Andrea Camilleri li definisce il simbolo della comicità popolare per antonomasia, e l’anello di congiunzione tra l’intrattenimento e il tradizionale teatro dei pupi siciliani. Un duo che ha fatto la storia dell’umorismo popolare nell’Italia del secondo Novecento: stiamo parlando di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Prima con il teatro e al cinema, poi con il varietà del piccolo schermo, Franchi e Ingrassia segnano, con la cifra distintiva dell’ironia del surreale, un filone artistico che lascia un segno indelebile nel significato tutto italiano di risata.
Franco e Ciccio, Palermo e il teatro di strada
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Una storia che parte dalla Palermo povera del teatro di strada. Franchi, classe 1928, si esibisce nella ‘’posteggia’’ di Piazza Venezia; Ingrassia – sette anni più grande – è già un attore noto. I due si conoscono e nutrono una profonda stima reciproca. E di lì a poco si ritroveranno a calcare lo stesso palcoscenico, insieme. 1954: è sulle note di ‘’Core ‘ngrato’’ che Franco e Ciccio fanno ‘’venire giù’’ il teatro con il loro primissimo sketch. Si esibiscono con la compagnia di Pasquale Pinto, e quello è solo l’inizio di un sodalizio leggendario.
Loro fecero film a ripetizione e venivano mandati davanti la macchina da presa senza una sceneggiatura in mano. Tutto era affidato all’improvvisazione.
Giampiero Ingrassia, attore e figlio di Ciccio Ingrassia
Il cinema delle parodie e d’autore
Dopo pochi anni è la volta del cinema. Esordiscono con Domenico Modugno – incontro fortunato e determinante per la coppia – in ‘’Appuntamento ad Ischia’’ nel 1960, e da quel momento sforneranno decine e decine di pellicole, girandone anche dieci-quindici ogni anno. Quella di Franco e Ciccio è una comicità che gioca sul surreale; è dissacrante e meravigliosamente grottesca. È quella delle parodie come ‘’Le spie vengono dal semifreddo’’, ‘’Per un pugno nell’occhio’’ e ‘’Il bello, il brutto e il cretino’’. Ma anche dei film d’autore. Indimenticabile, ad esempio, la loro interpretazione del gatto e la volpe nel Pinocchio di Comencini.
‘’La critica italiana ha sempre sbagliato tutto, è sempre arrivata in ritardo a scoprire le cose. Il critico credeva che la farsa fosse spazzatura, mentre in realtà è un genere antichissimo che viene da Plauto. Franco e Ciccio erano due personaggi plautini.’’
Mario Monicelli
Acclamati dal pubbico, stroncati dalla critica
Acclamati e applauditi dal pubblico, stroncati in toto dalla critica cinematografica del tempo. Questa sarà, a lungo andare, una delle cause che scateneranno la separazione temporanea, nel corso degli anni Settanta, del duo comico. È un periodo che servirà a entrambi per esprimersi artisticamente come solisti. Mentre Franchi si conferma ancora brillante attore comico, Ingrassia prediligerà ruoli drammatici. Lo vediamo diretto da Fellini in ‘’Amarcord’’ e successivamente da Elio Petri in ‘’Todo Modo’’.
La magia del varietà
Sono gli sketch televisivi a consacrare Franco e Ciccio come icone della comicità italiana. ‘’Drim’’, ‘’Patatrac’’ e ‘’Ridiamoci sopra’’ sono solo alcuni dei programmi di varietà che li vedono protagonisti nel corso degli anni Ottanta. ‘’Avanspettacolo’’ nel 1992 è il loro ultimo capolavoro per il piccolo schermo. Un ritorno alle origini del loro amato teatro di strada e carosello straordinario dei loro cavalli di battaglia.
Franco e Ciccio, la comicità che non dobbiamo dimenticare
Due ‘’maschere’’ italiane di cui dobbiamo andare fieri. Franco e Ciccio rappresentano la risata intramontabile di un patrimonio culturale tutto nostro. Popolare, surreale, paròdica, è una comicità che non dobbiamo dimenticare.
Caterina Frizzi
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