furgonCinema: “portiamo il cinema dove non c’è”

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Di Redazione Metropolitan

furgonCINEMA è il nome dell’associazione no profit capitanata da Lorenzo Montesi Pettinelli. L’associazione è nata per una buona causa: riportare il cinema in territori duramente colpiti dal sisma che non hanno nemmeno una sala cinematografica per godere dei momenti piacevoli. La realtà di furgonCinema è quelle di molte altre associazioni no profit che nel corso di questi anni sono nate per sostentare la cultura e l’immagine del paese, attraverso il cinema nelle piazze.
Recentemente la polemica che coinvolge i Ragazzi del Cinema America sta colpendo queste realtà analoghe. I ragazzi di furgonCinema si sono uniti alla causa. La critica riflessione giunge proprio dalle associazioni dei produttori, dei distributori e degli esercenti.

Noi di Metropolitan Magazine abbiamo deciso di raccontare queste realtà. L’intervista al presidente di furgonCINEMA, Lorenzo Montesi Pettinelli.

1.Che cos’è FurgonCINEMA: quando è nata l’associazione e con quale scopo?

La situazione post sisma delle regioni dell’Italia centrale ci ha messo nella condizione di dover dare un contributo. Un aiuto concreto per la vita di quei territori.
Per questo motivo abbiamo pensato a cosa avremmo potuto fare come umanisti, grafici, architetti ed informatici. Siamo tutti di quelle zone. Dalle nostre riflessione è sorta un’idea.
Abbiamo pensato al cinema, al potere di evasione dell’arte cinematografica e alla bellezza della condivisione che nasce dalla visione comune di un bel film.

Ci siamo resi immediatamente conto, che il contributo più semplice ed efficace che potevamo dare alla nostra terra, erano un bel furgone, un videoproiettore ed un impianto audio. Abbiamo deciso di portare il cinema anche nei comuni che un cinema non lo avevano mai avuto persino prima del terremoto.
Vogliamo tenere insieme le comunità con il ritorno al “cinema di una volta”, quando pochi comuni potevano permettersi una sala cinematografica, mentre molti camion o furgoni portavano il cinema nei comuni più sperduti d’Italia. 

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I ragazzi dell’associazione no profit-photo credits: furgonCINEMA

2. Qual’è stata la serata evento o non, che più vi ha emozionato e conservate con affetto?

Sicuramente quando siamo stati nell’estate 2017 a Pescara del Tronto, frazione di Arquata del Tronto. Abbiamo proiettato direttamente su una facciata di una SAE (soluzione abitativa di emergenza) Non ci resta che piangere con il duo Benigni e Troisi.
Quella comunità così piccola eppure così duramente colpita dal sisma del 2016 ci ha accolto a braccia aperte seppur non avesse ancora mai sentito nominare la nostra associazione.

Condividere una cena insieme nel container comune, scambiarsi le maglie delle rispettive associazioni ed infine salutarsi a tarda notte dopo qualche risata, è stato il riconoscimento più grande per la nostra iniziativa. Quell’anno avevamo un motto “Ciak si riparte”. Quelle persone che avevano tutte conosciuto da vicino i lutti del sisma, ci chiesero di modificarlo in “Ciak si riparte, solo se si riparte tutti insieme“. Noi non potevamo essere più d’accordo.

3. Come si apre un’associazione come la vostra? quali sono state le prime difficoltà e le prime soddisfazioni che avete vissuto?

Nel maggio del 2017 abbiamo fondato la nostra associazione culturale, Aristoria.
Il nome ci è sembrato da subito perfetto per quello che avevamo in mente. Partendo da quello che siamo e siamo stati, pensiamo che si possa ripartire, ritrovare le forze e le idee per guardare con minor timore al domani. Scomponendo la “Storia“, ci siamo resi conto che anche “Aristo”, anagramma di storia, era una parola con cui dover fare i conti. Una parola così lontana dalla nostra concezione di storia e di sapere, eppure per lungo tempo dominante.

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L’associazione dei ragazzi di furgon cinema -photo credits: furgonCINEMA

La storia è di tutti, Aristo invece è per pochi. Abbiamo ribaltato quell’accezione, ripensandola anche in chiave territoriale, dove la storia va in un certo senso rifatta.
Si è costituita ARISTORIA, che sta a significare sia “un’altra volta storia”, sia la fusione di Storia e del suo anagramma Aristo.
Le difficoltà iniziali sono state tante, prime tra tutti, i fondi necessari trovati grazie ad alcuni donatori e sponsor, poi licenze, autorizzazioni e tanti chilometri da percorrere con il nostro vecchio furgone. Sono stati tanti i momenti di orgoglio, dalla signora anziana che ti ringrazia per il film a fine proiezione, fino ai giovani che sono rimasti sul territorio e che sono diventati nuovi amici.

4. Rispetto alla situazione post covid, come pensi che si potrà ripartire sia nelle sale che nelle piazze? 

Le nostre proiezioni serali e gratuite nei comuni più piccoli del cratere rappresentano spesso una delle poche manifestazioni culturali e ricreative per quelle località. Siamo come delle piccole platee solidali. Le nostre platee non hanno mai rappresentato un’alternativa ai cinema, in quanto non concorrenziali rispetto ai film scelti e alle distanze dai pochi cinema agibili rimasti.
Da primi amanti del Cinema aspettiamo anche noi le riaperture delle sale. Allo stesso tempo crediamo che nonostante l’emergenza covid-19, manifestazioni come la nostra, siano le migliori alleate del vero cinema. Grazie a realtà come quella di furgonCINEMA le persone abbandonano i loro divani, tornano in piazza e si “allenano alla bellezza” di un bel film.

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i ragazzi di furgonCINEMA-photo credits: furgonCINEMA

5. Che cosa rispondi rispetto alle forti limitazioni che le grandi distribuzioni stanno dando alle realtà come quella del vostro furgonCINEMA, La Guarimba di Amantea in Calabria, Il Piccolo America a Roma. Vi hanno rifiutato circa 42 film su 44, secondo te cosa c’è in atto?

Non proiettando opere presenti in sale e arene a pagamento non è possibile accettare l’idea che la fruizione gratuita sia concorrenziale con quella a pagamento. Per non parlare dei contesti come il nostro dove il cinema non arriva più da tempo, data la sporadica presenza di sale cinematografiche sul territorio dell’Appennino.
Tutti gli anni con stupore abbiamo ricevuto qualche diniego alle licenze di film anche non recenti ma mai come quest’anno, dove appunto abbiamo visto bocciare la quasi totalità dei film richiesti.
Insieme alle altre realtà italiane di arene gratuite ci siamo visti costretti a segnalare la situazione, e denunciare che non siamo noi il problema dello svuotamento delle sale cinematografiche. Con noi il pubblico riscopre la bellezza della visione collettiva del cinema sul grande schermo, esce di casa, vive e si ritrova.

6. Che cosa significa per i ragazzi di furgonCINEMA fare cinema nelle piazze?

Significa vivere quelle piazze, far riavvicinare il pubblico all’arte cinematografica ed educare alla bellezza. Questo è doppiamente importante in contesti come il nostro, dove si tenta con i cittadini spettatori di riappropriarsi di quei luoghi (ex zone rosse) con il ritorno al cinema di una volta. 

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Silvia Pompi