Gino Strada (1948-2021) è stato chirurgo e fondatore di Emergency, un’ associazione umanitaria nata per portare cure medico-chirurgiche di elevata qualità e gratuite alle vittime di guerra. Il senso di giustizia, il rigore, la capacità di visione possono essere riassunte nella sua semplice frase: ’’I pazienti vengono sempre prima di tutto’’.

Luigi Strada – noto come Gino – nasce a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano nel 1948. Si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università Statale di Milano e si specializza in Chirurgia d’Urgenza. Durante gli anni della contestazione è attivista del “Movimento Studentesco”. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, dove si occupa dei trapianti di cuore presso le Università di Stanford e di Pittsburgh. Nel 1988 decide di applicare la chirurgia di urgenza all’assistenza dei feriti di guerra. Fino al 1994, lavora con la Croce Rossa Internazionale di Ginevra in varie zone di conflitto, spostandosi tra Pakistan, Etiopia, Tailandia, Afghanistan, Perù, Gibuti, Somalia, Bosnia. Muore a seguito di problemi cardiaci nell’Agosto del 2021.

Gino Strada fonda Emergency

L’esperienza sul campo e la profonda sensibilità spingono Gino Strada – insieme ad altri colleghi – a fondare “Emergency”: un’associazione internazionale e indipendente per la riabilitazione delle vittime di guerra. Dalla sua fondazione – che risale al 1994 – nei primi quindici anni di attività i pazienti sono stati oltre tre milioni. Tra i fondatori c’è anche la prima moglie Teresa Sarti, morta nel 2009. Il primo progetto di Emergency – che vede Gino Strada in prima linea – è in Ruanda durante il genocidio. Poi in Cambogia, Paese in cui resta per alcuni anni.

Nel 1998 parte per l’Afghanistan, raggiunge il nord del Paese dove avvia il primo progetto: un Centro chirurgico per vittime di guerra ad Anabah, nella Valle del Panshir. Rimane in Afghanistan per sette anni, contribuendo all’apertura di altri progetti ancora oggi attivi: tre ospedali, un Centro di maternità e una rete di quarantaquattro posti di primo soccorso. Dal 2005 inizia a lavorare per l’apertura del primo Centro di cardiochirurgia gratuito a Salam, in Sudan. Nel 2014 si reca in Sierra Leone, dove Emergency è già presente dal 2001, per l’emergenza Ebola.

La presa di posizione politica e le idee antimilitariste

Oltre all’attività umanitaria Gino Strada non ha mai rinunciato ad esporsi assumendo posizioni critiche riguardo le scelte politiche dei governi italiani. Si ricorda la sua opposizione ai governi Prodi e Berlusconi per le scelte relative alla partecipazione dell’Italia ai conflitti recenti, l’aumento delle spese militari e le politiche sull’immigrazione.

La maggior parte delle critiche riguardavano la partecipazione dell’Italia all’intervento NATO in Afghanistan nel 2001 – noto come Operazione ISAF – valutate da Gino Strada come una barbarie contro la popolazione, in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana.

In memoria di Gino Strada

Dopo la morte Gino Strada ha lasciato un vuoto immenso ma ha continuato ad essere un esempio di giustizia sociale per chiunque abbia a cuore l tutela dei diritti umani. Il suo valore è ricordato dall’attuale presidente dell’Ong Rossella Miccio:

“Il pensiero di Gino Strada era che la guerra non si può umanizzare, ma solo abolire. Lo aveva ascoltato da Einstein e poi lo aveva imparato e vissuto nei suoi anni di lavoro nei paesi in guerra”.

Il suo grande merito è stato inoltre quello di aver messo in luce l’importanza di una società più giusta a partire dalla cura. Una sanità universale, gratuita e integrata è il punto di partenza su cui ricostruire una società democratica e antimilitarista che abbia al centro le persone.

Alessia Ceci

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