Franca Valeri, i mille volti del teatro

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Di Redazione Metropolitan

Franca Valeri, i mille volti della famosa attrice eclettica e versatile, signora della commedia all’italiana.

Franca Valeri, primi approcci all’opera

Intorno ai cinque anni nasce la passione per l’opera, che si porterà per tutta la vita. Il luogo di incontro è il Teatro alla Scala di Milano, tempio in cui competono tutte le arti (come affermò Maria Callas). Il padre la portava lì ospite in un palco che affacciava sull’orchestra e da quei primi momenti, cresce frequentando sia il teatro di prosa che quello musicale. Come avvenne anche per altri artisti rimasti impressi nelle nostre memorie, anche la Valeri ebbe le sue prime esperienze durante esperimenti casalinghi con amici e parenti: precisamente nella recitazione di stampo caricaturale, da cui probabilmente si sviluppa la sua inclinazione umoristica, e nell’interpretazione di composizioni di Franz Lehar.

Franca Valeri e gli anni della Seconda Guerra Mondiale

Durante la Seconda Guerra Mondiale, il padre e il fratello sono costretti a rifugiarsi in Svizzera, mentre lei e la madre vivono sotto falsi documenti d’identità. Sfrutta il disagio del periodo per dedicarsi alla lettura, dai grandi classici della letteratura al teatro francese, che da sempre la affascina.

Franca Valeri - Photo Credits: wikipedia
Franca Valeri – Photo Credits: wikipedia

Durante un’intervista presso il teatro Palladium di Roma, ricorda la sua prima volta, davanti a “Il trovatore” di Giuseppe Verdi, con grandissima emozione. Nata nel 1920, fece in tempo ad ammirare musicisti che segnarono la storia della musica e le cui interpretazioni sono soggetto di ispirazione per tutti i giovani studenti di oggi, tra questi: Arturo Toscanini e Maria Callas.

Il dopo guerra e la carriera

Ricorda la Callas in un breve saggio, “Indimenticabile Maria”, con racconti che ci sono pervenuti e che la ritraggono non in modo del tutto positivo. Voce ed interprete ineguagliabile, sempre accompagnata da un carattere piuttosto turbolento, dalla Valeri voleva essere ricordata come la persona che era diventata e che sentiva di essere: una diva.

Con Maria bisognava tenere conto che lei era la Callas, però lei mi ripagava con molta stima ”.

Ad ogni modo, non è giusto pensare che l’ingresso della Valeri nel mondo dello spettacolo sia stato facilissimo. Bocciata quando tenta l’ammissione presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica a Roma, il padre ha in mente per lei un’altro futuro, ma Franca ha la ferma consapevolezza che il destino non ha nient’altro in serbo per lei se non il teatro. Questa passione ormai radicata fa si che la Valeri trasli l’opera, dal teatro alla radio, con il famoso sketch “La moglie del tenore”.

L’amore per la lirica

Dopo il debutto con la compagnia dei Gobbi nel 1949 a Parigi, l’approdo in radio e televisione, con il suo secondo marito, il direttore d’orchestra Maurizio Rinaldi, fonda nel 1980 il concorso lirico Mattia Battistini. I giovani aspiranti cantanti che partecipavano al concorso, venivano coinvolti in produzioni operistiche, le cui regie erano curate da Franca Valeri e la parte musicale da Rinaldi.L’amore per il teatro d’opera si nota dalla gioia espressa durante le interviste, dall’agio che dimostra durante gli eventi che la coinvolgono. E a qualche giorno dal suo centesimo compleanno rivolgo tutta la mia stima ad un’artista dalla rara ecletticità.

Da non dimenticare la dichiarazione durante il Sanremo 2014:

”Per me la musica è opera.”

a cura di Silvio Silvestro Barca