
La tabella di marcia del premier Kishida non perde colpi: l’operazione di rilascio delle acque radioattive di Fukushima inizierà il 18 agosto, al rientro del leader nipponico dal suo incontro trilaterale con USA e Corea del Sud in Maryland. Il piano fu già ideato dal predecessore di Kishida, Yoshihide Suga, che aveva approvato il piano nel 2021, con l’obiettivo di attuarlo entro i due anni successivi.

Il programma di rilascio dell’acqua radioattiva in Giappone
“Prenderemo la decisione quando le misure di sicurezza saranno confermate”, ha specificato il portavoce del governo Hirokazu Matsuno, “ma non possiamo parlare di una data specifica ancora”. I piani fanno intendere che il progetto inizierà a cavallo tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, senza però trovare un terreno fertile di soli consensi. Nel corso dei mesi seguenti l’annunciazione del programma di rilascio delle acque radioattive di Fukushima, il focus globale di studiosi dell’atomico, della radioattività e ambientalisti si è catalizzato sul Giappone e sulla prassi che sarà svolta per effettuare l’operazione: a inizio luglio, l’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia Atomica) ha espresso pareri favorevoli al rilascio pianificato, nonostante ci fossero idee discordanti provenienti dalla Cina confinante e dalla rappresentanza dell’industria ittica locale. L’operazione prevede il rilascio in mare delle acque marine utilizzate a seguito dello tsunami del 2011, che ha causato danni irreparabili alla centrale nucleare di Fukushima; l’obiettivo è quello di rimettere l’acqua contaminata con le scorie radioattive che negli anni è stata immagazzinata.
Il parere dell’Onu
“L’impatto radiologico dell’acqua sulle persone e sull’ambiente sarebbe trascurabile”, così l’Onu sugli standard di sicurezza necessari per l’attuazione di questo genere di operazioni, che calcola oltre un milione di litri d’acqua marina contaminata da sversare nel mare.
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