Luigi Calabresi prima di essere un funzionario di polizia era suo marito, il suo compagno e il padre dei suoi tre figli ed è stato ucciso in un attentato nel maggio del 1972 davanti alla porta di casa sua, lei è la vedova Gemma Calabresi che ha scelto anche di raccontarsi, dopo 50 anni da quell’omicidio, attraverso un libro. La donna è stata spesso anche ospite di trasmissione televisive ed oggi proviamo a raccontarvi tutto quello che siamo riusciti a scoprire su di lei e sulla sua vita privata.

Il suo nome di battesimo è Gemma Capra ma sulla sua biografia al momento non abbiamo alcuna informazione. Sappiamo che ha conosciuto il commissario la prima volta nel 1968, ad una festa di Capodanno. Fu amore a prima vista e i due convolarono a nozze il 31 maggio del 1969. Trascorsero il loro viaggio di nozze in Spagna e al rientro aspettavano già il primo figlio, Mario Calabresi divenuto oggi un noto giornalista.

In seguito nacque il loro secondogenito, Paolo e quando hanno suo marito è morto Gemma Calabresi aveva soltanto 25 anni e portava in grembo il loro terzo figlio, Luigi. Dopo essere rimasta vedova Gemma Calabresi si è poi risposata nel 1981 con Tonino Milite, poeta e pittore.

Il libro di Gemma Calabresi a 50 anni dall’omicidio del marito Luigi Calabresi

L’occasione è stata propiziata dal libro che la signora Gemma ha pubblicato a 50 anni dalla morte del marito:La crepa e la luce, Mondadori editore, che reca un sopratitolo illuminante: “Sulla strada del perdono. La mia storia”.

Dopo Spingendo la notte più in là –  il libro in cui il figlio Mario Calabresi ha ripercorso la storia della sua famiglia, – con un racconto intimo e coinvolgente l’autrice narra il viaggio di vita e di fede compiuto dai primi giorni dopo l’omicidio fino ad oggi.

Di questa lunga intervista ci hanno particolarmente colpito i passaggi relativi all’amore fra i due coniugi e al percorso di perdono che, in modo tortuoso e sofferto, la signora ha imboccato fin dall’inizio.

Il primo incontro di Gemma e Luigi Calabresi

Questo l’inizio della storia d’amore:

Era il Capodanno del 1968, non avevo ancora ventidue anni. I miei erano a Courmayeur, io ero da sola a Milano e non avevo niente da fare. La mia amica Maura insistette perché la accompagnassi a una festa. Lo vidi subito, all’ingresso, e dissi alla mia amica Maura: “Guarda quello, mica male …”. (…) Elegante: doppiopetto scuro, con un righino leggero bianco. Ci ha sempre tenuto molto. Alto, prestante: un bell’uomo. Per tutta la sera ballò con me. Poi andai in cucina a bere un bicchiere d’acqua. Lui mi tolse il bicchiere, lo posò, e mi diede un bacio.

“Abbiamo fatto tutto in fretta (…) avevamo poco tempo”

Dopo nemmeno un anno e mezzo il matrimonio, e al ritorno dal viaggio di nozze la coppia aspettava già Mario:

Abbiamo fatto tutto in fretta, e ora so perché (…) Perché avevamo poco tempo. E tutto nella vita ha un tempo e un senso. Siamo parte di un disegno. Volevamo molti figli, ed era giusto così, perché ognuno di loro ha un compito, ognuno ha da fare cose importanti per se stesso, per Dio, per gli altri. I  miei figli sono il dono più bello.

(Ibidem)

Le ultime parole del Commissario Calabresi a sua moglie

Dopo Mario nasce Paolo, e nel momento più tragico della sua vita Gemma è incinta del terzo figlio, che chiamerà Luigi in ricordo del padre che non ha mai conosciuto. Questo l’ultimo ricordo del marito:

Era uscito, poi era tornato indietro per cambiarsi la cravatta. Ci ha sempre tenuto molto. Quella mattina aveva pantaloni grigi, giacca scura con i bottoni di madreperla, e una cravatta di seta rosa. La cambiò con una bianca e mi chiese: come sto? Stai bene Gigi ma stavi bene anche prima, gli risposi. (…) Si, ma questo è il segno della mia purezza. E’ l’ultima frase che mi ha detto. La frase che mi ha lasciato.