G7: deciso il price cap al prezzo del petrolio russo

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Di Redazione Metropolitan

Si chiude oggi, con la principale risoluzione del “price cap” agli idrocarburi russi, il G7 di Elmau, Germania. La proposta è stata sostenuta principalmente da Mario Draghi e dal presidente statunitense Joe Biden, che a margine della conferenza ha incontrato questa mattina alle 10 il presidente britannico Boris Johnson, il francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Dura e unanime la condanna al bombardamento missilistico russo sul centro commerciale ucraino. La proposta del presidente ucraino Zelensky: includere la Russia tra i paesi che sponsorizzano il terrorismo. Draghi intanto si prepara alla conferenza stampa prevista in tarda mattinata, per poi volare a Madrid per partecipare al vertice Nato, dove potrebbe essere annunciato il rinforzo atlantico alle truppe ucraine. Dalla Russia Medvedev, Ministro della difesa: “Invadere la Crimea? Porterebbe alla terza guerra mondiale.”

Stabilire un tetto massimo al prezzo: il G7 adotta il Price Cap e condanna (ancora) la Russia, che minaccia il conflitto

Olaf Scholz, cancelliere tedesco dal dicembre 2021 e presidente del G7 di Elmau, Germania

Sono convinti della posizione americana i membri del G7 tenutosi in questi giorni nel castello di Elmau. Raggiunta l’intesa sul tetto massimo imponibile sugli idrocarburi di provenienza russa. Resta da vedere come siano applicabili queste sanzioni, a cui la Federazione di Putin non ha ancora risposto direttamente, mostrando tuttavia un profilo comunicativo provocatorio. Secondo le parole del Ministro della Difesa Dmitry Medvedev, l’ipotesi di un’invasione della Crimea (invasa dalla Russia e annessa tra il febbraio e il marzo 2014), d’altronde mai ipotizzata dal G7, porterebbe “a un conflitto contro l’intera Alleanza del Nord Atlantico, alla terza guerra mondiale, a un totale disastro“. Nonostante le parole di minaccia del Ministro, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha tenuto a sottolineare il sostegno unilaterale “e a lungo termine” dell’Alleanza all’Ucraina di Zelensky.

Volodymyr Zelensky, presidente ucraino, ha poi invitato i paesi membri ad includere la Russia tra i “paesi che sponsorizzano il terrorismo“. Sebbene non sembra che l’invito di Kiev sia stato accolto dal G7, oggi, giornata conclusiva della conferenza, il presidente statunitense Biden volerà fino a Madrid insieme al Presidente del Consiglio Draghi per partecipare alla conferenza Nato. Ci si aspetta il rinnovo delle misure di rinforzo e sostegno all’esercito ucraino, impegnato nella resistenza. Ieri, un missile russo ha colpito un centro commerciale registrando circa un centinaio tra morti e feriti. Unilaterale l’espressione di cordoglio per le vittime e condanna per l’aggressione da parte dei rappresentanti degli stati membri.

Price Cap: cos’è la misura adottata dalla conferenza e come si potrebbe applicare alla Russia di Putin

Il “price cap” è letteralmente un “tetto al prezzo” imponibile ai prezzi di materie prime e altri prodotti di monopolio. Nel caso specifico, verrà imposto alla Russia per limitare le gravi ricadute fiscali che porterebbero in Europa. Oltre alle singole misure adottate dai singoli stati e dall’UE per limitare i danni economici, si aggiunge una situazione non proprio rosea dall’altra parte del “fronte. La Russia è da ieri in default tecnico: non accadeva dalla Rivoluzione Bolscevica del 1918. Nonostante Putin neghi e definisca “illegittime” le accuse, le cose stanno effettivamente così: la Russia non è riuscita a pagare i debiti dovuti agli altri stati. Le tensioni, anche e soprattutto dovute all’inadempienza economica internazionale della Federazione, oltre che all’invasione “de facto” dell’Ucraina, potrebbero inasprirsi.

Alberto Alessi

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