Roma, separate gemelle siamesi unite dalla testa

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Di Alessia Spensierato

È il primo caso in Italia, e l’unico al mondo di questo tipo di operazione eseguita con successo. Le due piccole gemelle siamesi, Ervina e Prefina, a poco più di un mese dall’intervento di separazione, stanno bene e hanno potuto festeggiare il loro secondo compleanno il 29 giugno guardandosi per la prima volta negli occhi, insieme alla loro mamma Ermine, che ieri, raggiante ha detto: Spero studino medicina”.

La storia delle gemelle siamesi

Sono ancora ricoverate in Neurochirurgia: le ferite infatti impiegheranno tempo a rimarginarsi e il rischio di infezione c’è ancora. Come è stato spiegato in una conferenza stampa all’Ospedale, tutto è partito nel luglio 2018 quando la presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc, in missione in Centrafrica a Bangui, ha incontrato le due gemelle appena nate, decidendo di portarle a Roma nel settembre 2018, per dar loro maggiori possibilità di sopravvivenza. Ervina e Prefina avevano una conformazione rarissima tra i gemelli siamesi: craniopagi totali, cioè unite a livello cranico e cerebrale. Pur avendo tante cose in comune, hanno però sempre mostrato personalità diverse e per farle conoscere e riconoscere già prima dell’intervento è stato usato un sistema di specchi.

Per l’operazione c’è voluto oltre un anno di preparazione, un gruppo di specialisti di più aree, l’uso delle tecnologie più avanzate disponibili per non lasciare nulla al caso.Tre interventi di cui l’ultimo durato 18 ore, con il coinvolgimento di oltre 30 tra medici e infermieri: sono questi i numeri che raccontano l’intervento da record eseguito all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma per separare con successo due gemelline siamesi, nate unite alla nuca, con il cranio e gran parte del sistema venoso in comune.