Francia, Mbappé non basta per il bis

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Di Alessandro Salvetti

Doveva essere la sfida fra Messi e Mbappé, e così è stata. 2 gol per la Pulce, 3 per l’etoile transalpina, in una sfida in cui è successo di tutto, fra colpi di scena, rimonte e controrimonte. Ad avere la meglio è stato l’argentino, che ha alzato al cielo la coppa per la prima volta in carriera, completando un palmares da migliore di sempre. Alla Francia, a Mbappé, dopo la vittoria in Russia, è rimasta la medaglia d’argento al collo e l’amarezza per aver sfiorato un’impresa considerata impossibile fino al minuto 78 per colpa di un primo tempo più guardato che giocato.

Il primo tempo della Francia

Nei primi 45 minuti di gioco, infatti, la Francia era la grande assente ingiustificata, l’alunno più bravo che va in crisi il giorno dell’interrogazione. L’immagine era quella di una squadra spaventata dalla foga degli argentini, quasi come se Giroud e compagni non si aspettassero un inizio così veemente da parte della nazionale che, più di ogni altra, aveva dimostrato quanto ci tenesse a regalare al proprio capitano il Mondiale. Errore imperdonabile l’approccio, errore imperdonabile lo sgambetto di Dembélé a Di Maria, che ha permesso a Messi di stappare l’incontro dagli 11 metri al 23esimo. Gol che non ha portato ad una reazione dei Bleus, ma che, anzi, ha dato ancora più vigore agli attacchi della Selecciòn, che 13 minuti più tardi sono andati praticamente in porta con il pallone al termine di un contropiede da cineteca, trovando il 2-0 con l’ala bianconera.

A questo punto, l’encefalogramma della nazionale francese era piatto e il rischio di un’imbarcata colossale si faceva sempre più concreto, al punto da spingere Deschamps a fare un doppio cambio già al 41esimo. Dentro Kolo Muani per Dembélé, dentro Thuram per Giroud. Comprensibile il primo, ingiustificabile il secondo. Dembélé ha fatto più danni che altro, Giroud ha dato il massimo, rimanendo isolato in attacco non solo per colpe proprie ma a causa di una Francia che non riusciva a mettere in fila tre passaggi. Una bocciatura plateale, quella del bomber rossonero, e immeritata viste le prestazioni offerte fino a quel momento nell’ultimo mondiale della propria vita.

Photo credits: L’Allemand officiel

Secondo tempo e supplementari di Francia-Argentina

Cambi che nella ripresa non hanno dato gli effetti sperati: l’Argentina continuava a dominare e a gestire il risultato, convinta di aver portato a casa un risultato clamoroso senza correre nessun rischio. Al 79esimo la svolta, con Kolo Muani atterrato in area e conseguente rigore, trasformato da Mbappé. È la scintilla che i francesi aspettavano, quella che cambia le sorti di un incontro e che l’Argentina aveva concesso anche ai quarti contro l’Olanda. Gli Orange dovettero aspettare l’11esimo di recupero, mentre a Mbappé è servito un solo giro di lancette per trovare il 2-2 e la doppietta personale. A quel punto, Giroud, forse, sarebbe servito per trovare addirittura il 3-2, senza diventare Mbappé-dipendenti. La Francia, quindi, non è riuscita a chiuderla e nei supplementari il gioco è tornato dalla parte sudamericana, con il 3-2 di Messi.

Sembrava il colpo di grazia, ma i transalpini hanno dimostrato di non morire mai, procurandosi il rigore del 3-3, trasformato, ancora, da Mbappé. Ad un secondo dalla fine, poi, il momento sliding doors della finale, quel momento che c’è in ogni partita e che può cambiare la storia di un torneo e di un’intera nazionale. Kolo Muani è solo davanti a Martinez, calcia di collo, ma il pallone sbatte sulla gamba del portiere argentino, che nega il bis alla Francia e prolunga il match ai rigori, dove a vincere chi non sbaglia e sbaglia solo chi ha il coraggio di presentarsi sul dischetto. Coman e Tchouameni, 48 anni in 2, il coraggio lo hanno avuto, la freddezza no. Ma avranno tempo (di sicuro) e modo (molto probabilmente) di rifarsi.

Kylian Mbappé

Oltre a Tchouameni e Coman, chi avrà le occasioni per redimersi e tornare al successo sarà Mbappé, uomo partita più di Messi, uomo ovunque più di Griezmann. A 24 anni (li compirà domani) ha già vinto un mondiale, segnato 12 gol in due edizioni e firmato una tripletta in finale, impresa riuscita solo a Hurst nel 1966. Se ieri a Lusail Messi è diventato il migliore di sempre, Mbappé è diventato il migliore del mondo e i tre gol in finale non hanno fatto altro che consacrare un giocatore che in termini di gol, mentalità e sportività (uno dei pochi a non essersi sfilato la medaglia d’argento) sembra già non avere eguali.

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Autore: Alessandro Salvetti.

Crediti foto: pagine Facebook ufficiali L’Allemand officiel e Équipe de France de Football.