolo “Public Speaking” nominato miglior documentario ai Gotham Independent Film Awards 2010. Oggi la giornalista, conduttrice e opinionista americana torna sul piccolo schermo con una nuova produzione firmata Netflix dal nome “Pretend it’s a city“, dedicata alla grande mela.

di Loretta Meloni

Immagine di copertina (Fran Lebowitz) photo credit: noiminstrels.it

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