Cenerentola: simbologia e analisi di una delle fiabe più famose

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Di Stella Grillo

Cenerentola: numerose sono le versioni di questa popolarissima narrazione. Originata, probabilmente, da Rodopi un’ antica fiaba egiziana citata da Erodoto e, considerata, il primo archetipo letterario della fiaba stessa. Nel nuovo appuntamento della rubrica Letteratura per l’Infanzia analisi e simbologia di una delle fiabe più note della tradizione.

Cenerentola, eredità culturale della tradizione letteraria e favolistica

Una fiaba talmente popolare e conosciuta in tutto il mondo da contare centinaia di versioni. Sì perché, Cenerentola, è una pietra miliare della cultura favolistica: eredità e retaggio culturale di numerosi popoli. Nata originariamente da Rodopi, antica fiaba egizia, la prima versione nota in Occidente è quella di Gianbattista Basile. La gatta Cenerentola è una versione interamente scritta in napoletano e ambientata nel Regno di Napoli contenuta nella raccolta Cunto de li cunti; raccolta di cinquanta fiabe in lingua napoletana edita fra il 1634 e 1636. Tuttavia, furono i Fratelli Grimm e Charles Perrault a contribuire alla copiosa popolarità della fiaba.

Cenerentola - Photo Credits: Pinterest
Cenerentola – Photo Credits: Pinterest

La funzione pedagogica della fiaba, nella maggioranza di tutte le sue versioni, si ritrova nella morale del sacrificio: la felicità si ottiene grazie ad esso, e al superamento delle avversità mantenendo dei buoni sentimenti. Perrault lo definirà valore di grazia.Nella versione italiana di Basile, Cenerentola è un’assassina: la protagonista è guidata da una crudele matrigna che la intima di uccidere la seconda moglie del padre. Il padre di Zezolla – nome italiano nella versione della fiaba – si dimenticherà della figlia, una volta sposata la terza moglie. Saranno le fate a salvarla: la fanciulla non verrà mai incriminata per l’omicidio della matrigna precedente.

Cenerentola e il valore di grazia di Perrault

La versione di Charles Perrault è quella che si avvicina maggiormente alla narrazione resa famosa da Disney nel 1950. Infatti, la trasposizione dello scrittore francese si elaborò affinché fosse idonea ad un ambiente nobiliare. La fiaba fu scritta per compiacere la corte del Re Sole in Francia; un adattamento colmo di immagini simboleggianti la morte e le mutilazioni, non era proprio adatto ad un ambiente regale. La protagonista della versione dei Fratelli Grimm è molto più realista e umana. Lo scrittore francese rende la figura di Cenerentola pura: la morale della storia ruota attorno al valore di grazia. Saranno proprio la grazia e la bontà insite nella fanciulla – seppur dopo anni di maltrattamenti! – ad attrarre il principe. La grazia citata nella fiaba è un’allegoria che racchiude, sostanzialmente, tutte le qualità che rendono la ragazza una figura candida: perseveranza, senso del sacrificio, coraggio, gentilezza.

“La bellezza in una donna è un tesoro raro che sarà sempre ammirato. La grazia, tuttavia, è inestimabile e di valore ancora maggiore. Questo è ciò che la madrina di Cenerentola le ha dato quando le ha insegnato a comportarsi come una regina. Le giovani donne, nella vittoria di un cuore, la grazia è più importante di una bella pettinatura. È un vero dono delle fate. Senza di essa nulla è possibile; con esso, si può fare qualsiasi cosa. “

Cenerentola non si arrende nonostante i soprusi subiti dalla matrigna e le sorellastre; non lascia che il loro trattamento sia un ostacolo. La morale è chiara: avere coraggio e credere in sé stessi anche nei momenti di avversità.

Differenze della fiaba: da Charles Perrault ai Fratelli Grimm

La versione dei Fratelli Grimm è notoriamente più macabra rispetto a quella di Perrault che pure non accostava le fiabe ai bambini:l’auspicio di Perrault era indurre riflessione nel lettore adulto utilizzando mondi di fantasia e generi come la fiaba. Morte, mutilazione, tombe: la Cenerentola dei Grimm è un essere umano e, come tale, ha dei difetti e dei punti deboli. Le varie diversificazioni si notano sia nella figura della protagonista che in altri personaggi; così come nello stile narrativo e nell’uso del dialogo diretto e indiretto. Quali sono, quindi, le differenze più evidenti?

  • Stile narrativo: Perrault utilizza un lessico complesso mentre i Grimm ne adottano uno più semplice; in più, i Fratelli Grimm sono molto minuziosi e dettagliati: la cura dei dialoghi diretti, le descrizioni particolareggiate degli avvenimenti. Perrault, invece, non si sofferma su alcun dettaglio o componente dialogica;
  • Scarpe: forse il simbolo più famoso della fiaba. Le note scarpette di cristallo esistono nella versione dello scrittore francese. Nella narrazione dei Fratelli Grimm se ne hanno tre versioni poiché cambiano da sera a sera. In ordine: di seta, d’argento, e infine d’oro.
Cenerentola, libro - Photo Credits: Pinterest
Cenerentola, libro – Photo Credits: Pinterest
  • Sorellastre: la principale differenza risiede nell’aspetto fisico. Nella versione di Perrault sono brutte; in quella dei Fratelli Grimm sono belle ma ugualmente crudeli;
  • Ballo ed elemento magico: due sono le serate per Perrault, tre per i Grimm. Nella prima versione, Cenerentola, non chiede di andare al ballo. Nella seconda lo fa, ma la matrigna per impedirglielo, le affida una serie di lavori in casa. Il vestito per il ballo è poi dato dall’aiuto della fata madrina, la zucca e i classici topolini. Nella versione dei Grimm è l’albero vicino alla tomba della madre insieme all’uccellino – personificazione della stessa – ad aiutarla.

Psicologia e allegoria di una fiaba

La produzione dei fratelli Grimm mira ad educare i bambini tramite dettagli cruenti, per abituarli alle difficoltà della vita reale. Dall’incipit in cui inizia la versione dei Grimm, si evince già la prima immagine di morte: Cenerentola si reca ogni giorno sulla tomba della madre. Successivamente, non potrà più farlo, e la tomba sarà sostituita dall’immagine della cenere e del focolare. Potrebbe essere vista come la tomba della sua infanzia ma il significato allegorico del focolare e la cenere non si accostano alla sporcizia come la matrigna e le sorellastre intendono; è più una rinascita. La cenere è purificata dal fuoco, e quindi, è liberazione. La scarpa calza perfettamente proprio per la purezza della protagonista: le sorellastre, invece, devono mutilarsi il piede tagliando l’alluce o il calcagno, sanguinando e soffrendo simbolo di animi non puri. Per la stessa ragione, al ritorno dal ballo, le sorellastre saranno accecate dagli uccelli.

Stella Grillo

Foto di Copertina: Cenerentola – Photo Credits: abebooks.it